av DAMBROSIO DALILA 3 år siden
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Quest'opera fu lasciata incompiuta da Tiziano a causa della sua morte e ultimato dall'allievo Palma Il giovane. Tiziano ambienta una scena di altissima drammaticità. A sinistra, in piedi, una Maddalena disperata urla con rabbia il proprio dolore. Al suo slancio, che sembra quasi proiettarla fuori dal dipinto, si contrappone la composta pacatezza di Maria che, seduta presso il nicchione, osserva con amorevole fissità il figlio morto. A destra c’è Nicodemo in atto di sorreggere il Cristo sotto l'ascella sinistra. All'estrema destra, infine, appoggiata ad un piedistallo marmoreo a forma di testa Leonina si intravede una tavoletta rappresentante lo stesso Tiziano e il figlio Orazio, in devoto atteggiamento di preghiera verso una rappresentazione allegorica della Madonna.
I colori del dipinto appaiono cupi e in alcuni punti applicati con le dita, la luce scura conferisce ai personaggi una connotazione dolorosamente spettrale, le pennellate sono rapide, imprecise e l'atmosfera generale è quella del tetro incombere di un'immane tragedia. La lunga fiaccola lucente innalzata dal piccolo angelo in volo, dona simbolicamente luce e vita alla speranza.
MADDALENA PENITENTE
DONNA ALLO SPECCHIO
La loro popolarità si deve alla capacità di cogliere il carattere del personaggio da raffigurare trasformandolo a tipo assoluto e ideale.
Tiziano andò oltre la formula del mezzo busto predominante nel XV secolo e spesso introduceva accessori nei suoi ritratti (un cane od uno strumento musicale) e la posa delle sue figure appariva molto naturale.
PAPA PAOLO III
Il dipinto raffigura particolari molto realistici come i dettagli sulle mani, la folta barba bianca o le fosse scavate sulle guance.
L'opera si presenta come un capolavoro assoluto della ritrattistica, tanto è vero che fu apprezzato dal capostipite dei Farnese, nonché committente. Infatti Paolo III, entusiasta del lavoro svolto da Tiziano, chiese di conseguenza allo stesso di entrare a far parte degli uomini al servizio papale. L'invito fu però rifiutato.
LUDOVICO ARIOSTO
L'uomo è ritratto a mezza figura su uno sfondo scuro uniforme con un braccio poggiato su una balaustra, dove si leggono le lettere “T. V.”, che possono essere interpretate come le iniziali di Tiziano Vecellio. Il busto è di profilo, rivolto a destra, e la testa girata verso lo spettatore di tre quarti, in una posa estremamente colloquiale e accattivante. La veste è ricca ed elegante. Notevoli sono gli effetti di virtuosismo nel comporre i riflessi del materiale (lucidi sul raso, opachi sulla pelliccia che borda il mantello nero) e qui Terenzio evita la dolcezza modulata creando una figura di viva e pulsante umanità.
Il tono di un colore può essere definito come la quantità di luce riflessa. Se un oggetto è molto illuminato apparirà più chiaro. Se invece è poco illuminato il suo colore sembra più scuro. L’occhio interpreta i toni di colore come appartenenti a differenti piani di profondità. Usando questa tecnica si può creare un effetto di tridimensionalità nei quadri, senza utilizzare la prospettiva tradizionale.
VENERE DI URBINO (Tiziano)
VENERE DORMIENTE (Giorgione)