da star star mancano 16 anni
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ID sta per Instructional Design. La teoria ID individua i metodi adeguati affinché, date certe condizioni di istruzione, l'apprendimento risulti efficace, efficiente e attraente.
l’apprendimento ha maggiore probabilità di essere più efficace quando gli allievi ricevono in itinere sia incoraggiamento che un frequente ed articolato feed-back, capace di fare il punto sui loro risultati e riorientare il loro percorso
Questo aspetto ha maggiore rilevanza sulla rete, dove non si percepisce direttamente l’effetto della nostra azione comunicativa rispetto all’altro.
Backward fading: significa che la guida ed il controllo istruttivo deve diminuire in funzione dell’aumento dell’expertise e della capacità di autogestione dell’allievo. In particolare conviene applicare un approccio più direttivo, con controllo passo passo sull’apprendimento con alunni in fase iniziale, applicando consegne aperte, quali quelle proprie degli ambienti attivi o costruttivistici, con alunni via via sia più esperti della materia che dotati di buona capacità metacognitiva.
E’ un principio che trova piena applicazione anche e soprattutto sulla rete
apprendiemento in coppia/sharing
Apprendimento in coppia o visibilità reciproca(Sharing): c’è ormai ragionevole accordo sul fatto che un modo generalmente efficace per consolidare la motivazione all’apprendimento e sviluppare consapevolezza metacognitiva, si può ottenere facendo lavorare, dove possibile con un pari.
In rete ottime possibilità si ottengono dall’apprendimento condiviso, dalla semplice imitazione e dal peer tutoring (grande risorsa anche economica per lo scaffoldind affettivo e cognitivo che consente)
Risultati più controversi sono invece relativi a gruppi più ampi, la cui gestione richiede un grado di controllo che raramente è posseduto.
L’apprendimento collaborativo in rete solleva grandi aspettative ma rappresenta anche una soluzione non sempre conseguibile
backward fading
autostima e senso di autoefficacia
L’apprendimento è facilitato quando:
- gli allievi sono incoraggiati a dare pubblicamente dimostrazioni della loro conoscenza o abilità acquisita;
- gli allievi possono riflettere su, difendere, discutere e definire la loro conoscenza;
- gli allievi possono creare inventare ed esplorare nuovi e personali modi di usare la loro conoscenza.
L’apprendimento è facilitato quando:
- all’allievo si richiede di usare la sua conoscenza per risolvere problemi;
- l’allievo è messo in condizione di classificare, produrre compiti, elaborare ipotesi, cercare di predire attivamente conseguenze;
- l’attività di soluzione di problemi è congruente con gli obiettivi di apprendimento;
- all’allievo si mostra come individuare e correggere errori, guidandolo con adeguato coaching.
L’apprendimento è facilitato quando:
- all’allievo viene “dimostrato” esplicitamente che cosa va appreso, anziché semplicemente “detto”;
- la dimostrazione è coerente con gli obiettivi d’apprendimento: esempi e non esempi per i concetti, dimostrazioni per le procedure, visualizzazioni per i processi, modellizzazione per i comportamenti;
- gli allievi vengono opportunamente guidati e orientati verso le informazioni rilevanti;
- vengono usate ed esplicitamente confrontate rappresentazioni multiple.
Mobilitare le conoscenze preesistenti cioè adottare strategie capaci di attivare le conoscenze precedenti, l’allievo è indotto a:
ricordare,
relazionare,
descrivere o mostrare,
applicare conoscenza risultante da esperienze rilevanti del passato che può essere usata come fondamento di nuova conoscenza.
All’allievo è offerta esperienza rilevante che può essere usata come fondamento per nuova conoscenza.
Solo innestando l'apprendimento nelle nostre strutture preesistenti possiamo produrre un apprendimento profondo e di lunga durata.
L’apprendimento è facilitato quando:
- chi apprende è coinvolto nella soluzione di problemi reali
- l’allievo risolve una progressione di problemi
- l’allievo è guidato ad una esplicita comparazione dei problemi
Nota: esistono varie tipologie di problemi: categorizzazione, progettazione, interpretazione.
condizioni di istruzione
vincoli infrastrutturali
ambiente d'apprendimento
apprendimento
allievo
risultati desiderati
appeal
efficenza
efficacia
Livello MicrodidatticoI metodi hanno carattere situazionale e non universale. Capire quali metodi sono preferibili ad altri in una determinata situazione.
WebQuest
ideato nel 1995 da Bearnie Dodge - Università di San Diego. Attività di ricerca guidata, in cui gli allievi, organizzati in gruppo, applicando una logica indiziaria, reperiscono informazioni in internet utili alla realizzazione di prodotti (un ipertesto, una guida cartacea, un giornale, un e-zine...), che si configurano come risultato della capacità dei discenti di elaborare autonomamente le informazioni da essi stessi trovate.Secondo la definizione di Dodge, un webquest è un'attività da svolgersi in internet, basata sul problem solving. Un webquest può trovare un elemento di arricchimento nell'integrare la videoconferenza, la telefonata, l'e-mail o altra forma comunicativa tecnologicamente mediata.Il webquest è diviso in alcune fasi prestabilite, la struttura è la seguente:Introduction TaskProcessEvaluation ConclusionCreditsTeacher page1. Introduzione: fornisce le informazioni di base;2. Compito: descrive quale compito debba svolgersi;3. Risorse: individua le risorse occorrenti per portare a termine efficacemente il compito assegnato. Delle risorse fanno parte tanto le risorse elettroniche, sia quelle predisposte ad hoc dal docente ed inserite in apposito sito, sia quelle liberamente fruibili nella rete, precedentemente visitate e recensite dal docente, quanto altro tipo di risorse, come i libri reperibili nella biblioteca della scuola o in altra biblioteca pubblica o privata, indirizzi e-mail o numeri telefonici di esperti a cui potersi rivolgere per ricevere risposta a quesiti utili alla soluzione del compito assegnato;4. Processo: una descrizione del processo che gli studenti debbono mettere in atto nella effettuazione del compito;5. Suggerimenti: si tratta di consigli che vengono offerti dal docente allo scopo di aiutare gli studenti ad organizzare le informazioni acqusite. I suggerimenti possono darsi sotto forma di domande a risposta più o meno giudata, consistere in griglie organizzative, in mappe concettuali, in schemi causa-effetto, ecc.6. Conclusione: è il momento che ricorda agli studenti cosa hanno imparato e li consiglia su come successivamente ampliare l'esperienza per acquisire ulteriore conoscenza.Un webquest, quantunque possa essere pensato come attività individuale, funziona meglio come attività di gruppo. Parimenti ha maggiore efficacia se vengono inclusi degli aspetti incentivanti la motivazione. Tra questi potremmo annoverare l'assegnazione di un ruolo oltre che di un compito (del tipo: siete dei detective, siete un funzionario di un'agenzia governativa...). Il ruolo potrebbe essere accompagnato da un piano d'azione (del tipo: siete stati incaricati di ritrovare..., dovete man mano che acquisite le vostre informazioni informare i vostri superiori utilizzando la posta elettroncia...). online si trovano molti esempi, templates, e generatori di web quest:http://www.webquest.orghttp://www.aula21.net/Wqfacil/webit.htm (non è un granché come layout ma è pratico)
Scegliere i metodi più efficaci, efficienti e attraenti in base alla situazione (allo scenario formativo)
la situazione, il contesto
quale equipe serve / si ha / ci si può permettere.
Se non si ha un numero adeguato di tutor preparati , in rapporto ai numeri dell’utenza, necessariamente occorrerà orientarsi verso forme di “intelligente e ragionevole erogazione supportata”.
Un tutor può rispondere solo a domande ( eventualmente gestendole con un sistema di faq) o può svolgere una funzione istruttiva attiva, sollevando problemi, animando la discussione, andando a cercare alunni in difficoltà, personalizzando i consigli ecc...Questa seconda possibilità richiede ovviamente che il tutor gestisca un numero limitato di allievi.
quando pensiamo alla infrastruttura tecnologica e alla sua organizzazione, tenere sempre a mente il concetto di affordanceda wikipedia:L'affordance è l'aspetto fisico di un oggetto che permette all'utilizzatore di dedurne le funzionalità o i meccanismi di funzionamento.Il termine è stato introdotto nel 1966 dallo psicologo James J. Gibson.Più alta è l'affordance più sarà automatico ed intuitivo l'utilizzo di un dispositivo o di uno strumento. Ad esempio, l'aspetto di una maniglia dovrebbe far intuire al meglio e automaticamente come la porta vada aperta: se tirata, spinta, o fatta scorrere (una porta che si apre automaticamente al passaggio ha una scarsa affordance, poiché è molto poco intuitivo il suo funzionamento).Tra gli oggetti con un'ottima affordance vi sono, ad esempio, la forchetta o il cucchiaio, strumenti che nel corso dei millenni sono stati affinati dall'uomo fino alla forma odierna, estremamente intuitiva e di semplicissimo utilizzo.
Scaffolding
l'ambiente di apprendiemnto deve essere dotato di appoggi, sostegni, appigli per l'orientamento dei singoli utenti. (blocchi laterali in moodle....)
efficacia, efficienza, appeal
costi/tempo/attrazione per lo studente
Affordance
quando pensiamo alla infrastruttura tecnologica e alla sua organizzazione, tenere sempre a mente il concetto di affordance per ridurre al minimo lo sforzo cognitivo dell'utenteda
semplicità, immediatezza, riconoscibilità
wikipedia:L'affordance è l'aspetto fisico di un oggetto che permette all'utilizzatore di dedurne le funzionalità o i meccanismi di funzionamento.Il termine è stato introdotto nel 1966 dallo psicologo James J. Gibson.Più alta è l'affordance più sarà automatico ed intuitivo l'utilizzo di un dispositivo o di uno strumento. Ad esempio, l'aspetto di una maniglia dovrebbe far intuire al meglio e automaticamente come la porta vada aperta: se tirata, spinta, o fatta scorrere (una porta che si apre automaticamente al passaggio ha una scarsa affordance, poiché è molto poco intuitivo il suo funzionamento).Tra gli oggetti con un'ottima affordance vi sono, ad esempio, la forchetta o il cucchiaio, strumenti che nel corso dei millenni sono stati affinati dall'uomo fino alla forma odierna, estremamente intuitiva e di semplicissimo utilizzo.
testo o multimedia o interattività
-può essere una semplice informazione testuale. Una risposta chiarificatrice, ad una domanda rilevante, rimane statisticamente la forma più pratica ed efficace dell’interazione in rete. Può essere fornita da un tutor, da un esperto, o anche da un pari
-presentazione testo e immagine statica. Qui bisogna curare la congruenza tra immagine e testo
-presentazioni con piccole animazioni. Qui bisogna seguire le regole della comunicazione multimediale ed evitare sovraccarico cognitivo. Generalmente sono le forme attraverso le quali- se ben curate- la comunicazione multimediale può offrire maggior valore aggiunto rispetto al testo
-animazione e/o video. Sono rari i casi in cui sono effettivamente utili didatticamente. quanto meno occorre “trattarli”.
La natura del contenuto veicolato è in rapporo al dominio trattato e all’obiettivo (conoscenza, capacità, abilità, competenza) e condiziona a sua volta la scelta didattica.
Non è valida la regola “tanta più interattività” tanto più apprendimento
fissi/dinamici
da aggornare durante il corso o no...
apertura/chisura
Grado di chiusura del contenuto si riferisce al fatto che i contenuti siano rappresentabili in un dominio chiuso (e dunque valutabili anche con sistemi automatici, del tipo giusto-sbagliato) oppure siano di natura complessa (piu punti di vista possono coesistere ed anche essere entrambi validi ecc..) e dunque richiedono esperti valutatori umani.
conenuti chiusi: dati, fatti, norme (unici e specifici) procedure (azioni step by step) contenuti aperti: concetti ( se discussi, altrimenti sono chiusi) processi (progettare, lavorare alla creazione, allo studio di qualcosa...) pricipi
creare competenze
saperesaper faresapere esseresapere agire in situazione mobilitando le proprie risorse interne e le risorse del contesto
generare abilità
saper fare
fornire conoscenze
saperi prevalentemente teorici
disponibilità a dedicare tempo
ad esempio una forma blended rispetto ad una tradizionale formazione d'aula richiede un tempo extra al corsista da dedicare ad eventuali interazioni/leggere e scrivere mail) ed eventuali lavori collaborativi ed e-tivities.
situazioni di scarsa motivazione, di difficoltà di accesso, di partecipazione saltuaria da sostenere nei tempi lunghi, giocano a favore di metodi più erogativi, con momenti di condivisione, o approcci basati su faq o “rapid learning (piccole pillole di informazione, su quesiti particolari..).
disponibilità alla collaborazione
bisogni formativi
L' analisi dei bisogni formativi è uno studio (o quanto meno una riflessione preliminare) sul contesto su cui si opera, voltaa ad individuare- valorizzare le ragioni che giustificano il progetto (si mostra che c'è un'esigenza reale, sentita, di attivare quella iniziativa, per motivi di crescita sociale, economica o culturale...). Possono essere coinvolte le "parti interessate" (studenti, docenti, familiari) ma anche altri attori (parto sociali, stakeholders del territorio eccc.). In genere si traduce in dati (quantitativi e qualitativi)
omogeneità di interesse
expertise
una buona padronanza già posseduta della materia (corsisti gia esperti) offre valore aggiunto a metodi problem based e collaborative based approcci collaborativi possono comunque essere resi impraticabili da atteggiamenti competitivi tra gli utenti e da scarsa partecipazione.
accesso alla tecnologia
numero
l’aumento del numero dei corsisti a fronte di un numero basso di tutor , gioca evidentemente a favore di soluzioni più erogative. Ma anche le soluzioni erogative possono essere variamente dosate, magari integrate con alcuni momenti di condivisione....
distanza fisica
Il corso è un intervento mirato e circoscritto (assenza di autogeneratività) o vuole innescare un processo (autogeneratività)? innescare processi di apprendimento endogeni o no
Comunità professionali/ex corsisti
gruppo di lavoro
lavoro ad un progetto comune
comunità di pratica
soggetto collettivo che crea apprendiemento attraverso pratiche collaborative mirate alla risoluzione di problemi.
comunità delle migliori pratiche
socializza esperienze pregresse
gruppo di interesse
discute
condivisione via web
legta ad un sito o un portale
integrated model (collaborative)
networked learning
wrap around
content and support
sui contenuti, erogativa. supporto tutor limitato
apprendimento assistito
apprendimento individuale