av Nicola Giacalone 6 år siden
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via interfaccia android
Tutti questi metodi di condivisione dati sono disponibili dal menù Impostazioni > Wireless e reti / Altro > Tethering/Hotspot portatile. In base alla marca del vostro telefono potrebbe essere sotto menù differenti.
Il tethering può essere Wi-Fi, Bluetooth o USB. Nel primo caso lo smartphone fungerà da Access Point e creerà a sua volta una rete Wi-Fi a cui dovremo connettere il nostro altro dispositivo. Il vantaggio è la semplicità di configurazione, il funzionamento universale e il fatto che si possano connettere più dispositivi in contemporanea. Lo svantaggio maggiore però è l’alto consumo energetico a cui verrà sottoposto lo smartphone. Se possibile è quindi consigliato tenere in carica lo smartphone durante il tethering Wi-Fi. E’ possibile (e consigliato) creare una protezione con password per accedere alla rete realizzata dallo smartphone.
Il tethering è una funzionalità introdotta in Android 2.2 e presente in qualsiasi dispositivo Android abbia una connessione 3G. Si tratta della possibilità di condividere questa connessione con altri dispositivi (smartphone, tablet o PC che siano). Il telefono in questo caso si propone come gateway fra la rete esterna e il dispositivo che si connetterà. In pratica questo dispositivo non sarà connesso direttamente alla rete del nostro operatore, ma ad una rete creata ad hoc dal nostro terminale.
Mobile device management
Gestione malfunzionamenti e guasti dei device chi deve effettuare la manutenzione
Rischi legati alla privacy e alla sicurezza aziendale (i dispositivi non di proprietà possono sfuggire al controllo): possibili fughe di dati e perdita di informazioni furto o perdita dei dispositivi alunni che non frequentano più l’istituto possibili punti di ingresso alla rete scolastica da utenti non autorizzati
resistenza da parte dei genitori a consegnare computer e tablet ai propri figli, senza poter esercitare un controllo diretto
resistenza da parte dei docenti ad applicare il modello per la percezione dell’aumentata responsabilità rispetto alla gestione di dispositivi;
Aumenta il senso di responsabilità degli studenti.
Si accelerano i processi di innovazione didattica.
Permette a tutti gli studenti di poter utilizzare i dispositivi digitali poiché le dotazioni della scuola, raramente disponibili 1:1, saranno a disposizione di chi non può portare il proprio device
Si supera la scarsità di dotazione tecnologica di alcune scuole, molto spesso motivo che rallenta l’innovazione didattica.
ANIMATORI DIGITALI TEAM DIGITALE
Sicurezza e uso dei device (smartphone e tablet) in classe ossia uso non consentito degli stessi
il MIUR, in collaborazione con AGID (agenzia Italia digitale) e il Garante per la Privacy, svilupperà apposite linee guida in aggiornamento delle attuali disposizioni
sarà necessario disporre di controller hardware e software
“La scuola digitale, in collaborazione con le famiglie e gli enti locali, deve aprirsi al cosiddetto BYOD (Bring Your Own Device), ossia a politiche per cui l’utilizzo di dispositivi elettronici personali durante le attività didattiche sia possibile ed efficientemente integrato”
Il “deve aprirsi” indica una necessità e non una possibilità.
Ogni classe di un istituto può avere una base essenziale di dispositivi da integrare con i dispositivi degli alunni. Non importa il rapporto 1 a 1, si può lavorare per piccoli gruppi e utilizzare i dispositivi in base alle necessità didattiche e non viceversa.
Raccogliere l’eredità delle “vecchie” classi 2.0 e trasformarle in ambienti per la didattica digitale integrata. In realtà sarebbe meglio riferirsi al "concetto" delle classi 2.0 visto che di fatto sono state veramente poche quelle che si sono realizzate proprio a causa dei limiti strutturali.