by Santoro Morabito 3 days ago
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Novelle del Decameron dove Boccaccio critica il clero
1. Novella II, 1 - “Il frate Cipolla”
• Trama: Frate Cipolla, un frate truffaldino e abile oratore, promette ai fedeli di mostrare una reliquia straordinaria: una penna dell’Arcangelo Gabriele. Quando viene smascherato da alcuni burloni, improvvisa una giustificazione così brillante da raggirare nuovamente la folla.
• Critica: Boccaccio mette in evidenza l’abilità oratoria e la capacità di ingannare dei religiosi, che sfruttano l’ingenuità dei fedeli per trarne profitto.
2. Novella III, 1 - “Masetto di Lamporecchio”
• Trama: Masetto, un giovane contadino, si finge muto per farsi assumere come giardiniere in un convento di monache. Le suore, approfittando del fatto che lui non può parlare, iniziano a intrattenere con lui rapporti sessuali.
• Critica: Qui Boccaccio denuncia l’ipocrisia sessuale di certe figure religiose, mostrando come anche le monache, teoricamente votate alla castità, cedano facilmente alle tentazioni.
3. Novella VII, 3 - “Frate Rinaldo”
• Trama: Frate Rinaldo, un religioso corrotto, intrattiene una relazione amorosa con la moglie di un suo confratello e poi riesce a salvarsi raccontando una bugia.
• Critica: Viene mostrata la corruzione morale di alcuni religiosi, che predicano bene ma agiscono male.
4. Novella IV, 2 - “Abbondio e il monaco corrotto”
• Trama: Un monaco, pur di ottenere i favori di una donna, sfrutta il suo ruolo religioso per convincere il marito della donna ad accettare il tradimento.
• Critica: Ancora una volta Boccaccio evidenzia come il clero abusi del proprio potere spirituale per scopi personali e immorali.
5. Novella I, 4 - “Tancredi e Ghismunda”
• Trama: Anche se questa novella non è rivolta direttamente al clero, il tema dell’ipocrisia morale delle autorità (incluso il clero) emerge, poiché vengono messi a confronto gli ideali di purezza con la realtà concreta delle passioni umane.
PLURALISMO STILISTICO: COMBINAZIONE DI TONI ELEVATI E BASSI, DAL TRAGICO AL COMICO
VOLGARE FIORENTINO: LINGUA MODERNA E ACCESSIBILE PER L'EPOCA
REALISMO: DESCRIZIONE VIVIDE E DETTAGLI DELLA VITA QUOTIDIANA
NARRAZIONE INTERNA: CIASCUN GIOVANE RACCONTA UNA NOVELLA AL GIORNO, SECONDO IL TEMA DECISO DAL "RE" O DALLA "REGINA"
GRISELDA: (Giornata X, novella 10): esemplare di virtù e pazienza femminile
Griselda, giovane contadina, sposa il marchese Gualtieri, che per metterne alla prova la pazienza e la fedeltà, la sottopone a crudeli tormenti: le toglie i figli, la ripudia e la costringe a servire come domestica. Alla fine, Gualtieri, soddisfatto della sua incrollabile virtù, le restituisce il rango di moglie e madre. La novella celebra la pazienza femminile ma solleva interrogativi sulla giustizia e la crudeltà del potere maschile.
LISABBETTA DA MESSINA (Giornata IV, novella 9): amore tragico e simbolismo della pianta di basilico
Lisabetta da Messina ama segretamente Lorenzo, un giovane dipendente dei suoi fratelli. Scoperto il loro amore, i fratelli uccidono Lorenzo e ne seppelliscono il corpo. Lorenzo appare in sogno a Lisabetta, rivelandole il luogo della sepoltura. Lei ne dissotterra la testa e la nasconde in un vaso di basilico che bagna ogni giorno con le sue lacrime. Quando i fratelli scoprono il vaso, lo portano via, causando la morte di Lisabetta per dolore. La pianta di basilico simboleggia l’amore tragico e la memoria del defunto.
ANDREUCCIO DA PERUGIA (Giornata II, novella 5):fortuna e astuzia in una serie di disavventure
Andreuccio da Perugia arriva a Napoli per comprare cavalli, ma viene derubato da una donna che lo inganna con la promessa di amore. Dopo una serie di disavventure, tra cui cadere in una latrina e partecipare al furto di una tomba, grazie alla sua astuzia riesce a salvarsi e a ottenere un prezioso anello. La novella esalta la fortuna e l’ingegno nel superare le difficoltà.
SER CIAPPELLETTO (Giornata I, novella 1): un falso santo, critica al clero
La novella di Ser Ciappelletto narra di un uomo corrotto e malvagio che, in punto di morte, inganna un frate confessore con una falsa confessione piena di virtù. Dopo la sua morte, viene venerato come santo grazie alla reputazione fasulla creata dalla confessione. La storia critica l'ipocrisia e l’ingenuità del clero, mostrando come la santità possa essere costruita su menzogne.
NARRAZIONE ESTERNA: LA PESTE COME EVENTO STORICO E LA FUGA IN CAMPAGNA
CRITICA SOCIALE: SATIRA CONTRO CLERO CORROTTO, NOBILTA' DECADENTE
INTELLIGENZA E INGEGNO: ASTUZIA PER RISOLVERE PROBLEMI E SITUAZIONE DIFFICILI
FORTUNA: CASO, DESTINO, EVENTI IMPREVISTI
AMORE: PASSIONE, RELAZIONE PROIBITE, TRADIMENTI
L'AUTORE IMMAGINA CHE SETTE DONNE E TRE UOMINI SI RITIRANO IN UNA VILLA IN CAMPAGNA PER SALVARSI DALLA PESTE
RACCOLTA DI 100 NOVELLE (10 novelle al giorno, ogni giorno viene trattato un tema)
Giovanni Boccaccio (1313-1375) fu uno dei grandi autori della letteratura italiana, noto soprattutto per il Decameron, capolavoro che lo colloca tra i fondatori della prosa narrativa moderna. Nato probabilmente a Certaldo o a Firenze, era figlio illegittimo di un mercante fiorentino. Crebbe in un ambiente mercantile ma mostrò presto scarso interesse per gli affari. Fu inviato a Napoli, dove studiò diritto canonico e frequentò la corte angioina, un'esperienza che influenzò profondamente la sua formazione culturale e letteraria, maturando l’amore per la poesia e la cultura classica. Durante il periodo napoletano compose opere come Filostrato e Teseida, dimostrando una forte influenza della tradizione epica e cavalleresca, ma con un’attenzione originale alla psicologia dei personaggi. Tornato a Firenze nel 1340 per difficoltà economiche familiari, visse l’esperienza drammatica della peste del 1348, che ispirò la composizione del Decameron, una raccolta di cento novelle in cui esplora temi come l’amore, l’intelligenza, la fortuna e l’umanità, adottando uno stile vivace e realistico. Negli anni successivi subì una crisi personale e spirituale, influenzata dall’amicizia con Francesco Petrarca, che lo portò ad abbandonare progressivamente la narrativa per dedicarsi agli studi eruditi e alla filologia, scrivendo opere come De mulieribus claris. Morì nel 1375 a Certaldo, lasciando un’eredità indelebile nella letteratura europea e contribuendo alla transizione dal Medioevo al Rinascimento.