La commedia è messa in scena in seguito alla battaglia delle Arginuse, la battaglia navale più importante della guerra del Peloponneso
La commedia è divisa in due differenti parti: la prima presenta la catabasi di Dioniso e Xantia verso l'Ade; la seconda, invece, l'agone tra Eschilo ed Euripide
Rappresentata nel 405 a.C in occasione delle Lenee: vince il primo premio
LE RANE DI ARISTOFANE
TEMI
L'agone tragico
Euripide rimprovera ad Eschilo la staticità dei personaggi e il linguaggio solenne; al contrario Euripide è accusato di rappresentare vicende troppo scabrose e banali
Emerge la straordinaria competenza di Aristofane e del pubblico che conoscono perfettamente i versi dei due contendenti
La contesa rappresenta la contrapposizione tra il glorioso passato di Atene ed un presente più problematico
La salvezza di Atene
La parabasi, che tratta della condizione sociale del cittadino ateniese, appare quasi scollegata rispetto alla commedia, ma in realtà è perfettamente integrata nel contesto socio-politico della città
PROTAGONISTA
Dioniso
Il dio del teatro, accompagnato dal suo fedele servo, risulta particolarmente divertente nei suoi travestimenti, che provocano equivoci comici: scambiato con Eracle, rischia di pagare le conseguenze delle malefatte dell'eroe
CORO
Nella commedia sono presenti due cori:
Il coro primario è composto dagli iniziati, legati ai riti eleusini o a quelli orfico-dionisiaci che rappesentano un'Atene "redenta e ultramondana"
Il titolo della commedia deriva dal coro secondario ed esaurisce la sua funzione in un breve momento episodico, ma è difficile comprenderne la collocazione e il significato simbolico. Iconico il loro onomatopeico verso βρεκεκεκὲξ κοὰξ κοάξ
TRAMA
Dopo la morte di Sofocle, il dio del teatro Dioniso decide di partire in compagnia del servo Xantia per l'Ade e riportare Euripide sulla terra, al fine di salvare la tragedia dal declino. Durante il viaggio, Dioniso si traveste da Eracle; trova, così, Eschilo intento a contendersi con Euripide il titolo di poeta tragico. A Dioniso è assegnato il ruolo di giudice della gara: pesati i versi di entrambi i tragediografi su una bilancia, quelli di Eschilo risultano i migliori, ma è un'ultima prova di carattere politico a decretarlo realmente vincitore
TEMPO