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av Silvia Platania 2 år siden

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Attività di studio guidato settembre 2008

Una donna nata a Lodi nel 1936 e residente a Torino, ora settantaduenne, vive una vita tranquilla e organizzata. Vedova, con una figlia e una sorella, abita in una casa di proprietà situata al quarto piano di un edificio con ascensore.

Attività di studio guidato settembre 2008

P.A.

Dimissione

Continuità assistenziale
Altre strutture

La persona viene trasferita nel reparto di riabilitazione dell'ospedale Cottolengo. Non viene pianificato nessun intervento a garanzia della continuità assistenziale.

ADI
Medico di base
Parenti e care givers
Persona assistita

Percorso terapeutico

Intervento chirurgico

La protesi sostituisce la cartilagine usurata del ginocchio a livello del femore e della tibia (e se necessario a livello della rotula). E' costituita da due componenti metalliche, che sono ancorate all'osso, e da una componente centrale di "plastica" (polietilene) che ne permette lo scivolamento. La protesi totale, che permette di sostituire anche la cartilagine della rotula a livello dall'articolazione femoro-rotulea, si differenzia dalla protesi monocompartimentale che è indicata in presenza di un'artrosi localizzata ad un solo compartimento.

La paziente soffre di gonartrosi, comune malattia del ginocchio in età senile. E’ una malattia cronico-degenerativa, che porta ad un danno articolare crescente fino a comportare un grado significativo di disabilità.

Può essere definita una sorta di “usura” dei capi articolari, nella quale lo strato di cartilagine che riveste i condili femorali e i piatti tibiali si assottiglia progressivamente fino ad esporre l’osso sottostante. Questo reagisce addensandosi e producendo escrescenze periferiche appuntite, gli osteofiti. Anche la rotula può essere coinvolta insieme con la sua superficie di scorrimento sul femore distale (la troclea).

Il liquido reattivo che si accumula all'interno del ginocchio artrosico tende a trovare sfogo posteriormente, dove le pareti della capsula articolare sono più deboli. Si produce quindi una raccolta fluida palpabile nell'incavo del ginocchio (poplite), la cosiddetta "cisti poplitea di Baker".

Nelle fasi più avanzate della malattia la capsula articolare si ispessisce e i muscoli si retraggono fino a determinare un ginocchio rigido, in genere semiflesso e varo. Il paziente affetto da tale patologia cammina con difficoltà e dolore.

L'intervento di protesi totale di ginocchio permette nel giro di pochi mesi di riacquisire l'autonomia nella deambulazione ed eliminare i dolori che caratterizzano tale patologia.

Farmaci
Limican

Contrasta l’effetto collaterale degli oppiacei che inducono sensazione di nausea e vomito

Antiemetico

Temjesic

Utilizzato per la sedazione del dolore nella prima giornata dopo l’intervento chirurgico.

Oppiaceo analgesico del dolore

Cardirene

Previene la formazione di trombi e il rischio di emboli

Antiaggregante piastrinico

Lescol

Farmaco utilizzato nei casi di ipercolesterolemia per ridurre la quantità di LDL in circolo e prevenire la formazione di placche aterosclerotiche e conseguenti trombi, emboli, ischemia

Sostanza modificatrice dei lipidi

Cardigion

Farmaco utilizzato in caso di osteoporosi.

Caratteristiche

Integratore di calcio

Accertamento

Complessità ass.le
Sicurezza

Diagnosi inf.ca

Rischio di cadute in persona con deambulazione compromessa da intervento chirurgico di protesi all'anca

Obiettivi

La persona non incorrerà in alcuna caduta durante il ricovero

Interventi

Utilizzo delle spondine; negli spostamenti, in seguito all’intervento, è sempre presente un operatore; vengono utilizzate scarpe chiuse; le stampelle sono regolate dalla fisioterapista alla giusta altezza per non fare piegare anteriormente la persona.

Risultati

La persona, durante il ricovero non incorre in cadute.

Educazione terapeutica

Diagnosi inf.ca

Leggero stato d’ansia correlato al timore per l’intervento, al suo esito e alle possibili complicanze, nonché al momento della dimissione e all’ incapacità di gestirsi autonomamente.

Obiettivi

La persona dimostrerà di aver compreso la tipologia di intervento che affronterà, le tecniche e gli accorgimenti per muoversi in seguito allo stesso, e praticherà la ginnastica proposta dalla fisioterapista in modo da riacquisire nel minor tempo possibile la massa muscolare persa durante l’allettamento.

Interventi

Alla persona sarà spiegato l’intervento, saranno esposte le principali precauzioni da utilizzare durante il periodo di convalescenza e la fisioterapista le spiegherà le tecniche per non perdere completamente la forza muscolare (perdita secondaria allo stato di immobilità obbligata temporanea in seguito all’intervento).

Risultati

Il giorno precedente all’operazione la persona riferisce di essere “abbastanza tranquilla” per l’operazione. Nei giorni seguenti pratica la ginnastica proposta dalla fisioterapista e prima del trasferimento, durante la mobilizzazione , dimostra di aver compreso la metodologia più efficace e meno pericolosa per compiere le diverse operazioni.

Comunicazione

Diagnosi inf.ca

La signora manifesta un leggero stato di ansia correlato all’intervento.

Obiettivi

La persona assistita avrà modo di esprimere i suoi stati d’animo e le sue preoccupazioni.

Interventi

La persona, durante gli interventi di cura infermieristici, viene stimolata a chiacchierare e ad esprimere le sue sensazioni attraverso un atteggiamento di empatia e di ascolto attivo.

Risultati

La persona può chiacchierare con un operatore ogni volta che è necessario un intervento di assistenza, qualche minuto, più volte al giorno.

Responsività
Riposo

Diagnosi inf.ca

La capacità di riposo della persona non risulta compromessa.

Igiene corporea

Diagnosi inf.ca

La persona, nei primi giorni seguenti all'intervento, necessita di aiuto per l'esecuzione delle cure igieniche delle mani e del viso. E' completamente dipendente per le cure igieniche del resto del corpo.

Obiettivi

La pelle della persona sarà detersa ogni mattina e al bisogno; in seguito all'eliminazione intestinale e vesciale sarà assicurata l'igiene necessaria a garantire alla persona pelle e mucose deterse e asciutte.

La persona, dal secondo giorno, sar stimolata a collaborare con gli operatori e, quando ricomincerà a camminare, sarà accompagnata ai servizi per provvedere autonomamente (preparazione del materiale da parte di un operatore).

Interventi

Ogni mattina la persona riceve un cambio completo di biancheria in seguito alle cure igieniche del corpo. Il letto viene mantenuto pulito cambiando frequentemente la traversa e le federe (ogni mattina e al bisogno).

La persona viene stimolata a prendersi cura del suo corpo attraverso salviettine umidificate e creme emollienti.

Quando è in grado di camminare viene accompagnata in bagno e messa nelle condizioni di provvedere alla sua igiene confortevolmente.

Risultati

La persona è asciutta, non sudata e si sente a suo agio nonostante il prolungato allettamento. Entro il quinto giorno provvede alla sua igiene in modo parzialmente autonomo (con collaborazione e sorveglianza di un operatore).

Eliminazione

Intestinale

Diagnosi inf.ca

Difficoltà nell’evacuazione fecale dovuta a stipsi. Si evidenzia il bisogno di regolarizzare le funzioni intestinali prima dell’intervento (poiché dopo, tali funzioni impiegheranno qualche giorno per ritornare nel range fisiologico della persona).

Obiettivi

La persona evacuerà prima dell’intervento. La persona sarà in grado di evacuare entro 5 giorni dall’intervento per evitare il rischio di formazione di fecalomi a livello intestinale o blocco intestinale.

Interventi

Prima dell’intervento pratico un clistere all’assistita. Quattro giorni dopo l'intervento (tempo necessario alla ripresa delle funzioni intestinali), non appena la persona sente lo stimolo, utilizzo la comoda per permetterle di evacuare in posizione più naturale, e non appena in grado, l'accompagno in bagno. Somministrazione della terapia farmacologia (Normase), Somministrazione di clistere.

Risultati

Sulla comoda l’assistita non è riuscita ad evacuare. La terapia farmacologica non ha avuto beneficio. La pratica del clistere ha sortito gli effetti desiderati.

Vescicale

Diagnosi inf.ca

Autonoma prima dell'intervento.

Necessita per l'intervento di inserire un catetere vescicale.

Necessita di essere educata dopo l'intervento a bere e mingere con regolarità.

Obiettivi

Rimuovere il catetere vescicale il giorno dopo l’intervento e favorire la ripresa della funzione vescicale stimolando la paziente a bere e invitandola a chiamare non appena avverte lo stimolo.

Interventi

Il giorno seguente all’intervento porto due bottigliette di acqua con una cannuccia per facilitare l’idratazione della persona. Avvicino il campanello per permetterle una tempestiva chiamata degli operatori nel momento in cui sopraggiunge lo stimolo.

Risultati

La persona ha sentito lo stimolo alla minzione e ha richiesto assistenza entro 3 ore dalla rimozione del catetere e alla quarta giornata dall’intervento è già in grado di utilizzare i servizi igienici con l’ausilio delle stampelle.

Alimentazione

Diagnosi inf.ca

La persona si alimenta autonomamente.

Non sono rilevati squilibri o carenze nutrizionali.

Imc nella norma (22,3)

Obiettivi:

la persona non avvertirà nausea, non avrà episodi di emesi e recupererà le sue abitudini alimentari entro il secondo giorno dall’intervento; consumerà almeno la 3/4 degli alimenti presenti sul suo vassoio ad ogni pasto prima della dimissione.

Interventi

Controllo della nausea -correlata all’utilizzo di oppiacei nel post intervento- con l’ausilio di medicinali (limican, plasil) in modo che la persona non rifiuti di alimentarsi e non incorra in episodi di emesi.

Stimolazione della persona a mangiare con educazione terapeutica (viene spiegata l’importanza di recuperare le forze attraverso l’alimentazione).

Risultati

La persona, al terzo giorno dall’intervento, ha consumato autonomamente i tre pasti previsti, avanzando meno di ¼ del totale.

Mobilizzazione

Diagnosi inf.ca

Compromissione parziale della deambulazione secondaria a gonartrosi sinistra. In seguito all’intervento si manifesta il bisogno di mobilizzare l’arto operato con l’ausilio del personale medico e infermieristico per la riacquisizione della normale mobilità dell’articolazione. Necessita di educazione sui giusti movimenti da fare con l’arto operato.

Obiettivi

Se le condizioni cliniche lo permetteranno (valutazione medica) la persona mangerà con le gambe giù dal letto, in posizione seduta, entro il terzo giorno dall’intervento. La persona siederà in carrozzina entro il quarto giorno e camminerà con l’ausilio delle stampelle prima della dimissione senza lamentare un dolore che superi 6, nella scala NRS (da 1 a 10)

Interventi

Invito la persona ad assumere la posizione semiortopnoica e spiego l’importanza di assumere questa posizione e di non restare sempre supina. Con il medico aiuto la persona ad alzarsi e a riprendere l’uso del ginocchio operato. Con la fisioterapista educo la persona all’utilizzo delle stampelle. Utilizzo della scala NRS per la valutazione del dolore.

Risultati

La persona assume autonomamente la posizione ortopnoica e, con l’ausilio delle stampelle, tre giorni prima del trasferimento nel reparto di riabilitazione, riesce a deambulare per brevi tratti e fino ai servizi igienici. Il dolore valutato il primo giorno è 8. Il quarto giorno, camminando è 5. Il giorno della dimissione è 3.

Respirazione

Diagnosi inf.ca

Autonoma.

Al ritorno dalla sala necessita di ossigeno. (in seguito all’anestesia totale le funzioni corporee sono temporaneamente compromesse; in più durante un’operazione che coinvolga le ossa, viene persa una consistente quantità di sangue, cosicchè si dimostra necessario l’utilizzo di ossigeno a basso flusso per permettere un efficace apporto ai tessuti, evitando il rischio di ischemia).

Obiettivi

Al ritorno dalla sala la saturazione non scenderà sotto il 95%.

Interventi

Al ritorno dalla sala operatoria viene controllato il parametro della SpO2 e applicati gli occhialini con ossigeno a 2 l/min. La sera viene rimosso il dispositivo a basso flusso, controllata la saturazione.

Risultati

La saturazione è 96% dopo l’intervento. La sera dell’intervento, senza occhialini, risulta essere 98%.

Dati della persona

Nome: M.N.

Luogo di nascita: Lodi

Data di nascita: 26 ottobre 1936

Età: 72 anni

Luogo di residenza: Torino

Rete sociale e famigliare: Vedova, con una figlia di 47 anni e una sorella di 68 anni.

Condizione lavorativa: Casalinga, pensionata

Condizione abitativa: Abita in una casa di proprietà. Al quarto piano con ascensore. Non ci sono scalini da percorrere.

Abitudini di vita: La signora ama leggere e chiacchierare. Ama cucinare e guardare i documentari in tv. Quando camminava bene, prima dell’insorgenza della gonartrosi, faceva lunghe passeggiate in campagna, alla domenica, con il marito.

Percorso diagnostico

Parametri vitali

L'episodio di ipertermia si risolve spontaneamente entro 6 ore dalla sua rilevazione. Non sono stati somministrati antipiretici. Il dolore rilevato attraverso scala di valutazione numerica (da 1 a 10) viene trattato nel post intervento con utilizzo di temjesic (oppiaceo) e secondariamente con Toradol e paracetamolo.

Nel post intervento la persona presenta valori nella norma. Il primo giorno dopo l'intervento è presente ipertermia moderata per tre ore durante la notte (37.7)

Il dolore, da 8 diminuisce fino a 3 (scala di valutazione numerica) nei tre giorni precedeni il trasferimento.

Monitorare le funzioni vitali (atti respiratori ossigenazione dei tessuti, pressione sanguigna, temperatura corporea, presenza e percezione del dolore).

ECG

Non necessari in quanto la funzionalit cardiaca non è alterata.

Attività cardiaca nella norma.

Controllare la funzionalità cardiaca in base alla rilevazione della sua attività elettrica.

Rx arto sinistro

In seguito alla lastra di controllo (che si esegue il giorno seguente all’intervento) la paziente può essere mobilizzata e fatta scendere dal letto.

Nessuna frattura; protesi in sede.

Valori di Hb prima della dimissione: 11.7

Valutazione della protesi, della sua posizione e dell’eventuale presenza di fratture.

Esami ematochimici
Interventi

Valutazione della leucopenia e del conseguente maggiore rischio di infezioni in una paziente che deve subire un intervento.

L'anemizzazione post intervento è trattata con emorecupero, utilizzo di autodonazione e sacche di sangue omologhe (5 in tutto).

Risultati

Valori nella norma eccetto per la formula leucocitaria nella quale si evidenzia uno stato di leucopenia di ndd.

Nel post intervento: valori di Hb inferiori alla norma (8.6)

Motivazione

Per controllare la funzionalità dei diversi apparati e ottenere valori da confrontare in seguito all’intervento

Data di dimissione
16 settembre 2008
Data di ricovero
8 settembre 2008

Dati sulla persona

Condizione lavorativa: casalinga
Residente a Torino
Età: 72 anni
Nata a Lodi il 26/10/1936