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da Mar Vaz mancano 7 anni

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Le licenze Creative Commons

L'articolo tratta delle licenze Creative Commons e del diritto d'autore nell'era digitale, evidenziando la necessità di aggiornare le normative nate in un contesto pre-digitale per adattarle al mondo moderno.

Le licenze Creative Commons

Marisa Monteiro Vaz

Questo icona nominato "Condividi allo stesso modo" (SA, ovvero Share Alike) indica la possibilità da parte dei terzi di modificare l’opera. Se si vuole subordinare la modifica al rilascio della nuova opera (opera derivata) al fatto che essa sia rilasciata con la medesima licenza dell’originale, si deve aggiungere questa clausola; invece si intende lasciare completamente aperta questa possibilità non si deve fare niente (tratto da Antonio Fini, "Il diritto d’autore in rete e le licenze Creative Commons", 2012, disponibile sul sito http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/2012/06/15/il-diritto-dautore-in-rete-e-le-licenze-creative-commons/)

Questa clausola nominata "Non opere derivate (ND)" è utile per impedire che l’opera originale sia modificata, consentendone quindi soltanto una copia così com’è a meno che ci sia un'autorizzazione da parte dall'autore (tratto da Antonio Fini, "Il diritto d’autore in rete e le licenze Creative Commons", 2012, disponibile sul sito http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/2012/06/15/il-diritto-dautore-in-rete-e-le-licenze-creative-commons/)

Questa clausola nominata "non commerciale (NC)" è utilizzata per acconsentire il riutilizzo a scopi non commerciali; se invece vogliamo acconsentire l'utilizzo a scopi commerciali basta, semplicimente, non aggiungere questo icona (tratto da Antonio Fini, "Il diritto d’autore in rete e le licenze Creative Commons", 2012, disponibile sul sito http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/2012/06/15/il-diritto-dautore-in-rete-e-le-licenze-creative-commons/)

Le licenze Creative Commons

La normativa internazionale sul diritto d’autore risale all’era pre-digitale, è stata pensata soprattutto per proteggere i diritti di sfruttamento economico delle opere e male si adatta al mondo digitale. Si pensi alle diverse possibilità di riuso di un libro in formato cartaceo e di uno in formato digitale. Certo, anche per i primi esiste l’annoso problema delle fotocopie, è indubbio però che il digitale offre enormi opportunità aggiuntive ma anche conseguenti nuove problematiche.Una possibile soluzione è rappresentata dalle licenzeCreative Commons

Nel 2001, traendo ispirazione dalle licenze d’uso aperte tipiche dei movimenti delsoftware libero (il free software proposto da Richard Stallman già dagli anni ’80) e del più diffusoOpen Source, Larry Lessig, un professore della Harvard Law School, fondò con altri soci l’organizzazione non-profit Creative Commons (CC), dedicata alla ricerca di strumenti legali per superare le limitazioni che la precedente normativa del copyright stava manifestando nell’era digitale.


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