door marco filippini 8 jaren geleden
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"Lettera ad un giovane" (A Marco Coen- Venezia- Milano 2 giugno 1823)
«Nelle lettere Ella vede un mezzo d'acquistar fama: un vivissimo desiderio di questa, un nobile sdegno dell'oscurità, per ripetere le sue parole, sono il suo stimolo principale allo studio, e il suo tormento. Ma crede Ella forse, che l'ottener questa fama porrebbe fine al tormento? Per amor del cielo, si levi dall'animo una tale speranza. Quando Ella avrà veduto un avaro felice dell'essersi fatto ricco, s'aspetti allora di vedere un cupido di fama felice dell'esser diventato famoso. Iddio ci vuol troppo bene per lasciarci trovare la contentezza nel soddisfacimento delle nostre passioni. che non gli si può domandare, Ella è infelice, perché vuole ardentemente cosa che Dio non ha promesso a nessuno,ch'Egli non ci ha insegnato a cercare, che ci ha anzi prescritto di non cercare; ed è infelice non perché non la possegga ancora, ma perché la vuole. Il dolore nasce non dalla mancanza, ma dall'amore della cosa: chi la possiede, o, per dir meglio, che ne possiede, e l'ama, ha mutato il dolore, non se l'è tolto. E neppure l'ha mutato: ché, mentre conosce per prova, che codesta così desiderata gloria non ha virtù di farlo contento, pur ne desidera di più, ne sente la vanità e teme di perderla.»
[…]
Ma si franchi un momento da queste dottrine, ne esca, e le guardi dal di fuori; e pensi di che sarebbe più impacciato il mondo, del trovarsi senza banchieri o senza poeti; quali di queste due professioni serva di più, non dico al comodo, ma alla coltura dell'umanità.
Religione.
romanzo storico;
rivoluzione francese;