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by Angela Barbara 7 days ago

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Maria Montessori "Come Educare Il Potenziale Umano" Un genio al servizio dei bambini

Maria Montessori ha rivoluzionato l'educazione con il suo approccio unico, creando ambienti di apprendimento preparati e organizzati per favorire lo sviluppo del potenziale umano nei bambini.

Maria Montessori

Maria Montessori "Come Educare Il Potenziale Umano" Un genio al servizio dei bambini

GLI ANNI DEL FASCISMO



maria montessori

Gli anni del fascismo

Con la comparsa del ventennio fascista in Italia Maria Montessori venne accusata di legami con il regime. In realtà a Maria non interessavano minimamente le idee fasciste ma collaborava con quest’ultime solo per arrivare al suo fine ultimo: la costruzione delle Casa dei Bambini in modo da poter tirare fuori i fanciulli dalla strada. Sotto questo aspetto soventi sono le critiche mosse nei suoi confronti, che devono essere assolutamente rivalutate.

Nel 1926 organizzò il primo corso di formazione nazionale che preparava gli insegnanti ad utilizzare il suo metodo. Inutile dire che fu un vero e proprio successo con oltre 180 insegnanti provenienti da tutt’Italia per poter apprendere le idee al dir poco rivoluzionarie.

Saranno proprio queste però a costringerla ad abbandonare l’Italia nel 1934. Sempre negli stessi anni verranno chiuse tutte le scuole che insegnavano secondo il suo metodo sia in Italia che in Germania.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trova con il figlio in India. Qui fu internata in quanto proveniente da un paese nemico.

Riuscirà a tornare nella sua amata Italia solamente nel 1946 per poi trasferirsi da degli amici nei Paesi Bassi.

Le venne inoltrata la formale richiesta nel 1951 di riformare l’ordinamento scolastico del Ghana. A causa dell’età Maria sarà costretta a rifiutare.

Il 6 maggio del 1952 morì a Noordwijk, nell’Olanda meridionale

LA CSA DEI BAMBINI

La casa dei bambini


3 – 6 anni 

 Da 3 a 6 anni (seconda sottofase dell’infanzia) la natura del lavoro di sviluppo necessariamente cambia.

Dice la Montessori ne La mente del bambino (Mente assorbente): “A tre anni di età è come se la vita ricominciasse perché allora la coscienza si palesa piena e chiara”. Il bambino vuole “conquistarsi l’ambiente e con esso i mezzi per il proprio sviluppo”. Ora si registrano due tendenze: quella di sviluppare la coscienza attraverso l’attività sull’ambiente, e quella di perfezionare ed arricchire le conquiste già fatte. Perciò il periodo fra tre e sei anni è un periodo di “perfezionamento costruttivo”.


Montessori School  Lutherville (Maryland)Le mani del bambino, guidate dall’intelligenza, cominciano ad eseguire compiti di tipo umano definito. Il suo gioco è realmente lavoro, perché il bambino sta lavorando per il proprio sviluppo. Per questo Montessori chiama il bambino da 3 a 6 anni il “lavoratore cosciente”.

“ L’individuo umano è un’unità...Gli sviluppi embrionali che si sono compiuti separatamente da zero a tre anni...devono infine agire tutti insieme e organizzarsi a servizio della personalità. Ciò avviene quando nel periodo successivo, da tre a sei anni, la mano lavora e la mente è guida al lavoro. Se le circostanze esterne non permettono questa integrazione, le energie continuano a spingere quelle formazioni parziali che vengono a svolgersi disorganizzate, deviando dal loro fine... E queste energie separate, che mai trovano soddisfacimento, danno luogo a innumerevoli combinazioni di sviluppi errati, deviati, origini di conflitti e turbamenti. Tali deviazioni non sono da attribuirsi a difetti della personalità, ma devono essere interpretati come conseguenza di una mancata organizzazione della personalità”. Quando invece l’ambiente offre motivi di attività costruttiva, tutte le energie convergono e le deviazioni spariscono mostrando la vera personalità del bambino. Questo processo di transizione dallo sviluppo deviato a quello normale, definito “normalizzazione” permette al bambino di sviluppare in modo spontaneo il carattere. Montessori identifica questo periodo come “periodo embrionale per la formazione del carattere”.


Avendo infine osservato nelle sue sperimentazioni che “lavoro e libertà guariscono dai difetti di crescenza” la Montessori deduce: “vuol dire che lavoro e libertà sono necessari normalmente allo sviluppo del bambino”.

 

La casa dei bambini

La “Casa dei bambini” si propone come una casa nella scuola, un ambiente di vita, un contesto di lavoro e di libertà.

 


L'AMBIENTE

L'ambiente preparato.

La classe è accuratamente organizzata, sia dal punto di vista fisico (in termini di disposizione) sia dal punto di vista concettuale (in termini di uso progressivo dei materiali) e ordinata, per permettere alla “mente assorbente” del bambino di introiettare l’ordine esterno.


Urban Community School (UCS Cleveland)Lo spazio è generalmente ampio ed accogliente, luminoso, dall’aspetto altamente gradevole e curato nei minimi particolari. L’impatto per il bambino vuole richiamare l’atmosfera familiare, non solo per le molteplici attività che propone, legate al “riassetto” della casa, ma anche per i messaggi affettivi esplicati dagli stessi arredi.

L’idea di costruire dei mobili adatti ai bambini che li avrebbero usati fu una delle primissime innovazioni della Montessori, diffusasi poi in tutto il mondo. Ma, al contrario degli asili tradizionali, nella Casa dei Bambini gli arredi vengono considerati strumenti educativi indispensabili: sono funzionali, in quanto proporzionati e leggeri, ma anche motivo di attività.


mobili, infatti, che caratterizzano tutte le Case dei bambini in ogni parte del mondo sono:

Tavoli e sedie non sono solo arredi che consentono lo svolgimento del “lavoro”: proporzioni e leggerezza li rendono occasioni di azione per il trasporto, la pulizia o la riorganizzazione spaziale nel cambio di attività. Inoltre la leggerezza è volutamente finalizzata all’autocontrollo dell’errore nel movimento del bambino, perché spostandosi se urtati o rovesciandosi evidenziano al bambino stesso i movimenti non ancora coordinati.

Altri mobili, come armadi, armadietti, mensole, piccole librerie, ecc., variano da classe a classe, in base alla disponibilità dello spazio e alle scelte dell’insegnante.

Per i lavori di “vita pratica” è sempre necessario un lavabo con l’uso dell’acqua.

Tutti gli altri arredi vengono in genere scelti dall’insegnante in base al proprio gusto e sensibilità, il che rende ogni classe Montessori diversa dalle altre.


Ogni classe è comunque organizzata in aree tematiche, generalmente definite e suddivise dalla posizione degli scaffali. Ciascuna area contiene i relativi materiali, cioè gli oggetti educativi ( pratici o strutturati ) che consentono al bambino di lavorare in una specifica area tematica.

Le diverse aree tematiche non vengono disposte a caso ma seguono la regola della connessione: gli oggetti vengono proposti in modo da facilitare al bambino la scoperta delle affinità tra aree, l’uso e il riordino.


In genere anche gli spazi esterni al perimetro della classe (ingresso, corridoio, antibagno) vengono utilizzati per organizzare aree tematiche, non solo al fine di sfruttare al massimo lo spazio disponibile ma, soprattutto, per creare più occasioni di movimento finalizzato in attività operative che comportano il controllo da parte del bambino dello spazio in cui “vive”, sviluppandone così il senso di sicurezza e di appartenenza.



Casa dei Bambini A.Scocchera (Castelfidardo)Le classi sono composte da bambini di 3 età diverse ( 3-6 anni). La tipologia della classe multi-età, con scansione di tre anni, caratterizza nel resto del mondo anche le scuole primarie e secondarie Montessori, mentre in Italia viene purtroppo applicata solo nelle Case dei Bambini.

L’indicazione della Montessori di adottare questo tipo di classe in tutti i gradi del curriculum montessoriano nasce dalle osservazioni scientifiche della Dottoressa dei comportamenti dei bambini di San Lorenzo, raggruppati per necessità in un unico ambiente. La Montessori notò, infatti, che i bambini più piccoli, interessati e stimolati dalle attività svolte dai più grandi, apprendevano meglio e più velocemente dai compagni che dagli interventi introduttivi o esplicativi degli adulti, mentre i più grandi acquisivano maggiore padronanza e sicurezza del già appreso proprio assistendo o spiegando ai più piccoli.

Oggi anche questa ennesima ed importantissima intuizione della Montessori è supportata dalla ricerca scientifica, che definisce “gradiente di apprendimento” il divario ottimale tra docente e discente: minore è il divario di conoscenza tra i due e più facile e migliore sarà l’acquisizione della conoscenza stessa da parte di chi apprende.


La Montessori osservò inoltre che, per aiutare i bambini a sviluppare al meglio se stessi, fosse essenziale un’intensa concentrazione e che proprio questo tipo di concentrazione si verifica nei bambini intenti a lavorare con le proprie mani. Di qui l’uso degli oggetti educativi montessoriani denominati “materiali”. 


I MATERIALI

Materiali.

Quelli presenti nella Casa dei Bambini sono:


Appositamente disegnati per attrarre l’interesse dei bambini e per insegnare i concetti attraverso il loro uso ripetuto, sono per la maggior parte di legno, naturale o dipinto in vivaci colori, scelti in quanto capaci di attrarre i bambini. Le loro dimensioni tengono conto del concetto materializzato che rappresentano, ma anche delle dimensioni delle mani e della lunghezza delle braccia (vedi aste della lunghezza) del bambino.

Molti vengono esposti sugli scaffali, occupando intenzionalmente un posto preciso, in cui il bambino dovrà ricollocare il materiale dopo averlo usato perché sia pronto per essere usato da un altro bambino. VSb Vancouver School BoardUlteriori materiali sono invece chiusi in un armadio in quanto vengono usati a rotazione, a seconda che i bambini si dimostrino pronti ad usarli oppure perché non ne hanno più bisogno.

Di ciascun materiale è intenzionalmente presente un solo esemplare, sia perché il bambino impari ad attendere che un altro abbia terminato di farne uso e sia perché venga stimolato, nell’osservare l’altro che lo sta usando, ad apprendere direttamente dal compagno il modo di usarlo e quali sono le attività connesse.


La libera scelta del bambino è quindi intenzionalmente limitata, in quanto la Montessori aveva osservato (e oggi la ricerca lo conferma) che offrire troppe opzioni genera solo confusione e non suscita l’interesse da cui scaturiscono attenzione e soprattutto concentrazione.

Ciascun materiale ha una funzione primaria ma molti hanno anche diverse motivazioni secondarie. Molti di questi materiali, soprattutto quelli che vengono proposti per primi ai più piccoli, sono concepiti in modo da essere auto-correttivi, contengono cioè essi stessi il controllo dell’errore.


L’uso di ciascun materiale è altamente strutturato e le modalità sono quindi particolari e distinte in sequenze. E questo ci porta al ruolo fondamentale svolto nelle Case dei bambini dall’insegnante.

 


L'INSEGNANTE

L'insegnante.

Nel Montessori l’insegnante rappresenta il “trait d’union” tra il bambino e l’ambiente “maestro”. Per questo egli:

La “lezione” in cui l’insegnante presenta il materiale al bambino ha carattere di semplicità e di brevità. Infatti, l’insegnante mostra al bambino le attività sequenziali e le modalità precise da seguire per usare il materiale da lui scelto. Poi il bambino viene lasciato agire liberamente e per il tempo che vuole mentre si esercita nell’uso del materiale.

Poiché è l’uso corretto del materiale a generare la conoscenza specifica, l’insegnante interviene quando il bambino non lo usa correttamente: allora, ripete la “lezione” relativa all’uso corretto e non procede oltre finchè non ritiene conseguito l’apprendimento fornito. La perizia raggiunta dal bambino nell’uso di un materiale segnala all’insegnante che è pronto per il prossimo materiale della sequenza, per il quale verrà fornita una nuova “lezione”.


L’importanza che l’insegnante Montessori riconosce all’uso dei materiali non è casuale, ma deriva dal fatto che questi ultimi facilitano la concentrazione, concetto cardine nel Montessori per la sua valenza psicoterapeutica, oggi ampiamente supportata dalla ricerca. Infatti la Dr. Montessori osservò che il concentrarsi intensamente nell’usare il materiale di sviluppo scelto, o nello svolgere le attività liberamente scelte,faceva entrare il bambino, o ri-entrare in caso di comportamento deviato, in contatto con il proprio sviluppo psico-fisico “naturale”, con i propri talenti e qualità personali: il risultato da lei registrato era sempre, come si può osservare ancora oggi, uno stato di calma e serenità durante e di soddisfazione e mancanza di stanchezza al termine dell’esercizio o dell’attività. Quindi il Montessori ritiene che la concentrazione sia fattore primario per lo sviluppo “normale” del bambino o per la sua normalizzazione in caso di dinamiche deviate.

Per questo motivo nel Montessori non si prevedono, o si cerca attentamente di evitare, interruzioni di qualsiasi genere dei cicli di lavoro in cui vengono organizzate le attività del bambino.


Il movimento finalizzato caratterizza anche tutte le altre aree dell’educazione Montessori che si svolgono al di fuori del perimetro classe e che si ritengono fondamentali nel curriculum, in particolare: giardino, orto, teatro, ed.psicomotoria, musica, etc.


Fondamentale importanza viene data all’uscita, non solo dalla classe, ma soprattutto dalla scuola, perché i bambini ricevano direttamente dall’ambiente reale stimoli, informazioni e conoscenze che poi rielaborano nelle attività che svolgono in classe.




L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE E LA NASCITA DEL FIGLIO

L’emancipazione femminile e la nascita del figlio

Maria ebbe molto interesse nel combattere per l’emancipazione femminile. Partecipò così al congresso a Berlino nel 1896, totalmente finanziato dalle donne di Chiaravalle, sua città natale.

Partecipò anche al congresso a Londra cinque anni dopo.

Nel 1988 otterrà l’incarico di direttrice della scuola ortofrenica di Roma, grazie al brillante intervento nel congresso pedagogico dello stesso anno a Torino.

In queste occasioni conoscerà anche Giuseppe Montesano, con il quale si legherà moltissimo tanto da avere un figlio, Mario.

Maria Montessori decise però di partorire il figlio di nascosto e di affidarlo ad una famiglia laziale, finanziando però sempre le spese per l’istruzione.

All’età di quattordici anni Maria comparirà nella vita di Mario facendogli credere di essere una zia. Riuscirà ad ottenere l’incarico di tutore legale grazie alla morte improvvisa della precedente famiglia.

Nel 1907 a San Lorenzo, Roma, aprì la prima Casa dei Bambini.

Durante un congresso in America nel 1913 verrà presentata come la donna più interessante d’Europa ed i suoi metodi divennero modelli mondiali nell’istruzione dei bimbi di tutte le idee.

I PRIMI MOMENTI CON I BAMBINI

I primi momenti con i bambini

La Montessori manifestò immediatamente un interesse precoce nei confronti dei bambini con maggiori difficoltà, frequentando quindi assiduamente i quartieri più poveri di Roma ed informandosi sempre maggiormente sugli argomenti di igiene medica.

Decise quindi di specializzarsi in neuropsichiatria infantile dedicandosi in maniera assidua alle ricerche in laboratorio. Si concentrò in modo particolare proprio sui batteri e le malattie presenti nei quartieri più poveri di Roma che aveva precedentemente frequentato.

GLI STUDI

Gli studi di Maria Montessori

A Roma, Maria iniziò la scuola dimostrando grandissimo interesse verso le materie letterarie, un po’ meno verso quelle prettamente scientifiche come la matematica. In questo periodo studiò francese e pianoforte, tuttavia fu costretta ad abbandonare quest’ultimo anche a causa della rosolia che le rubò forze e tempo.

Nello stesso periodo decise di iscriversi alla Regia Scuola Tecnica Michelangelo Buonarroti di Roma (attuale ‘Istituto Leonardo da Vinci’).

Maria aveva una intelligenza fuori dal comune e divenne subito tra le prime dieci allieve della scuola.

Diplomatasi con una valutazione di 137/160 iniziarono i primi scontri con il padre. Quest’ultimo vedeva nella figlia un futuro da insegnante, ma le idee del padre si mal conciliavano con gli interessi di Maria. Lei era sempre più indirizzata alle scienze biologiche.

Dovette abbandonare l’idea di iscriversi al corso di Medicina poiché riservata esclusivamente agli studenti del Liceo Classico.

Decise quindi di iscriversi alla facoltà di Scienze e dopo due anni di trasferirsi alla facoltà di Medicina.

Riuscirà a laurearsi brillantemente in questo corso di studi, risultando così la terza donna a ottenere questo risultato accademico.

LA VITA

Maria Montessori


Chi era Maria Montessori?

maria montessori biografia

Maria Tecla Artemisia Montessori nacque a Chiaravalle (AN) il 31 agosto 1870 e nella sua vita svolse attività di educatrice, pedagogista, medico, neuropsichiatra infantile, filosofa e scienziata italiana. In Italia, fu una tra le prime donne a laurearsi nella facoltà di medicina.

Divenne famosissima nel mondo grazie al famoso metodo educativo per bambini che prese il suo nome, ovvero il “Metodo Montessori”. Questo metodo inizialmente fu utilizzato in Italia, ma a breve fu adottato in tutto il mondo, ed ancora oggi le scuole montessoriane vengono preferite ad altre.

COME EDUCARE IL POTENZIALE UMANO

Subtopic

COME EDUCARE IL POTENZIALE UMANO MONTESSORI: RIASSUNTO

Come educare il potenziale umano di Maria Montessori.I   Il bambino di 6 anni di fronte al piano cosmico. Fra i 6 e i 12 anni l’educazione non è una continuazione diretta di quella che l’ha preceduta, vi è un profondo cambiamento nella personalità del bambino. L’intelligenza si fa estroversa e il bambino chiede più che mai di sapere il perché delle cose. È il periodo nel quale possono esser gettati semi di ogni cosa, perché la mente del bambino è come un campo fertile, pronto a ricevere quello che poi diventerà cultura.

Ma se la mente del bambino viene trascurata o frustata nelle sue esigenze, in futuro si opporrà all’insegnamento di qualsiasi nozione.

Se il seme verrà gettato troppo tardi, l’interesse svanirà.

Dare in modo completo la cultura moderna è diventata una cosa impossibile, c’è bisogno di un metodo speciale, che non è un programma da imporre, ma diffondendo in lui germi diversi di interesse.COME EDUCARE IL POTENZIALE UMANO MARIA MONTESSORI: RIASSUNTO

A quest’età inoltre il bambino vuole capire la differenza tra bene e male, non accetta tutto passivamente, ma vuole capire da solo, desidera giudicare da sé.

Nulla è più difficile che trasmettere ad un bambino dei valori morali.


In lui c’è un profondo cambiamento interiore e a volte sembrano dei piccoli ribelli.

Inoltre sente il bisogno di associarsi agli altri, e non solo per stare in compagnia. Tutta la luce che il bambino ha accolto nel suo mondo morale verranno utilizzati in un futuro ai fini dell’organizzazione sociale.

I bambini ci hanno insegnato che devono imparare liberi di scegliere quello di cui hanno bisogno. Mai imporre nulla! Il compito dell’insegnante è quindi più semplice perché non deve scegliere quello che deve insegnare, ma deve porgli tutto perché soddisfi il suo appetito intellettuale.

In ciò è limitata un’insegnate normale che dispone di un programma limitato da seguire, le è più difficile soddisfare le esigenze del bambino.

È necessario fissare l’interesse del bambino a un punto centrale.

Se l’idea dell’universo viene presentata al bambino nel modo giusto, scaturirà in lui ammirazione, meraviglia, interesse. Inizierà a farsi delle domande, a cercare di capire…

Questo programma di educazione cosmica come fondamento del Metodo per le classi superiori fu spiegato la 1 volta nel 1935 in Inghilterra. L’idea di insegnare ciò ai bambini è sempre stato adottato ovunque vi sia stata un’educazione rispondendo alle domande alla luce della religione e della filosofia.COME EDUCARE IL POTENZIALE UMANAO: COME UTILIZZARE L'IMMAGINAZIONE

Come utilizzare l’immaginazione. Nella  scuola Montessori i bambini attraverso la manualità apprendono la teoria. Es costruendo un arco di pietre capiscono la pressione e la tensione. Alcune scuole sono arrivate al punto di decidere, come negli Stati Uniti, che le attività fossero tutte manuali, il resto diventava inutile e insignificante. In altre tradizionali dove si insegnano materie teoriche e si imparano nozioni a memoria.