by sara berretta 3 years ago
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Con questo testo il poeta volle intervenire su uno dei temi più “caldi” della sua epoca: il rapporto tra il potere temporale (rappresentato dall'
) e l'autorità religiosa (rappresentata dal
). Ormai è noto quale fosse il punto di vista di Dante su questo problema, poiché durante la sua attività politica egli aveva lottato per difendere l'autonomia del
fiorentino dalle pretese temporali di
.
Secondo la cronologia più accreditata il De Monarchia fu composto negli anni
-
, cioè al tempo della discesa di
in Italia; secondo altri, bisognerebbe anticipare almeno al
la data di composizione; altri ancora, infine, posticipano la composizione del trattato al
, pochi anni prima della morte dell'autore (
).z
Universo dantesco Nel giorno dell’equinozio di primavera del 1300, inizia il viaggio che porterà Dante Alighieri a scendere fino alla parte più profonda degli inferi per risalire poi la montagna del Purgatorio; ad accompagnarlo ci sarà Virgilio, poeta e autore dell’Eneide, che in seguito lo lascerà nelle mani di Beatrice per la salita al Paradiso. Quello compiuto da Dante non è solo un viaggio purificatore ed esemplare, ma anche un viaggio attraverso un universo ridisegnato secondo le sue esigenze narrative, un universo che potrebbe aver anticipato la teoria della relatività generale di Einstein. Universo dantesco: struttura La struttura dell’universo dantesco ha una forma ben precisa, egli stesso ce la descrive man mano che compie il suo viaggio attraverso i regni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Immobile, e sospesa al centro dell’universo, si trova la Terra la cui superficie circolare è divisa a metà in emisfero boreale ed emisfero australe; il primo costituisce la parte abitata ed il secondo è invece completamente occupato da acqua. Al centro dell’emisfero settentrionale, ed equidistante dal fiume Gange e dalle colonne d’Ercole (che delimitano i confini estremi della Terra) si trova la città di Gerusalemme. Ai suoi antipodi (emisfero australe), nata a causa della terra spostata da Lucifero durante la sua caduta, si trova la montagna del Purgatorio, salendo la quale si arriva in Paradiso. La dimora dell’angelo caduto è invece ubicata sotto la città di Gerusalemme, in una cavità conica al centro della quale vi è rimasto conficcato. La Terra è, inoltre, circondata da nove sfere concentriche rotanti costituenti i cieli del Paradiso, nell’ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Cielo delle stelle fisse, Cielo cristallino o Primo Mobile. L’ultimo cielo col suo movimento, trasmette la rotazione ai cieli sottostanti. Tutti e nove sono contenuti in un’unica sfera immobile, il cielo Empireo, nella quale dimorano Dio, gli angeli ed i beati. Universo dantesco: spiegazione Dante Alighieri crea il suo universo usando tutto il sapere scientifico e filosofico in suo possesso. La Commedia segue una particolare simbologia numerica, è infatti suddivisa in 3 cantiche suddivise a loro volta in 33 canti più uno introduttivo; si arriva così al numero 100, multiplo di 10 e simbolo di perfezione insieme al 3 che è il numero della trinità. Seguendo il modello astronomico conosciuto nel suo tempo, Dante pone la città di Gerusalemme al centro dell’emisfero settentrionale perché essa è per l’uomo il centro della cristianità, e subito sotto si apre la voragine dell’Inferno dove dimora colui che ha osato sfidare Dio. Questo regno è suddiviso in 9 cerchi che si restringono sempre di più man mano che si scende. Dall’Antiferno, dove si trovano gli ignavi, si attraversa l’Acheronte, il fiume sul quale veglia Caronte, colui che ha gli occhi di “bragia”. Nel primo cerchio il poeta incontra Virgilio, tra i non battezzati, che prosegue il viaggio con lui facendogli da guida. I primi sette cerchi rappresentano i sette vizi capitali, in essi ogni punizione è calibrata proprio in base al peccato commesso. L’ottavo cerchio (Malebolgie) è riservato a chi ha tradito chi non si fidava ed è suddiviso in 10 bolge. L’ultimo cerchio, il nono, è invece destinato a chi ha tradito chi si fidava; i peccatori sono immersi nelle acque gelate del lago Cocito dove al centro è conficcato Lucifero che, con le sue tre bocche, è intento a masticare le anime di Bruto, Cassio e Giuda. A gelare il lago è il vento prodotto dalle ali dell’angelo caduto. e quindi uscimmo a riveder le stelle Usciti dall’Inferno, i due viaggiatori si ritrovano sulla spiaggia del Purgatorio dove a d attenderli c’è Catone, il custode del regno. Posto nell’emisfero delle acque, questo regno è anch’esso suddiviso in 9 cerchi comprendenti: l’antipurgatorio, 7 cerchi (per ogni peccato capitale) ed il paradiso terrestre. Le anime che vi finiscono si sono pentite dei loro peccati e per espiarli devono percorrere la montagna fino alla sua sommità, in modo tale da meritarsi il posto in Paradiso quando verrà il giorno del giudizio; giorno in cui il Purgatorio sparirà. Arrivato al paradiso terrestre, Virgilio dovrà lasciare Dante affidandolo alla guida di Beatrice che lo trasporterà in Paradiso. Questa regno è suddiviso in 9 cieli più uno; i prime sette cieli hanno il nome dei pianeti allora conosciuti, l’ottavo è il cielo delle stelle fisse, il nono è il Primo Mobile ed il decimo è composto dalla rosa dei beati al centro della quale si trova Dio circondato dai 9 cori angelici.
audio porta dell'inferno
dante entra nell'inferno
Il Convivio è un saggio dottrinario composto da Dante Alighieri nei primi anni dell'esilio, ovvero tra il 1304 e il 1307. L'intento dell'autore era quello di fornire un banchetto di sapienza a tutti coloro che non hanno potuto dedicarsi agli studi a causa di occupazioni familiari e civili.
Il De vulgari eloquentia (L'eloquenza della lingua volgare) è un
in
scritto da
tra il
ed i primi mesi del
.
Pur affrontando il tema della
, è scritto in latino per rivolgersi principalmente ai dotti del tempo e mostrare loro la bellezza della lingua volgare nella loro lingua, appunto il latino. Inoltre, Dante scrive in questa lingua per difendersi da eventuali accuse di incultura. Avrebbe dovuto comprendere almeno quattro libri, ma Dante ne scrive soltanto uno e parte del secondo.
Pur affrontando il tema della lingua volgare, è scritto in latino per rivolgersi principalmente ai dotti del tempo e mostrare loro la bellezza della lingua volgare nella loro lingua, appunto il latino. Inoltre, Dante scrive in questa lingua per difendersi da eventuali accuse di incultura. Avrebbe dovuto comprendere almeno quattro libri, ma Dante ne scrive soltanto uno e parte del secondo.
Il De vulgari eloquentia (L'eloquenza della lingua volgare) è un trattato in lingua latina scritto da Dante Alighieri tra il 1303 ed i primi mesi del 1305.
La Vita nova è la prima opera di attribuzione certa di Dante Alighieri, scritta tra il 1292 ed il 1294. Si tratta di un prosimetro nel quale sono inserite 31 liriche (25 sonetti, 1 ballata, 5 canzoni) e 42 capitoli.