Paleolitico e Neolitico
Le prime civiltà fluviali
Le principali civiltà fluviali furono: quella che si sviluppò nella pianura compresa tra il Tigri e l'Eufrate, in Mesopotamia. la civiltà che nacque lungo le sponde del Nilo in Egitto. quella che si sviluppò nella valle dell'Indo, in India.
L’uomo inizia a lavorare i metalli
Attorno al 5000 a.C. nacque la metallurgia, ossia l’arte di lavorare i metalli.
Nascono la ceramica e la tessitura
Un altro passaggio
fondamentale che avvenne durante il Neolitico fu l’invenzione della ceramica. Apparve anche il telaio per la tessitura, che
permise di sfruttare la lana degli animali domestici e le fibre di alcune piante,
come il lino, per ottenere vesti.
L’uomo diventa stanziale
Le nuove conoscenze sull’agricoltura e l’allevamento cambiarono radicalmente il modo di vivere dell’uomo, tanto che si
parla di una “rivoluzione del Neolitico”.
Innanzitutto, l’agricoltura portò al declino del nomadismo: ora non era più
necessario spostarsi in cerca di prede ma, al contrario, era indispensabile restare nello stesso luogo per attendere la maturazione dei frutti e procedere
al raccolto. L’abbandono del nomadismo non fu però totale: gruppi di uomini
dediti esclusivamente alla pastorizia continuarono per millenni a spostarsi
con le loro greggi alla ricerca di nuovi pascoli. Specialmente nelle regioni aride, gli agricoltori sedentari dovettero spesso scontrarsi con i nomadi per il
controllo della poca acqua.
Nascono i primi villaggi
Alla scoperta dell’agricoltura fece quindi seguito
la creazione dei primi villaggi. Le abitazioni, a seconda dei materiali a disposizione, erano costruite in argilla, legno o pietra; spesso il villaggio era
circondato da una palizzata o da un muro di pietra che serviva a proteggerlo
dai nemici e dagli animali selvaggi. All’interno del villaggio trovavano ospitalità anche le greggi. Le capanne avevano tutte dimensioni e forme analoghe:
solitamente erano costituite da un unico ambiente che ospitava anche il focolare. Questo indica che non esistevano differenze sociali: tutti i membri
del villaggio svolgevano la stessa funzione, ossia erano agricoltori e pastori e
collaboravano in egual misura alla difesa del villaggio. Le decisioni probabilmente erano prese collettivamente dai membri più anziani della comunità,
ossia dai capifamiglia.
Nasce l’allevamento
Contemporaneamente all’agricoltura si svilupparono le prime forme di pastorizia e allevamento: alcuni animali furono addomesticati in modo da diventare, attraverso la loro carne e il loro latte, una
risorsa di cibo sicura. I primi animali a essere addomesticati furono le pecore
e le capre, seguite nei secoli successivi dai bovini, dagli asini e dai maiali. I
cavalli furono addomesticati molto più tardi, solo attorno al 3000 a.C.
Grazie all’agricoltura e all’allevamento l’uomo del Neolitico poté contare su
una riserva di cibo sicura e costante: non dipendeva più, come in passato, dalla
disponibilità di prede da cacciare. Soprattutto, lavorando la terra e allevando
gli animali, ora l’uomo era in grado di produrre da sé il cibo di cui necessitava. Di conseguenza, la popolazione tornò ad aumentare: grazie alla capacità
dell’uomo di adattarsi all’ambiente la crisi del Mesolitico era stata superata.
Le donne e l'agricoltura
Il Neolitico è il periodo della
preistoria che va dall’8000 al 3000 a.C. L’inizio del Neolitico fu segnato da una
svolta decisiva nella storia dell’umanità. Ci si accorse infatti che, se si interravano dei semi, da essi germogliavano nuove piante di cui ci si poteva cibare:
nacque così l’agricoltura. Dato che a raccogliere le bacche e i frutti selvatici
erano soprattutto le donne, è probabile che siano state loro a capire come
nascevano le nuove piante e a elaborare le prime tecniche di coltivazione. Il
merito di aver scoperto l’agricoltura spetta dunque a loro.
L’agricoltura fu scoperta in Medio Oriente attorno al 8000 a.C. e, da lì, si diffuse verso l’Europa e l’Africa. La sua diffusione fu molto lenta: le prime tracce
di coltivazioni in Grecia risalgono solo al 5500 a.C. In Cina e in Messico l’agricoltura fu scoperta attorno al 7000 a.C., indipendentemente da quanto era
avvenuto in Medio Oriente.
La rivoluzione del Neolitico e la nascita dell'agricoltura
Il mesolitico un periodo di crisi
È il periodo intermedio dell'Età della pietra, che è posto tra la fine dell'ultima glaciazione e la Rivoluzione neolitica. Il termine è poco utilizzato in riferimento alle aree europee più orientali e per nulla al di là dell'Eurasia e del Nord Africa.
La sepoltura dei morti
All’inizio le tombe sono semplici fosse scavate, coperte poi da un mucchio di terra. Accanto al corpo, erano deposti oggetti vari: cibo, armi e strumenti. Questo fa supporre che l’uomo del Paleolitico avesse sviluppato un senso religioso e che pensasse che ci fosse una vita dopo la morte.
Le pitture rupestri
Statue della preisoria
La Venere di Willendorf, anche nota come donna di Willendorf, è una statuetta di 11 cm d'altezza, scolpita in pietra calcarea e dipinta in ocra rossa,[1] non originaria della zona di rinvenimento, e risalente al 30.000-25.000 a.C.
L'opera, raffigurante un fisico femminile steatopigo, è una delle più famose statuette paleolitiche, dette veneri paleolitiche avendo metaforicamente retrodatato la venere mitologica di molti millenni, è attualmente in esposizione al Naturhistorisches Museum di Vienna.
Percezione magica della natura
Tribù di cacciatori e raccoglitori
Le tribù di raccoglitori
Il sistema di "caccia e raccolta" fu l'unica forma di sostentamento degli uomini per 70 000 anni nel Paleolitico
Le tribù di cacciatori
Postura eretta e pollice opponibile
L'uomo crea utensili
Sottoargomento
La scoperta del fuoco
Il pollice opponibile è prerogativa quasi esclusiva della specie umana. Tale prerogativa la conquistò l'homo erectus.
L'evoluzione umana
Australopiteco, l'antico progenitore
Lucy è il nome con cui viene comunemente identificato il reperto A.L. 288-1, scoperto nel 1974 nella Depressione di Afar, in particolare nel sito archeologico di Hadar, in Etiopia. Consiste di centinaia di frammenti di ossa fossili che rappresentano il 40% dello scheletro di un esemplare femmina, il primo scoperto, di Australopithecus afarensis. Il nome deriva dalla canzone Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles