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da federico monaco mancano 13 anni

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viaggio a Rovereto

A pochi chilometri da Rovereto, nell'affascinante provincia di Trento, sorge l'Eremo di San Colombano, un luogo eremitico che si raggiunge attraverso una scala di 102 gradini scavati nella roccia.

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Sacrario militare

Il Sacrario Militare di Castel Dante sorge sulla sommità di un colle dal quale è possibile godere di un'invidiabile vista panoramica sulla città, i dintorni e le vie di accesso. Costruito nel 1936 su progetto di Ferdinando Biscaccianti, il sacrario (noto anche come Ossario) conserva al suo interno i resti di dodicimila soldati italiani e austro-ungarici caduti sul fronte italiano durante la prima guerra mondiale. Ricoperto da una cupola in metallo, il Sacrario custodisce le spoglie dei martiri Fabio Filzi e Damiano Chiesa e il busto di Guglielmo Pecori Giraldi, il comandante della prima armata italiana che arginò l'offensiva austriaca del 1916.

http://www.comune.rovereto.tn.it/vivere_rovereto

Custodisce le spoglie di oltre 20.000 combattenti della Prima Guerra Mondiale, di nozionalità italiana, austriaca, ceca, slovacca e ungherese.

Storia

Il sacrario fu costruito sulle rovine del castello medievale dei Signori di Lizzana, su progetto dell'architetto Ferdinando Biscaccianti, nel 1936.

Ricoperto da una cupola di metallo, il sacrario è una monumentale costruzione a corpo cilindrico, a due piani collegati da più scale interne e si ispira all'architettura classica.

Al pianterreno, dopo una scala panoramica, è posizionata una lapide che ricorda le medaglie d'oro della Legione Trentina, ed attorno ad uno spoglio altare troviamo la Via Crucis in bronzo dello scultore G. Castiglioni.

Nel piano superiore si trovano l'altare e le spoglie di Damiano Chiesa e Fabio Filzi.

L'apertura centrale circolare dà luce alla cripta in cui è conservato il busto del comandante della Prima Armata italiana che arginò l'offensiva austriaca del 1916, G. Pecori Girardi. Ai margini della strada di accesso sono visibili alcune opere militari.

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Le orme dei dinosauri

In località Lavini di Marco, poco distante da Rovereto, è possibile visitare un sito del tutto particolare che conserva le orme e le piste dei dinosauri. Individuato alla fine degli anni Ottanta e sistematicamente studiato dal 1992, questo geosito o geotopo (luogo che testimonia l'evoluzione della crosta terrestre e l'influenza che essa ebbe sulla vita e l'uomo) raccoglie testimonianze risalenti ad un periodo compreso tra i 202 e i 140 milioni di anni fa. Grazie ad esse gli studiosi hanno potuto identificare le tracce di oltre duecento animali e, pur nell'impossibilità di identificarli tutti, hanno potuto "classificare" i dinosauri che nel Giurassico inferiore popolavano la zona.

Aperto e accessibile tutto l'anno, il percorso ai Lavini di Marco è suddiviso in cinque settori parzialmente attrezzati: la strada forestale, il Colatoio Chemini (dal nome del naturalista Luciano Chemini che per primo ha scoperto le orme), la grande piega, i colatoi inferiori, le "laste alte".

http://www.comune.rovereto.tn.it/vivere_rovereto

la "carica dei 102... gradini

L'eremo di San Colombano è un luogo eremitico situato nel comune di Trambileno, poco distante da Rovereto, in provincia di Trento.

All'eremo si arriva tramite una scala di 102 gradini scavati nella roccia.

Alcune cavità naturali, a metà altezza della parete rocciosa dell' "orrido" formato dal torrente Leno di Vallarsa, furono utilizzate sicuramente a partire dal 753 (data incisa sulla roccia) da un monaco eremita.

Secondo la leggenda lo stesso San Colombano o il primo monaco eremita vi giunse e vi uccise il drago che provocava la morte dei bambini battezzati nelle acque del sottostante torrente Leno.

Più probabilmente la leggenda nacque dall'utilizzo come luogo eremitico dai primi monaci provenienti da Bobbio o dal vicino Monastero di San Colombano del Priorato di Bardolino o comunque di regola colombaniana e dalla loro dedicazione al santo irlandese.

La regola colombaniana prescriveva nel tempo di quaresima il romitaggio, ossia il completo isolamento del monaco in meditazione in luoghi naturali quasi inaccessibili.

Il primo insediamento fu la «Grotta degli Eremiti», in un'epoca non definita. L'iscrizione datata 753, incisa sulla roccia accanto all'attuale campanile, fa risalire comunque la pratica continua del romitaggio monastico.

Tra la fine del X secolo e gli inizi dell'XI è databile la prima costruzione di una piccola chiesa dedicata al santo all'apertura della grotta, sotto un tetto naturale di roccia. I primi documenti che attestano la presenza dell'Eremo e della chiesetta sono uno del 1319, riguardante un lascito fatto alla «Chiesa di San Colombano» da parte del Conte Guglielmo Castelbarco della dinastia dei Signori di Lizzana e Rovereto, e l'altro del 1470, tuttora conservato nell'archivio parrocchiale di Lizzana, attesta la fede degli abitanti del luogo con celebrazioni e processioni al santo irlandese per scongiurare le lunghe siccità.

L'eremo della "Grotta dell'eremita" venne utilizzato dai monaci eremiti, che ne furono i custodi, fino al 1782 quando venne abolita la pratica del romitaggio. Da allora il luogo di culto fu in seguito curato dagli abitanti della valle.

La provincia di Trento ne ha effettuato il restauro nel 1996 e la manutenzione ordinaria e l'apertura al pubblico sono garantite da un gruppo di volontari riuniti nel Comitato Amici di San Colombano.

All'interno della grotta troviamo affreschi con la lotta tra san Colombano e un drago (allegoria della lotta tra bene e male) e con la raffigurazione del Paradiso, mentre un altro con "Madonna e santi" del XV secolo si trova sull'altar maggiore della chiesa e conserva incisioni con invocazioni ed ex-voto datate tra il 1505 e il 1782, testimoni del pellegrinaggio al santuario.

Mart

Il museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART) è un centro museale della provincia di Trento.

La sede principale è situata a Rovereto in Corso Bettini 43 e vi si trovano perlopiù opere d'arte moderna e contemporanea.

La sezione di Trento del museo è ospitata presso il Palazzo delle Albere, in Via R. da Sanseverino 45, che dal 2011 è chiuso per restauri. La riapertura è prevista per il 2012.

Fa parte del Mart anche la Casa d'Arte Futurista Depero, che si trova a Rovereto in via Portici 38, ed ospita le opere più importanti dell'artista futurista Fortunato Depero.

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ubicazione geografica

Rovereto (IPA: /rove'reto/, Rofreit in tedesco, Roveredo in dialetto trentino[3]) è un comune italiano di 38.151 abitanti[4] della provincia di Trento nel Trentino-Alto Adige.

Secondo comune della provincia per popolazione, dopo il capoluogo, è la principale città della Vallagarina, così detta la valle dell'Adige nel tratto Besenello-Borghetto di circa 40 km. Già città storica appartenente al Principato Vescovile di Trento entro il Sacro Romano Impero di Germania, per circa un secolo alla Serenissima, quindi alla Contea del Tirolo entro l'Impero austro-ungarico.

Rovereto è attualmente un importante centro turistico e culturale del Trentino. Ospita uno dei più grandi musei di arte contemporanea d'Italia, il MART e, grazie alla presenza della Campana della Pace è, da molti anni, Città della Pace[5]. Oltre a queste due istituzioni ospita altri musei ed è sede di iniziative culturali; è situata a breve distanza dal Lago di Garda (circa 20 km) ed è circondata da località di sport invernali ed escursione estive, come Brentonico e Folgaria.

Nei pressi di Rovereto, nel comune di Trambileno, nella valle percorsa dal torrente Leno, si trova arroccato su una parete a strapiombo sul torrente stesso, l'Eremo di San Colombano.

Storia

Le origini di Rovereto risalgono ancora alla preistoria, ma con poche testimonianze; è probabile che fosse un insediamento importante nell'Età del ferro. Ben documentata è invece l'epoca romana, durante cui Rovereto era costituita da un fortilizio con alcune zone abitate alla base. Rovereto divenne centro di valle relativamente tardi, dipendendo ecclesiasticamente e amministrativamente da Lizzana[7]. Per circa un secolo fece parte della Serenissima dal 23 giugno 1418 fino alla guerra ordita dalla Lega di Cambrai nel 1509, quando, a seguito della sconfitta veneziana a Agnadello, venne occupata dal regio esercito imperiale, rimanendo direttamente dipendente dall'imperatore Massimiliano I, che il 3 novembre 1510 elevò il borgo a ruolo di città.[8]

La città fece parte, come tutto il Trentino, del Sacro Romano Impero Germanico, della Contea del Tirolo e poi entro la compagine dell'Impero austro-ungarico (dal 1509 al 1918); il periodo forse più fiorente della storia della città di Rovereto è stato il secolo XVIII. In tale periodo si sviluppò al massimo l'industria della seta, che era stata introdotta dai veneziani nel Quattrocento. Numerose chiese e palazzi di grande pregio furono eretti in questo periodo e in particolare fu realizzato il Corso Nuovo, viale d'accesso alla città per chi proviene da Trento, successivamente Corso Vittorio Emanuele II e oggi Corso Bettini.

Il territorio di Rovereto, scorporato dal restante Principato Vescovile, entrò dal 1509 nei domini diretti degli Asburgo d'Austria. Rovereto nel periodo della dominazione imperiale pretese e ottenne di godere delle condizioni di particolare autonomia che ne caratterizzavano lo status nel periodo della dominazione veneziana ed ebbe quindi un regime amministrativo diverso da quello vigente per gli altri territori trentini dell'Impero. Durante la lunga dominazione asburgica, che ha lasciato alla città numerosi monumenti ed edifici (la Manifattura Tabacchi, il Palazzo dell'istruzione, ex Imperial Regio Ginnasio, il Palazzo di Giustizia, palazzi vari, uffici e ponti), Rovereto (nota anche nell'Impero Asburgico come Rofreit) divenne una città molto prosperosa. Durante il primo conflitto mondiale la città fu quasi rasa al suolo dai violenti bombardamenti, ed il suo territorio fu coinvolto nella Strafexpedition scatenata il 15 maggio del 1916 dal imperial regio Esercito austro-ungarico. Fu occupata dall'esercito italiano a fine guerra il 2-3 novembre 1918. Durante la seconda guerra mondiale, dopo i fatti dell'8 settembre 1943, il Trentino, l'Alto Adige e la Provincia di Belluno furono governate dal Terzo Reich con la Operations zone Alpenvorland (Zona d'operazioni delle Prealpi) fino alla ritirata tedesca di fine aprile-inizio maggio del '45. Nel periodo dell'occupazione tedesca il capoluogo di regione fu posto a Bolzano.

http://it.wikipedia.org/wiki/Rovereto

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