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L'INNO DI MAMELI TRA I SIMBOLI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

L'inno nazionale, noto anche come "Canto degli Italiani" di Goffredo Mameli, è uno dei principali simboli della Repubblica Italiana, accanto alla bandiera e al Presidente della Repubblica.

L'INNO DI MAMELI TRA I SIMBOLI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

L'INNO DI MAMELI TRA I SIMBOLI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

IL TESTO

"Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa"

Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano (253-183 a. C.), fu il generale e uomo politico romano vincitore dei Cartaginesi e di Annibale nel 202 a. C. a Zama (attuale Algeria); la battaglia decretò la fine della seconda guerra punica, con la schiacciante vittoria dei Romani. L’Italia, ormai pronta alla guerra d’indipendenza dall’Austria, si cinge figurativamente la testa dell’elmo di Scipione come richiamo metaforico alle gesta eroiche e valorose degli antichi Romani.

"Dov'è la Vittoria, le porga la chioma, che schiava di Roma, Iddio la Creò"

Si riferisce all’uso antico di tagliare i capelli alle schiave per distinguerle dalle donne libere; queste ultime, per sottolineare il loro stato, erano solite tenere i capelli lunghi. La dea Vittoria rappresentata come una donna dai lunghi capelli, dovrebbe quindi porgere la chioma perché le venga tagliata in segno di sottomissione a Roma.

"Stringiamci a Coorte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò"

La coorte era un’unità da combattimento dell’esercito romano, dunque “Stringiamci a coorte” vuole essere un’esortazione a presentarsi senza indugio alle armi disposti a morire.

"Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perchè non siam popolo, perchè siamo divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme. Di fonderci insieme, già l'ora suonò. Stringiamci a coorte siam pronti alla morte, l'Italia chiamò."

Si tratta di un richiamo al desiderio di raccogliersi sotto un’unica bandiera: speranza (speme) di unità e di ideali condivisi per un’Italia, quella del 1848, ancora divisa in sette Stati.

"Uniamoci, amiamoci, L'Unione e L'Amore rivelano ai Popoli, le Vie del Signore; Giuriamo far libero il suolo natio: Uniti per Dio, chi vincer ci può? Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte l'Italia chiamò"

Mameli era un mazziniano convinto e in questa strofa interpreta il disegno politico del fondatore della “Giovine Italia”: quello di arrivare, attraverso l’unione di tutti gli Stati italiani, alla realizzazione della repubblica.

"Dall' Alpi a Sicilia, ovunque è Legnano"

La battaglia di Legnano, del 1176, è quella in cui la Lega Lombarda, al comando di Alberto da Giussano, sconfisse Federico I di Svevia, il Barbarossa. A seguito della sconfitta l’imperatore, sceso in Italia per affermare la sua autorità, fu costretto a scendere a patti con le città lombarde.

"Ogn'uom di Ferruccio, ha il core, ha la mano"

Si fa riferimento all’eroica difesa della Repubblica di Firenze che tra il 12 ottobre del 1529 e il 12 agosto del 1530 venne assediata dall’esercito imperiale di Carlo V d’Asburgo.

"I bimbi d'Italia si chiaman Balilla, il suon d'ogni squilla, i Vespri suonò. Stringiamci a coorte, siamo pronti alla morte, l'Italia chiamò"

Il richiamo a tutte le genti d’Italia è al valore e al coraggio del leggendario Balilla, soprannome del fanciullo, simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese.

“Il suon d’ogni squilla” significa “il suono di ogni campana”. L’evento cui fa riferimento Mameli è quello dei “Vespri Siciliani”: nome dato al moto per cui la Sicilia insorse dopo 16 anni di dominio angioino (francese) e si diede agli aragonesi (spagnoli).

"Son giunchi che piegano le spade vendute: già l'Aquila d'Austria le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, il sangue Polacco, bevè col cosacco, ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte, siam pronte alla morte l'Italia chiamò."

L’Austria degli Asburgo (di cui l’aquila bicipite era il simbolo imperiale) era in declino (le spade vendute sono le truppe mercenarie di cui erano piene le file dell’esercito imperiale) e Mameli chiama un’ultima volta a raccolta le genti italiche per dare il colpo di grazia alla dominazione austriaca con un parallelismo con la Polonia.

L'Inno Nazionale è una composizione musicale che viene adottato da uno Stato come simbolo della Nazione

LEGGE N° 181 DEL 04/12/1/2017

  La  Camera  dei  deputati  ed  il  Senato  della  Repubblica  hanno
approvato; 
 
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
 
                              Promulga 
 
  la seguente legge: 
                               Art. 1 
 
  1. La Repubblica riconosce il testo del «Canto degli  italiani»  di
Goffredo Mameli e lo spartito musicale originale  di  Michele  Novaro
quale proprio inno nazionale. 
  2.  Con   decreto   del   Presidente   della   Repubblica,   previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'art. 1, comma
1, lettera ii), della legge 12 gennaio 1991, n. 13, sono stabilite le
modalita'  di  esecuzione  del  «Canto  degli  italiani»  quale  inno
nazionale. 
   La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara'  inserita
nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla
osservare come legge dello Stato. 
    Data a Roma, addi' 4 dicembre 2017 
 
                             MATTARELLA 
 
                                


Grazie a questa Legge, l'inno di Mameli diviene UFFICIALMENTE "il Canto degli Italiani"

Viene eseguito

negli eventi pubblici e solenni

nelle manifestazioni sportive nazionali ed internazionali

Esso rappresenta, insieme alla Bandiera e al Presidente della Repubblica, il simbolo dell'Unità Nazionale