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da Valentina Rizzi mancano 11 anni

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La filosofia cristiana del medioevo

Durante il Medioevo, la filosofia cristiana trasformò profondamente le concezioni precedenti di Dio, dell'uomo e dell'amore. Il Cristianesimo introdusse una visione di Dio come intelletto e volontà di amare, un'

La filosofia cristiana del medioevo

IDEA CENTRALE PER LA FILOSOFIA MEDIEVALE E VISIONE TEOLOGICA DELLA RELIGIONE MODERNA: Intellige ut credas et crede ut intelligas

FEDE E RAGIONE SONO COMPLEMENTARI NON IN ANTITESI.

Da qui si sviluppa poi la dottrina del Sacri Furto, secondo cui il titolare della verità assoluta è il cristinanesimo, il male deriva da una privatio boni, ovvero una privazione dell'essere in quanto qualcuno possiede il male per una mancanza di bene (male metafisico) e l'uomo ha in sè il principio del male (male morale) derivato dal peccato originale.

La filosofia cristiana del Medioevo

Cristianesimo: metanoia, cambiamento di mentalità

Con la diffusione del Cristianesimo nel I-II secolo d.C., muta la concezione di Dio, dell'uomo e dell'amore.

Infatti Dio per i cristiani è intelletto, volontà di amare e persona che ama. L'amore di Dio infatti è una forza discensiva, un amore disinteressato che va dalperfetto al meno perfetto.

Nella precedente concezione di Dio questi era visto diversamente nello sviluppo di filosofie differenti:

- Stoici: logica, struttura razionale di cui è costituito il cosmo

- Platone: demiurgo plasma materia già esistente senza interessarsi dell'uomo

- Presocratici: pensiero naturalistico (acqua, fuoco, terra, aria)

- Socrate: daimon, spirito guida

- Aristotele: motore immobile, causa prima che muove l'universo.

Traduzioni e università XIII secolo
Bonaventura

Bonaventura da bagnoregio afferma la superiorità della teologia sulla filosofia,sostiene l'ilemorfismo di tutte le sostanze e la pluralità di tutte le forme, contro Tommaso, e adotta una concezione della materia come puro principio di potenzialità; recupera da Agostino la nozione di ragioni seminali.

Tommaso d'Aquino

Tommaso D'aquino nacque nel 1224 e morì nel 1225. In un primo momento della sua vita i genitori lo affidarono all'abbazia benedettina di Montecassino col desiderio di vederlo un giorno abate. Ma tommaso non si stava preparando una strada monastica feudale.

Si trasferì a Parigi dove completò i suoi studi di Arte e teologia. Ci giungono alcuni suoi scritti che ci conferiscono di inquadrarne il pensiero filosofico.

Un esempio di integrazione profonda tra discorso teologico e argomenti filosofici lo troviamo nelle cosiddette cinque prove dell'esistenza di Dio (cinque vie). Queste prove partono dall'esperienza del mondo fisico per dimostare come questa postuli l'esistenza di Dio, queste vie sono dette a posteriori proprio perchè considerano gli effetti prima delle cause.

Prima via: analizza il moto delle cose "tutto ciò che si muove è mosso da altro", prova l'esistenza di Dio come motore immobile.

Seconda prova: analizza la causa efficiente "ogni causa è causata da altro" e ciò identifica Dio come prima causa efficiente.

Terza prova: prende spunto dall'analisi del possibile e del necessario, Dio viene identificato come ente assolutamente necessario.

Quarta prova: Dio è l'ente massimamente perfetto

Quinta prova: parte dall'ordine finalistico della natura, Dio è la causa ordinatrice di tutto l'universo.

Aristotelici radicali

Continuando sulla linea di Alberto Magno di demarcazione fra filosofia e teologia, rimarcando in particolare il carattera radicalmente laico e razionale della filosofia, i professori delle facoltà delle Arti hanno il compito di spiegare i testi aristotelici dal punto di vista di Aristotele, prescindendo dal sapere teologico e dalla fede.

Le figure più rilevanti tra il 1266 e il 1280 alla facoltà delle Arti di Parigi furono Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia, legati alla dottrina della doppia verità.

Boezio di Dacia

Maestro delle Arti a Parigi e rappresentante dell'averroismo latino fu condannato insieme a Sigieri di Brabante nel 1277.

Scrisse numerosi commenti sulle opere di Aristotele; famosoè il De aeternitate mundi, trovato nel 1954.

Basandosi sulla filosofia aristotelica infatti egli individua nell'uomo tre anime, una vegetativa (comune con le piante), una sensitiva (comune con gli animali) e una razionale propria dell'uomo che rappresenta la facoltà più alta. Da ciò derivano una facoltà speculativa e una pratica che ci spingono l'una a conoscere il vero e a compiere il bene col conseguente piacere che ne deriva; in questo modo si raggiunge la beatitudine-felicità realizzazione della natura umana propria del filosofo.

Sigieri di Brabante

Non si hanno notizie precise sulla sua biografia, è certa tuttavia una profonda adesione all'interpretazione di Aristotele data da Averroè. San Tommaso insinuò per questo un sospetto di eresia nei confronti di Sigieri, e questi fu dunque citato nel 1276 dall'inquisitore di Francia, Simone du Val, insieme ad alcuni altri maestri come "veementemente sospetti di eresia". Lasciato in quell'anno l'insegnamento era tornato in patria, e pare che recandosi alla corte pontificia fosse stato ucciso da un servo pazzo. Sigieri riprende tutte le fondamentali tesi aristoteliche nell'interpretazione averroistica: necessità della derivazione del molteplice dalla causa prima attraverso le intelligenze, eternità del mondo, influenza dei cieli poichè "tutto avviene necessariamente", materia principio d'individuazione per cui ogni intelligenza separata è unica nella specie, unità dell'intelletto possibile, ecc.

Alberto Magno

Alberto Magno fu uno stimato teologo di Parigi incaricato dal suo ordine, quello domenicano, di fondare a Colonia uno Studio Generale, ovvero una università domenicana. Portò con se i suo miglioreallievo come segretario: Tommaso d'Aquino.

Alberto decise di avviare un progetto di commento delle opere di Aristotele tramite il metodo della perifrasi in stile avicenniano, ovvero una riscrittura analitica ricca di chiarimenti. Egli intende infatti attualizzare il testo attraverso integrazioni e precisazioni.

Attua inoltre una separazione fra teologia e filosofia, in quanto nota che una è basata sulla rivelazione, l'altra sulla ragione e sul metodo dimostartivo e mentre la prima presuppone un assenso totale alla fede, la seconda utilizza strumenti razionali e condivisi. Riconosce perciò la superiorità della teologia rispetto alla filosofia della quale riconosce comunque l'autonomia di impresa del tutto razionale e umana.

Università e didattica

Nel sistema universitario medievale non esisteva una facoltà di filosofia.

Le università utilizzavano forme altamente strutturate per l'analisi di un testo (lectio) e discussione teorica (disputatio).

La lectio consisteva nell'analizzare un testo secondo tre livelli di lettura: littera (spiegazione letterale), sensus (parafrasi del significato) e sententia (approfondimente della posizione teorica dell'autore.

Scuole XII secolo

Con l'espansione della civiltà urbana anche la cultura che prima era esercitata in ambienti chiusi quali corti e palazzi, vede ora nuovi orizzonti e la possibilità di mutare scenario. E' in questo contesto che nel XII secolo si sviluppa nelle scuole cittadine il "metodo scolastico" di analisi del testo.

Esso si articola in tre fasi. Prevede una lectio, una lettura integrale di un testo autorevole; il sensus, ovvero la spiegazione del senso letterale; la sententia cioè la spiegazione del senso dottrinale profondo racchiuso nell'opera.

Abelardo

Pietro Abelardo si forma a Parigi presso la scuola cattedrale di Notre-Dame; frequenta nella città le migliori scuole di dialettica, culmine delle discipline liberali del trivio. Studia la logica e affronta il problema degli universali, ovvero termini che si predicano di più realtà particolari aventi caratteristiche simili. Egli propone una soluzione innovativa, considerando gli universali come parole dotate di significato; essi infatti riconoscono lo status reale di più individui. Applica la logica e la filosofia anche nell'ambito della teologia. In etica sostiene rivoluzionariamente che la moralità degli atti non è la norma esteriore, ma l'intenzione con cui si compie un'azione derivante dall'anima stessa.

Gioacchino da Fiore

Gioacchino da Fiore fu pellegrino in Oriente e monaco cistercense, fondatore di una comunità m,onastica contemplativa sulla Sila. Egli nei suoi scritti poneva l'attenzione sul problema che i tempi dell'anticristo fossero imminenti. Punta infatti ad individuare una corrispondenza tra le persone della Trinità e la successione delle epoche storiche. L'età del Padre (Antico Testamento) è contrassegnata dalla servitù alla legge di Dio; l'età del figlio rappresenta il raggiungimento di un rappòorto filiale con Dio, mentre l'età dello Spirito è lo stadio finale in cui alla Chiesa istituzionalizzata si sostituisce una Chiesa luogo comunitario di amore nella quale si raggiunge la piena comprensione spirituale della rivelazione.

Giovanni di Salisbury

Formatosi in Francia dove seguì le lezioni di Abelardo e poi continuando sotto i maestri di Chartres si dedicò alla diplomazia e alla politica diventando segretario del vescovo di Canterbury Thomas Becket. Fu vescovo di Chartres dal 1176 al 1180 anno della sua morte.

Egli dati i suoi studi delinea una figura ideale di sovrano, il quale deve essere rappresentativo di tutti i sudditi, mettere loro al primo posto, mantenere una condotta virtuosa e avere un forte senso della misura. La carica è di natura divina e si fonda su equità e giustizia

Scuola di Chartres

La scuola di Chartres fu una scuola di studi filosofici e teologici sorta nell'XI secolo a Chartres per iniziativa del vescovo di Chartres Fulberto che mirava a sviluppare la teologia cristiana tramite l'utilizzo della filosofia di Platone.

Rappresenta uno dei più grandi istituti appartenenti al sistema educativo della scolastica medievale.

I filosofi di Chartres assimilarono la dottrina di Platone mediante il pensiero neoplatonico di Agostino d'Ippona e di Boezio. Dal punto di vista ontologico ritenevano che le idee fossero create dal Padre, mentre sul piano cosmologico seguirono l'interpretazione di Calcidio del Timeo di Platone, facendo corrispondere lo Spirito Santo alla platonica Anima del mondo, riprendendo così la tesi di Abelardo.

Tra i maestri più celebri ricordiamo: Bernardo di Chartres, Yves di Chartres, Teodorico di Chartres, Guglielmo di Conches, Gilberto Porretano, Giovanni di Salisbury.

Filosofia dei monasteri
Sant'Anselmo d'Aosta

Anselmo d'Aosta sviluppa prove a posteriori dell'esistenza di Dio, che si reggono su una concezione realistica degli universali. Nel Proslogion propone un unico argomento (l'argomento ontologico) per dimostrare a priori l'esistenza di Dio, procedendo per attraverso una reductio ad absurdum, arrivando a definire Dio come "ciò di cui non può pensarsi nulla di maggiore".

Eriugena

Uno dei primi esponenti nel periodo della scolastica, Giovanni Scoto Eriugena conferisce un'impostazione neoplatonica alla sua opera De divisione naturae, in cui evidenzia l'esistenza di quattro nature o divisioni. Per escludere antropomorfismi, egli precisa che di Dio possiamo conoscere e dire ciò che non è più che ciò che è.

cuola neoplaton

Console, senatore e cancelliere, Severino Boezio , teologo cristiano, a Roma fece parte di un circolo di intellettuali cristiani che miravano ad assumere i caratteri della scuola neoplatonica. Può essere definito precursore della Scolasticain quanto egli era un Romano molto affascinato dalla filosofia greca.

Si sforzò di conservare la conoscenza del greco nel mondo latino, attraverso traduzioni e commenti (soprattutto del Corpus di Aristotele). A lui dobbiamo anche diverse opere che riguardano i primi problemi cristiani, in quanto si distinse per la sua vigorosa fede. Per quanto concerne la logica egli analizza il problema degli universali, assumendo una posizione di realismo moderato.

Agostino

Nato a Tagastenel 354 vive i primi 31 anni della sua vita fra dissipazioni e disordini morali di diverso tipo. La sua conversione avviene in più fasi; attraversa prima un periodo Manicheista (secondo tale concezione esistono due principi autonomi -bene e male- che si scontrano l'uno con l'altro). In seguito fu influenzato dallo scetticismo e successivamente dal platonismo che rappresentò una fase di transito verso la conversione totale al cristianesimo.

IL TEMPO

Molto significativa è la visione del tempo di Sant'Agostino.

Egli imposta un paradosso: per misurare il tempo, lo guardo dall'interno e individuo tre dimensioni (presente, passato e futuro). Concentrandosi sul passato si rende conto di non poterlo misurare perchè non è più e rientra dunque nella prospettiva del non essere. Il fututo ugualmente non è ancora. Se il presente poi fosse immobile e non finisse nel passato sarebbe eternità.

Per uscire dal paradosso definisce il tempo come distensio animi, una dilatazione dell'anima: il tempo non è dei corpi ma dell'uomo, della coscienza umana, nasce e dipende dall'uomo.

Esiste una sola dimensione reale che è il presente misurato appunto dall'anima. Il passato diventa memoria, il fututo è il tempo della nostra progettazione (aspettazione) e il presente è la dimensione dell'attenzione.

Dio inoltre con la creazione ha creato anche il tempo stesso, dimostrando di non essere nel tempo poichè non è un uomo, bensì di essere eterno.

LA CONOSCENZA

La conoscenza per sant'Agostino si sviluppa su diversi gradi.

Avviene prima la percezione degli oggetti esterni trasformati in immagini mentali, che vengono depositate. Questa seconda fase procede con la trasformazione delle affezioni necessarie per le operazioni mentali e infine viene compiuto un giudizio attraverso il quale si riconoscono e distinguono i fenomini secondo un criterio basato su principi oggettivi.

Padri apologisti

I padri Apologisti (da apologhìa, difesa) svolsero l'attività di difensori a favore del cristianesimo col fine di spiegarlo e rendere ragione della loro fede. Numerose erano infatti le dicerie e i pregiudizi popolari attribuiti alla nuova religione, ritrovando in essa tratti di cannibalismo e considerandola incestuosa e "atea" in quanto rifiutava gli dei pagani.

Cappadoci

Esponenti della teologia di lingua greca furono Basilio di Cesarea e Gregorio di Nissa , l'uno vescovo, l'altro filosofo, dimostrarono che i cristiani erano in grado di affrontare conversazioni sulla loro fede con gli intellettuali greci e che il Cristianesimo non era un dottrina contraria alla filosofia ma una dottrina che portava alla conoscenza, alla fede e ad un nuovo stile di vita rappresentato anche dal monachesimo.si dedicarono in particolare alla questione della Trinità.

Clemente e Origene

Entrambi alessandrini, Clemente associa la figura di Dio a quella del pedagogo, mentre Origene fu il primo cristiano a impegnarsi sistematicamente nell'interpretazione della Bibbia distinguendo due diversi livelli di lettura: il significato letterale e il significato spirituale.

Quest'ultimo si articola in tre diversi significati:

- tipologico: gli eventi dell'Antico Testamento assumono il valore di prefigurazioni del Nuovo Testamento

- morale: gli avvenimenti biblici sono riferibili alla lotta interiore fra bene e male

- anagogico: elevazione dell'anima alla contemplazione delle realtà divine

Giustino

Originario della Palestina, Platonico per formazione sosteneva in particolare l'idea che il cristianesimo fosse la vera filosofia, la soluzione e di conseguenza che rappresentasse la verità assoluta.