da Elisa MELELEO mancano 2 anni
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La birra, ormai pronta, viene in alcuni casi filtrata e pastorizzata alla temperatura di 60° gradi per distruggere alcuni microorganismi presenti, e quindi imbottigliata.
Solitamente, le birre che non vengono né filtrate e né pastorizzare, risultano di un colore più torbido, mentre quelle che subiscono questi due processi, risultano più limpide e brillanti.
Alcune birre, subiscono anche una terza maturazione in bottiglia, con un ulteriore aggiunta di lievito, al fine di aumentare la gradazione alcolica. È il caso di birre che per tradizione sono molto forti e corpose, come quelle di abbazia o le Strong Ale.
Esistono inoltre alcune birre belghe che fermentano senza l’aggiunta di lieviti esterni, sfruttando l’aria favorevole delle zone in cui vengono prodotte. È il caso, ad esempio, delle Lambic
la birra appena ottenuta viene adagiata in appositi tini di maturazione, generalmente d’acciaio, ad una temperatura che oscilla tra 0 e 2 gradi, per circa quattro o cinque settimane, salvo prodotti eccezionali che possono maturare anche per diversi mesi. Questo processo serve a saturare l’anidride carbonica e a permettere ai residui di lievito e proteine di depositarsi, in modo da migliorare anche il gusto del prodotto finale.
Dopo la cottura, il composto ottenuto dev’essere raffreddato e poi lasciato fermentare. Se si vuole produrre una birra ad alta fermentazione (Ale), il malto va portato ad una temperatura di circa 15-20 gradi, mentre se si vuole produrre una birra a bassa fermentazione (Lager) va portato a 4-6 gradi. A secondo del tipo di fermentazione che si sceglie di adottare, cambia anche la tipologia di lievito da utilizzare, ci sono lieviti che prediligono basse temperature, ed altri alte. Esso ha lo scopo di trasformare gli zuccheri e gli aminoacidi in alcol, anidride carbonica e sostanze aromatiche. L’alta fermentazione avviene più velocemente rispetto a quella bassa, che solitamente dura tre o quattro giorni.
l malto, dopo essere stato macinato finemente, altra fase molto importante, viene miscelato ad acqua fredda che viene successivamente portata a temperature di 65-68 gradi. Così facendo l’amido presente si trasforma in zucchero, determinando la trasformazione del malto in mosto. Dopo aver rimosso i residui, il composto viene cotto su un’apposita caldaia e portato ad ebollizione. A seconda della tipologia che si intende produrre cambia la durata della cottura, ma nella maggior parte dei casi non dura più di un’ora, e comunque mai più di due ore e mezza.
Questo processo serve per sterilizzare e concentrare il mosto, e la temperatura alla quale esso viene sottoposto è fondamentale per le sue successive trasformazioni biochimiche.
È durante questa fase che viene aggiunto l’aroma più importante, ossia il luppolo, ai fini del sapore finale della bevanda.
a prima fase della preparazione della birra è la preparazione dell’ingrediente principale, ossia il malto.
Il malto si ricava principalmente dall’orzo, ma anche da altri cereali vari come orzo, frumento, segale, mais e altro. Una volta selezionato quello idoneo, esso viene ripulito e posto nelle vasche di macerazione dove per qualche giorno riceve l’acqua e l’ossigeno necessari alla germinazione, che solitamente dura circa una settimana. Durante questo periodo nei chicchi dei cereali si forma una radichetta, che, quando raggiunge i due terzi della dimensione dello stesso significa che la germinazione va arrestata, attraverso l’essiccazione o la torrefazione.
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