STEREOTIPI DI GENERE : Idee preconcette secondo cui a maschi e femmine sono attribuite caratteristiche e ruoli determinati e limitati dal genere loro assegnato in base al sesso.
RISPETTO significa atteggiamento che riconosce i diritti, il decoro e la dignità altrui e di se stessi.
È "rispetto" la parola dell'anno nel 2024 per la Treccani. L'Istituto della Enciclopedia Italiana l'ha scelta" per la sua estrema attualità e rilevanza sociale". Nell'ambito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, volta a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua.
Il Dizionario dell'italiano Treccani definisce il rispetto come un "sentimento e atteggiamento di stima, attenzione, verso una persona, un'istituzione, una cultura, che si può esprimere con azioni o parole".
Parità di genere: garanzia costituzionale della possibilità di partecipare alla vita economica, politica e sociale senza alcun ostacolo connesso a sesso.
Il concetto include anche il fatto che le donne e gli uomini hanno necessità differenti e che tali differenze dovrebbero essere individuate e affrontate in modo tale da ovviare agli squilibri tra i sessi c.d. equità.
STEREOTIPI FEMMINILI
Stereotipi sulle donne: i luoghi comuni sulle donne
Le aspettative stereotipate sul femminile possono rappresentare un forte limite personale per le donne, talvolta con conseguenze importanti anche per l'autostima, e per la società, dove persistono discriminazioni di genere. Ecco alcuni dei principali stereotipi sul femminile:
- femminilità e aspetto fisico: sono ancora molto forti le pressioni sociali affinché le donne rispondano a standard di bellezza irrealistici (soprattutto giovinezza, bellezza e magrezza), consolidando modelli irraggiungibili che spesso nella clinica incontriamo nelle narrazioni e rappresentazioni di chi soffre di disturbi alimentari
- sensibilità ed emotività: le donne vengono considerate come intrinsecamente più emotive, sensibili e inclini a prendersi cura degli altri, una visione monocorde di donna contenitore che in alcuni contesti viene percepita come inadatta a ruoli di leadership e non autorevole nei processi decisionali
- gravidanza e maternità: prevale l'idea che il desiderio e la capacità di diventare madre siano centrali nell'identità di una donna, suggerendo che quelle che scelgono di non avere figli o che non possono averli siano in qualche modo incomplete
- cura domestica: le donne sono spesso ritenute naturalmente predisposte per le faccende domestiche e la cura dei bambini, un'aspettativa che può limitare la loro partecipazione alla forza lavoro e rinforzare la divisione tra generi dei compiti domestici e del carico mentale
- passività e dipendenza: altro stereotipo diffuso riguardo il genere femminile dipinge le donne come passive, meno aggressive e dipendenti dagli uomini per protezione e sostegno finanziario, con un impatto sul senso di autoefficacia che spesso va di pari passo con una una bassa autostima nelle narrazioni di donne che vivono in contesti dove non si possono immaginare come libere e indipendenti
- minor predisposizione per la scienza e la tecnologia: spesso le donne sono considerate meno inclini verso la matematica e la scienza (e attualmente solo il 38% delle donne è laureata nelle materie STEM) e più di frequente associate a professioni che richiedono cura ed empatia (come insegnamento, infermieristica, o assistenza all'infanzia). Sul piano sociale si può riscontrare l’influenza di questi stereotipi in materia di accesso e di opportunità nei settori tecnologici
- fragilità e bisogno di protezione: le donne sono spesso viste come fisicamente più deboli e bisognose di protezione, un'idea che può giustificare il controllo e la limitazione della loro libertà di movimento e decisione.
Alcuni lavori sono più adatti alle donne??? Insegnante, babysitter, assistente sanitaria domiciliare, receptionist, parrucchiera, infermiera, badante, cameriera, casalinga etc....
STEREOTIPI MASCHILI
Stereotipi maschili: i luoghi comuni sugli uomini
Quali sono gli stereotipi di genere riguardo i ruoli del maschile? Ecco alcuni dei più comuni:
- forza fisica e indipendenza: gli uomini sono spesso raffigurati come fisicamente forti, autosufficienti e capaci di affrontare da soli le sfide, con poco bisogno di supporto emotivo. Chi non ha mai sentito dire “i veri uomini non chiedono mai aiuto”?
- non mostrare emozioni: in frasi come ”Smetti di piangere come una femminuccia” prevale l'idea che mostrare emozioni, a eccezione della rabbia, sia un segno di debolezza o poca mascolinità ; se interiorizzati in profondità, stereotipi di questo tipo possono spingere gli uomini a negare o sopprimere sentimenti come tristezza o paura creando conflitto tra ciò che sentono e ciò che credono di dover mostrare di essere.
- successo professionale e finanziario: permane l’aspettativa che gli uomini debbano avere successo in termini di carriera, status e reddito. Inoltre, gli uomini sono spesso associati a ruoli che richiedono forza fisica o leadership tecnica (come ingegneria, chirurgia, o costruzioni).
- aggressività e competitività: gli uomini sono spesso ritratti come naturalmente aggressivi e competitivi, sia nello sport che nella vita professionale. Questa aspettativa può incoraggiare comportamenti nocivi e limitare la capacità di costruire relazioni collaborative
- virilità: gli stereotipi maschili legati alla sessualità spesso appiattiscono l’idea di virilità sui concetti di eterosessualità e di forte appetito sessuale, stigmatizzando orientamenti sessuali diversi ed escludendo dallo spettro delle possibilità ogni altra forma di esperienza e di identità di genere
- disinteresse per la cura domestica: prevale il preconcetto che gli uomini siano meno predisposti e capaci nelle faccende domestiche o nella cura dei bambini, “cose da femmina” considerate tradizionalmente responsabilità esclusivamente delle donne
Alcuni lavori sono più adatti agli uomini??? Poliziotto, pompiere, segretario, camionista, operaio edile, o elettricista, manager, medico, avvocato, chef etc...
Si parla di disparità di genere quando un genere è sotto rappresentato e/o svantaggiato nei diversi contesti e ambiti della vita pubblica, sociale, economica, politica, nonché nella sfera privata e quotidiana. Questo fenomeno colpisce, anche se in misure e modalità diverse, le donne di tutto il mondo, lungo le varie fasi della loro vita.
VIOLENZA DI GENERE L’espressione violenza di genere, indica tutte le forme di violenza di natura psicologica, fisica, verbale, econimica, sessuale oppure gli atti persecutori del cosiddetto stalking, lo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.
Il termine "femminicidio" è inoltre oggetto di dibattito linguistico. Si parla di femminicidio nel caso di reato di natura oppressiva e patriarcale, che ha lo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l’identità della vittima. Un concetto molto più ampio di quello di omicidio, applicabile invece alla generalità dei casi in cui un essere umano toglie la vita ad un altro essere umano, indipendentemente dal sesso o dalle ragioni dietro il gesto. La questione non è puramente stilistica: non si tratta di una forzatura o di una pretesa di precisione, e questo è dimostrato anche dal fatto che il tema è entrato all’interno del dibattito legislativo. In Italia, infatti, i vari discorsi sul tema sono sfociati nel Disegno di Legge n.93 del 2013 il primo ad introdurre il termine “femminicidio” nel diritto penale. La distinzione tra i due termini è in realtà fondamentale per non “lasciare le donne senza ragioni, senza parola, e senza gli strumenti per rimuovere tale violenza”.
VIOLENZA VERBALE
Si parla di violenza verbale o aggressione verbale si fa riferimento a un atto di comunicazione intenzionalmente dannoso e offensivo che coinvolge l’uso di parole o toni minacciosi, insultanti o umilianti.
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, in effetti, la violenza verbale non implica necessariamente l’uso di linguaggio volgare o osceno ma può manifestarsi anche attraverso insulti sottili, toni sprezzanti o parole intese a ferire emotivamente.
LE FRASI SESSISTE e VIOLENTE : Non fare la femminuccia! Guidi bene per essere una donna! Prova a sentire ancora X (che può essere un amico, un collega o un ex fidanzato) e vedrai che succede”, “Ti ho già detto mille volte che non devi azzardarti a contraddirmi” o “Se domani esci di casa vestita così vedrai che succede".Prova a sentire ancora X (che può essere un amico, un collega o un ex fidanzato) e vedrai che succede”, “Ti ho già detto mille volte che non devi azzardarti a contraddirmi” o “Se domani esci di casa vestita così vedrai che succede.
Le parole del patriarcato: un vocabolario per femministe
Manterrupting
Origine: man =uomo + interrupting = interrompere.
Significato: quando un uomo interrompe una donna.
Come si può ben capire dalla composizione di questa parola, essa descrive l’atteggiamento arrogante di un uomo che interrompe una donna mentre sta parlando e non le lascia finire quello che sta dicendo. In molti casi, il “manterrupting” si trasforma in “mansplaining”.
Mansplaining
Origine: man = uomo + explaining = spiegare.
Significato: la tendenza diffusa tra le persone di sesso maschile di spiegare le cose a quelle di sesso femminile, anche se queste conoscono molto bene l’argomento in questione.
Questa parola, inventata da Rebecca Solnit, autrice del libro “Gli uomini mi spiegano le cose”, indica un l’atteggiamento paternalista e accondiscendente di alcuni uomini che, screditando e svalutando la conoscenza femminile, interrompono una donna per spiegarle un argomento che lei conosce molto bene. Questo modo di fare è purtroppo molto diffuso negli ambienti di lavoro. Si parla di “mansplaining” anche quando gli uomini spiegano alle donne argomenti molto ovvi, dando per scontato che loro non riescano a capirli.
Bropriating
Origine: bro/brother = fratello + appropriating = appropriarsi.
Significato: il “bropriating” si verifica quando un uomo si appropria dell’idea messa a punto da una collega donna, agendo come se ne fosse l’autore e prendendosi tutto il merito.
Gaslighting
Origine: questo termine viene dal titolo di un film del 1944 “Gaslight” (che in Italia uscì col titolo di “Angoscia”) nel quale un marito riesce a manipolare mentalmente la moglie al punto tale da farle credere di essere diventata pazza, con lo scopo di mettere mano alla sua eredità.
Significato: una forma di manipolazione psicologica.
Il “gaslighting” (che nel 2022 è stata scelta da Merriam-Webster come parola dell’anno) è appunto una subdola tattica manipolativa basata sulla violenza psicologica e che, malgrado abbia anche gli uomini come vittime, è più frequentemente messa in atto ai danni delle donne.
La manipolazione viene effettuata con lo scopo di confondere, screditare la persona e farla sentire insicura del proprio giudizio. In casi estremi, le vittime di “gaslighting” possono convincersi di aver completamente perso il controllo della propria vita.
Fate quindi attenzione se qualcuno vi rivolge molto spesso frasi tipo “Sei troppo emotiva/drammatica”, “Non capisci niente” e “Sei pazza”.
Slut shaming
Origine: slut = sgualdrina + shaming = esporre al pubblico ludibrio, far vergognare.
Significato: giudicare le abitudine e la vita sessuale di una persona.
Giudicare una donna dal punto di vista sessuale dandole della “poco di buono” a causa delle sue abitudini, è il perfetto esempio di “slut-shaming”. Stabilire, infatti, quale sia una condotta sessuale appropriata per una donna è di per se stesso un atteggiamento sessista e limitativo. Questo modo di fare viene messo in atto quando la donna vittima dello “slut-shaming” rompe i tabù, non ha paura di vivere appieno la propria vita sessuale e ne parla liberamente .
Body shaming
Origine: body = corpo + shaming = esporre al pubblico ludibrio, far vergognare.
Significato: giudicare negativamente una persona in base al suo aspetto fisico.
Anche il body shaming implica il giudizio nei confronti di una donna attraverso il suo corpo e il modo in cui essa decide di disporne. Anche in questo caso, si verifica naturalmente quando la donna mostra il proprio corpo con gioia e libertà, disprezzando gli standard di bellezza imposti dalla società i quali promuovono costantemente un ideale che rinforza il circolo vizioso del “body-shaming”.
Fat shaming
Origine: fat = graasso + shaming = esporre al pubblico ludibrio, far vergognare.
Significato: giudicare negativamente una persona perché è grasso/a
Una variante di body shaming, ma più specifica perché chi fa “fat shaming” se la prende con qualcuno solo perché quella persona non è magra o comunque non corrisponde ai canoni di peso che la società ha prescritto.
Quindici campanelli d’allarme contro la violenza di genere
“Abbiamo litigato per il fatto che non lo avessi fatto venire al compleanno della Elena (la sorella di Cecchettin, ndr). Ha sostenuto più volte fosse mio dovere aiutarlo a studiare. Si lamentava quando mettevo meno cuori del solito. Necessitava di messaggi molte volte al giorno. Ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura, robe così. Quando lui ha voglia tu non puoi non averne se no diventa insistente. Non accetta le mie uscite con la Bea e la Kiki (amiche di Cecchettin, ndr). Non accetterebbe mai una vacanza mia in solitaria con maschi nel gruppo. Tendenzialmente i tuoi spazi non esistono. Lui deve sapere tutto, anche quello che dici di lui alle tue amiche e allo psicologo. Durante le litigate dice cattiverie pesanti e quando l’ho lasciato mi ha minacciato solo per farmi cambiare idea. C’è stato un periodo in cui dopo esserci detti “Buonanotte” mi mandava sticker finché non vedeva che non ricevevo più messaggi per controllare che fossi davvero andata a dormire. Tutto quello che gli dici per lui è una promessa e prova a vincolarti così. Prendeva come un affronto il fatto che volessi tornare a casa prendendo l’autobus alla fermata più vicina e non in stazione. Una volta si è arrabbiato perché scesa dall’autobus volevo fare 5 minuti a piedi da sola mentre lui era da un’altra parte senza aspettarlo”.
Il potere delle parole
Esiste un legame indivisibile tra linguaggio e realtà, ma è il linguaggio ad influenzare la realtà o viceversa? Cambiare il linguaggio, evitando il reiterarsi di stereotipi anche nella lingua, può contribuire al cambiamento culturale per una società inclusiva e abbattere ogni forma di sessismo.
Vi è tra le due entità un’influenza reciproca: da una parte la lingua riflette i cambiamenti dell’ambiente circostante, si pensi alla creazione dei neologismi per esprimere nuovi concetti; dall’altra il linguaggio influenza il nostro modo di percepire ciò che ci circonda, facendo emergere, tramite una parola o una determinata espressione, particolari aspetti che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra.
Le parole hanno un peso!
Quale uso facciamo del linguaggio nella vita di tutti i giorni? Molto di quello che comunichiamo in una semplice conversazione è un'espressione più o meno volontaria del nostro contesto socioculturale e dei suoi valori. Per eliminare alla radice gli innumerevoli episodi di discriminazione o aggressione verbale in maniera davvero efficace è necessario riconoscere e “neutralizzare” espressioni e stereotipi comunemente accettati, che emergono anche nelle conversazioni più banali. Molti modi di dire, luoghi comuni e battute “divertenti” sulla diversità di genere contribuiscono alla creazione di uno scenario e di un rumore di fondo che inevitabilmente intacca e condiziona la quotidianità di ogni donna, amplificando di fatto un problema che è già di per sé molto ingombrante nella nostra società contemporanea. È un problema sottovalutato o sminuito, ma andrebbe preso molto sul serio: la narrativa tossica creata da un linguaggio sessista fa spesso da anticamera a fenomeni di violenza fisica, oltre che di abuso verbale, e contribuisce in maniera significativa a una percezione distorta della violenza di genere in ogni sua forma.
AGENDA 2030
Punto 5 Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all'istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l'umanità intera.
L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l'Italia, per condividere l'impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.L'Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030, articolati in 169 Target, che rappresentano una bussola per porre l'Italia e il mondo su un sentiero sostenibile.
NON SOLO LE DONNE!
Le persone vulnerabili devono essere incoraggiate
(empowered). Tutti i bambini, giovani, persone con disabilità,
persone che vivono con l'HIV / AIDS, anziani, popolazioni
indigene, rifugiati, sfollati interni, migranti e persone LGTB.
ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA Tutte le forme di discriminazione e violenza contro donne
Devono essere eliminate come anche lo sfruttamento, matrimonio
forzato, mutilazioni, traffico a fini di prostituzione.
PARITÀ DI OPPORTUNITÀ
Donne e ragazze devono godere di pari accesso e opportunità
a un'istruzione di qualità, risorse economiche, partecipazione
politica, occupazione, leadership e processo decisionale a
tutti i livelli.
È UN CONTRIBUTO FONDAMENTALE
Il raggiungimento del pieno potenziale umano e dello sviluppo
sostenibile non è possibile se a metà dell'umanità continuano
ad essere negati tutti i diritti umani e le opportunità.
UGUAGLIANZA
Che cosa significa UGUAGLIANZA? L'uguaglianza è, insieme alla libertà, uno dei diritti fondamentali di una democrazia. È un concetto etico-giuridico o etico-politico, secondo cui i membri di una collettività devono essere considerati allo stesso modo, indipendentemente dalla loro posizione sociale e dalla provenienza.
UGUAGLIANZA FORMALE
L'uguaglianza di fronte alla legge: che un
cittadino sia cattolico, ebreo, musulmano
o ateo, per la legge non cambia nulla e i
suoi diritti restano i medesimi.
UGUAGLIANZA SOSTANZIALE
La Repubblica ha il compito di favorire l'uguaglianza
sostanziale col fine di eliminare i fattori che
possono determinare tra i cittadini una
disuguaglianza tale da impedire l'esercizio dei diritti
fondamentali. L' uguaglianza formale è la concreta realizzazione dei diritti pronunciati dalla Costituzione.
uguaglianza formale e sostanziale
La Costituzione Italiana e i diritti delle donne.
L'art. 3 della costituzione italiana Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, dirazza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacolidi ordine economico e sociale, che, limitando difatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppo della personaumana e l'effettiva partecipazione di tutti ilavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 37 "La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezioneLa legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità della retribuzione".