door mattia aquilani 4 jaren geleden
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Nel 1288 il giovane Giotto accompagna il Maestro per eseguire lavori a Roma.
Nei primi mesi del 1306, a Padova, Giotto termina il suo capolavoro: La Cappella degli Scrovegni, considerata il capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, che contiene il ciclo più completo di affreschi realizzato da Giotto nella sua maturità. Con questi affreschi Giotto racconta, in modo poetico ed umanissimo, le storie della Madonna e di Cristo.
Nel 1334 Giotto, nominato Capomaestro dell'Opera del Duomo di Firenze, inizia i lavori per la costruzione del campanile del Duomo, lavoro che non riesce a finire perché muore l'8 gennaio 1337.
Questa Madonna di Giotto è lo straordinario risultato di una fusione di tanti stili differenti, dando vita ad un ritratto completamente nuovo.
Nella controfacciata della Cappella degli Scrovegni, seguendo la tradizione iconografica medievale, Giotto dipinge il Giudizio Universale. Così facendo, l’artista rappresenta il futuro, il compimento dei tempi, nel giorno in cui Cristo Giudice ritornerà per l’ultima volta a giudicare i vivi e i morti, e a stabilire un Regno che non avrà fine.
In contrasto con l'iconografia ormai canonizzata da Giunta Pisano del Christus patiens, inarcato sinuosamente a sinistra. Giotto, invece, ha dipinto il corpo morto in maniera verticale, con le gambe piegate, che ne fanno intuire tutto quanto il peso. In questa opera d'arte la forma non più nobilitata dai consueti stilemi, ed è diventata assolutamente umana e popolare.
Eseguiti tra il 1288 e il 1292 (Storie dell'Antico Testamento, Storie del Nuovo Testamento), Giotto mostra ancora tratti bizantineggianti, oltre all'influsso di Cimabue. Ma la novità della sua pittura, influenzata forse dalla contemporanea pittura romana di stampo classicista, è evidente se si osservano da vicino i singoli riquadri: per la composizione e la forte espressività dei volti,