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by giovanni spinsanti 1 year ago

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l'ulivo

La coltivazione dell'ulivo è influenzata da molti fattori, inclusi parassiti come la mosca e malattie come la rogna e il cicloconio. Un aspetto cruciale della crescita dell'ulivo è la mignolatura, che riguarda la formazione delle infiorescenze a grappolo.

l'ulivo

l'ulivo

LE FOGLIE

i parassiti

la mosca
il cicloconio
la rogna

la riproduzione

la produzione
le rese

Un oliveto condotto secondo schemi tradizionali,

con 50 quintali/ettaro di olive,
produrrà quindi 7,5 quintali d'olio,
al 15%,

Applicando le corrette pratiche agricole, quindi anche l'utilizzo dell'irrigazione, è possibile giungere a una produzione, abbastanza costante, di 70-80 quintali ad ettaro su un oliveto intensivo, ovvero con 300-600 piante/ha. Non è infrequente, invece, che un simile oliveto abbia produttività decisamente più basse, nell'ordine dei 50 quintali ad ettaro e, in molte circostanze, con forte alternanza.
La produttività dipende da vari fattori come la varietà, l'età degli alberi, la fertilità e profondità del suolo, le condizioni climatiche e naturalmente le pratiche agronomiche. L'olivicoltore può naturalmente intervenire in campo per modificare alcune di questi fattori, a proprio vantaggio. Una corretta fertilizzazione favorirà la fertilità del suolo e garantirà un buon equilibrio vegeto-produttivo all'albero. Lo stesso vale, anche se in misura minore per la gestione del terreno. Una potatura squilibrata porterà a cali produttivi. Nota l'influenza, positiva, dell'irrigazione sulla produttività dell'oliveto.
Si può considerare la produttività ad albero oppure ad ettaro olivetato. Generalmente si considera la prima nel caso di oliveti vecchi e con poche piante spargole, magari centenarie, la seconda nel caso di nuovi oliveti.
La produttività
l'impollinazione
l'allegagione

Un decorso stagionale ottimale è favorito da una temperatura diurna compresa tra i 20 e i 25 °C, una ventosità diffusa e costante, poca pioggia, soprattutto quando i fiori sono aperti.

Il potenziale produttivo si riduce in caso di:


N.B. in condizioni normali la percentuale dei fiori allegati varia dal 1-2 fino ad un massimo del 4-5%

CARENZE IDRICHE

Situazioni di carenza idrica durante la fioritura e l’allegagione possono portare ad anomalie nella formazione del fiore, riduzione del numero delle infiorescenze, aborto dell’ovario e minore allegagione, anche se lo stress è di breve durata. Nelle aree geografiche dove l’acqua può rappresentare un fattore limitante in questo periodo, è importante monitorare lo stato idrico dell’oliveto fin dalla mignolatura, per ottenere il massimo della produttività dagli alberi.

In situazioni di carenza idrica, la disponibilità di un impianto di irrigazione consente di mantenere la pianta in uno stato idrico ottimale a garantire maggiore produzione; l’irrigazione infatti aumenta il numero di infiorescenze, la percentuale di allegagione e il numero, la pezzatura e il contenuto idrico dei frutti; diminuisce l’incidenza dell’aborto dell’ovario e la 

cascola 

dei frutti.

Mignolatura E’ la formazione delle infiorescenze a grappolo, le mignole (ognuna delle quali, pur contando da 5 a 60 fiori, annate molto favorevoli a parte), che interessa parte delle gemme. Durante questa fase la temperatura interiore ai 10 gradi non è tollerata.
Sottoargomento

gestione del suolo

inerbimento permanete



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inerbimento permanente






la radice

Nelle prime fasi di sviluppo l’apparato radicale può risultare condizionato dal metodo di propagazione impiegato. Nelle giovani piante da seme l’apparato radicale è inizialmente di tipo fittonante e tende ad approfondirsi nel suolo. Successivamente, il fittone principale viene gradualmente sostituito da un sistema di radici avventizie che si dipartono dalla porzione del tronco interrato e da altri monconi del fittone principale. Nelle piante provenienti da talea autoradicata, invece, l’apparato radicale si sviluppa a minore profondità e in maniera pluridirezionale e, pertanto, risulta fin dall’inizio distribuito in maniera più regolare rispetto a quello delle piante da seme.

L’appartato radicale dell’olivo, così come in tutti gli alberi, ha una duplice funzione: ancoraggio al suolo e assorbimento di acqua e sostanze nutritive necessari per lo sviluppo della parte epigea dell’albero.

Circa il 20% dell’intero sistema radicale svolge la funzione di ancoraggio e garantisce la continuità vascolare tra il rimanente 80% delle radici (assorbenti) e il fusto dell’albero. Il sistema radicale, inoltre, è implicato nella sintesi ormonale e nello stoccaggio temporaneo di sostanze di riserva, fondamentali per l’equilibrio fisiologico chioma-radice e dell’attività vegeto-produttiva dell’intero albero. La maggior parte delle radici (circa il 70-80%) si trova ad una profondità compresa tra i 20 e gli 80 cm di profondità. In condizioni di forte siccità e in terreni sciolti le radici possono approfondirsi fino ad alcuni metri di profondità, mentre in suoli pesanti e soggetti a ristagno idrico le radici tendono a distribuirsi nella zona superficiale e maggiormente areata del terreno e, di conseguenza, gli olivi risultano maggiormente suscettibili alla carenza idrica nei mesi estivi.

A tal proposito, una gestione del suolo mediante inerbimento permanente può consentire di ridurre in fenomeni di ristagno idrico nell’oliveto grazie ad una maggiore velocità di infiltrazione dell’acqua rispetto ai suoli sottoposti a lavorazione periodica. Nel caso in cui l’inerbimento permanente non risulti idoneo alle condizioni pedoclimatiche della zona di coltivazione la del suolo dovrebbe comunque essere effettuata ad una profondità non superiore ai 15 cm ed utilizzando sistemi che riducano al minimo l’impatto sulla micro- e macroporosità del terreno.

rapporto chioma radice

Potatura ed equilibrio fra sviluppo della chioma e delle radici


Nell'albero, in dipendenza delle condizioni ambientali e colturali, si stabilisce un rapporto tendenzialmente stabile tra dimensioni della chioma e dell'apparato radicale; in seguito all'asportazione di una parte della chioma, l'albero tende a ripristinare tale rapporto incrementando la formazione e l'allungamento dei germogli, mentre si riduce l'accrescimento del tronco, la formazione di nuove radici e l'attività produttiva. In effetti, la reazione più evidente ad un'intensa potatura è l'emissione di parecchi polloni e succhioni (Figura 3). Figura 3 - La reazione più evidente ad un'intensa potatura è l'emissione di parecchi polloni (sinistra) e succhioni (centro e destra) che tendono a ripristinare l'equilibrio tra massa fogliare e radicale. Figura 2 - Per promuovere il rivestimento di vegetazione di porzioni basali di branche principali spogliatesi, occorre ridurre l'altezza degli alberi e sfoltire le porzioni superiori per favorire la penetrazione della luce nella base della chioma. Principi, basi e scelte per la potatura dell’olivo 9 Riducendo la dimensione e/o la funzionalità della chioma diminuisce, in proporzione, lo sviluppo delle radici, giacché queste traggono le sostanze necessarie per la formazione dei propri tessuti e l'energia per la loro attività dai prodotti della fotosintesi delle foglie. D'altra parte, riducendo la quantità e/o la funzionalità delle radici, si attenua l'attività della parte aerea poiché si riduce la disponibilità di linfa grezza per l'apparato fotosintetico (foglie). Tale relazione è particolarmente importante nell'olivo per il quale si hanno interazioni settoriali tra porzioni dell'apparato radicale e le corrispondenti porzioni della chioma, tanto che ad ogni branca principale corrisponde una radice principale, come spesso evidenziato dagli ingrossamenti longitudinali (”corde”) sul tronco (Figura 4). Di conseguenza, l'eliminazione di una branca principale può provocare la Figura 4 - Nell'olivo si hanno interazioni settoriali tra porzioni dell'apparato radicale e le corrispondenti porzioni della chioma, come evidenziato dalle “corde” sul tronco. Figura 5 - L'elevata funzionalità di un albero è connessa ad un alto rapporto massa fogliare/massa legnosa (sinistra); questo rapporto si riduce progressivamente a causa dell'età e/o di potature irrazionali (destra). 10 Principi, basi e scelte per la potatura dell’olivo decadenza della corrispondente parte di apparato radicale. 

Ramo principale

i conti in tasca

Analisi economica: meglio tenere sotto controllo produttività o resa?

La presente analisi economica si basa su un modello d'oliveto intensivo, da 300 piante/ha, con una produzione media di 50 quintali ad ettaro d'olive, incrementabili del 25% con le corrette pratiche agronomiche, e una resa media del 15%. Il costo di gestione dell'oliveto viene stimato in 5000 euro/ettaro, con un incremento di 500 euro nel caso di oliveto irrigato. Il costo di molitura viene stimato in 15 euro/quintale.

Facciamo un po' di conti.


Un oliveto condotto secondo schemi tradizionali, con 50 quintali/ettaro di olive, produrrà quindi 7,5 quintali d'olio, al 15%, per un costo complessivo di euro 5750 (5000 euro di costo di gestione e 750 di molitura), ovvero 7,66 euro/kg.

Vediamo cosa accade incrementando la produttività:

Un oliveto condotto secondo schemi più moderni produrrà 65 quintali ad ettaro di olive (+30%), corrispondenti a 9,75 quintali d'olio, al 15%, per un costo complessivo di 6475 euro (5500 euro di costo di gestione e 975 euro di molitura), ovvero 6,64 euro/kg.

Vediamo ora cosa accade nel caso di un aumento della resa:

Un oliveto condotto secondo schemi tradizionali, con 50 quintali/ettaro di olive, produrrà quindi 8 quintali d'olio, al 16%, per un costo complessivo di euro 5750 (6000 euro di costo di gestione e 750 di molitura), ovvero 7,18 euro/kg.

Ovviamente, la massima redditività la otterremo con aumento della produttività e della resa.

L'oliveto condotto secondo schemi più moderni produrrà 65 quintali ad ettaro di olive (+30%), corrispondenti a 10,04 quintali d'olio, per un costo complessivo di 6475 euro (5500 euro di costo di gestione e 975 euro di molitura), ovvero 6,44 euro/kg.

 

Al di là dei numeri assoluti, quello che emerge da questa sommaria analisi è che un aumento della produttività, anche inferiore a quanto indicato nella letteratura scientifica come risultato conseguibile da un oliveto condotto in maniera impeccabile, può produrre una riduzione del costo di produzione superiore a quello di un aumento della resa.

Come detto in precedenza, inoltre, è più semplice ottenere un incremento della produttività dell'oliveto piuttosto che della resa, specie se il frantoio lavora già in condizioni standardizzate di massima efficienza per cui l'incremento diventa più teorico che pratico.

Argomento principale

le varietà

leccino
ascolana tenera
ascolana dura
la coroncina
la mignola
frantoio
la rosciola colli esini
la raggia

la gestione agronomica

la raccolta
indici di maturazione




Un metodo…

Sebbene non esitano regole assolute, esiste un sistema facilmente utilizzabile da tutti per orientarsi e stabilire il momento della raccolta.

Tale indice di maturazione (IM) è stato messo a punto presso la Stazione Olivicola di Jean (Spagna) ed è stato dimostrato che è ripetibile, con immutata efficacia, in ogni territorio.

Tale metodo mette in relazione il colore dell’epicarpo e della polpa (mesocarpo) con la quantità d’olio nell’oliva e quindi il suo grado di maturazione.

Bisogna campionare 100 frutti da una branchetta e secondo la seguente formula e relative istruzioni trasformarlo in un numero:


IM = (Ax0 + Bx1 + Cx2 + Dx3 + Ex4 + Fx5 + Gx6 + Hx7)/100


Le lettere indicano il numero di olive per ciacuna classe.

Le classi sono:

0=epicarpo di colore verde intenso

1=epicarpo di colore verde sbiadito

2=epicarpo verde con tracce di arrossamento nella parte distale del frutto e che coprono un quarto della superficie (inizio dell’invaiatura)

3=epicarpo rossiccio o imbrunito per più di metà della superficie (fine dell’invaiatura)

4=epicarpo nero e polpa chiara

5=epicarpo nero e polpa imbrunita per meno della metà della profondità

6=epicarpo nero e polpa imbrunita per più della metà della profondità ma senza arrivare al nocciolo (endocarpo)

7=epicarpo nero e polpa imbrunita fino all’endocarpo


Convenzionalmente il periodo ottimale di raccolta corrisponde a un indice di maturazione uguale a 3,5. Tuttavia tale valore andrebbe normalizzato in funzione della zona e ottimizzato per l’ottenimento delle c

l'irrigazione
lo stress idrico controllato

lo stress idrico controllato

Come faccio ad accorgermi se devo dare acqua al mio oliveto?

Lo stato di siccità è generalmente provocato da un periodo di carenza superiore a 40 giorni.

Segnali molto semplici da interpretare sono:

 

Una volta appurata la necessità di irrigare come faccio a regolarmi riguardo la quantità di acqua necessaria?

Possiamo regolarci in base all’età della nostra pianta

Una pianta adulta intorno ai 50/70 anni avrà bisogno di circa 4 quintali di acqua.

Procederemo in maniera proporzionale se l'età della pianta è inferiore o superiore.

Dobbiamo sempre tener conto della massa fogliare che la pianta deve mantenere quindi potremmo avere una pianta di 20 anni e comunque dare 4 quintali di acqua.

Per chi non dispone di un impianto di irrigazione controllato il metodo è quello di prendere un secchio graduato in litri e misurare quanta acqua entra in quel secchio in minuti.

In alternativa acquistare un contalitri da innestare al tubo.


Quando irrigare

La sensibilità dell’olivo alla carenza idrica nel suolo varia a secondo dello stadio fenologico. Le fasi fenologiche in cui porre maggiore attenzione per evitare condizioni di stress idrico sono la fioritura, l’allegagione, la fase iniziale di rapida crescita del frutto (fino a 5-6 settimane dopo la piena fioritura) e il periodo di inoliazione.


L’accumulo di olio nel mesocarpo avviene in maniera marcata a partire dal completamento dell’indurimento dell’endocarpo. In generale, un’elevata disponibilità idrica determina un contenuto di olio nella drupa almeno pari a quello di alberi che hanno subito periodi di stress idrico (fig. 5); (Alegre et al. , 2002; Costagli et al., 2003; Patumi et al., 1999). La diminuzione della resa in olio ottenuta ad alti regimi irrigui è spesso dovuta alla minore estraibilità dell’olio dalla drupa in fase di trasformazione e al fatto di esprimere il contenuto in olio su base di peso fresco invece che di peso secco (Alegre et al., 2002). 



esigenze nutritive

la potatutra

VASO POLICONICO


E' la forma più diffusa di allevamento più razionale per le coltivar olivicole italiane

Mediamente i sesti di impianto prevedono distanze comprese tra 6X6 e 7X7. Con un'investimento di 250 300 piante/Ha