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da Cristina De Luca mancano 2 anni

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Prima parte della Fenomenologia dello spirito

Hegel esplora il concetto di virtù come il corso del mondo nel suo completo sviluppo. Attraverso l'analisi della coscienza, ogni individuo può diventare consapevole del patrimonio implicito della conoscenza umana e riconoscersi come parte di un processo universale.

Prima parte della Fenomenologia dello spirito

Prospettiva sincronica

Analizza la coesistenza dei tre momenti del logos, della natura e dello Spirito.

Enciclopedia delle Scienze filosofiche in Compendio

Ci si focalizza subito sull'Assoluto, su come questo si sostanzia nel mondo: si guarda alla realtà.

Struttura

Filosofia dello Spirito Idea in sé e per sé

Ogni singolo momento dello spirito viene superato e mantenuto in quelli successivi.

L'Idea ritorna in sé
Spirito assoluto

Si tratta dell'Idea consapevole di se stessa e di tutto il proprio sviluppo. Si realizza attraverso il sapere umano, quando questo assume come proprio oggetto l'Assoluto.

Filosofia

Unisce l'oggettività dell'arte e la soggettività della religione.

La filosofia è storia della filosofia

I vari sistemi di pensieri si articolano secondo un percorso evolutivo.

Ma si tratta comunque di uno sviluppo unitario che nella sua totalità è unico.

Nessuna filosofia può andare oltre la sua epoca

Religione

Fa da preparazione alla filosofia che spiegherà la dimensione spirituale nell'immanenza storica e non più nella trascendenza

L'assoluto viene interiorizzato tramite la sua rappresentazione in modo soggettivo.

Cristianesimo come manifestazione dello Spirito nei suoi tre momenti.

Idea per sé: Spirito

Idea fuori di sé: Figlio

Idea in sé: Dio Padre

Arte

Hegel tratta il bello soltanto in quanto produzione umana, esclude il bello naturale per restare coerente con la propria considerazione negativa della natura.

Ê manifestazione dello spirito in forma sensibile, pertanto ha una dimensione storica e civile.

L'estetica coincide con l'analisi filosofica

Ha in se stessa il proprio fondamento e il proprio fine: quando ha finalità esterne, cessa di essere arte.

arte romantica

il contenuto spirituale è divenuto troppo per ogni forma

dissoluzione dell'arte e superamento nella religione

arte classica

c'è equilibrio tra contenuto e forma

arte simbolica

il pensiero sta lottando con la forma quasi in negativo rispetto ad essa.

Spirito oggettivo

Nel momento oggettivo lo Spirito si realizza a livello metaindividuale, cioè come realtà storica, come istituzione.

Eticità

L'eticità come spirito oggettivo è sostanza etica che acquista una dimensione sociale, ma è vissuta dall'individuo anche come propria realtà interiore, come insieme di valori.


Hegel intende dire che la moralità non è una dimensione individuale, ma storica e sociale: è il passaggio verso un ethos che sussiste indipendentemente dagli individui e li forma.


Della civiltà greca del settimo secolo a.C è propria, quando ogni singolo sapeva che fare.

Stato

Non sono gli individui a fondare lo Stato, è lo Stato a formare gli individui. Esso è un'individualità collettiva, in cui l'individuo non è subordinato allo Stato per costrizione ma per identificazione.

Come sintesi tra famiglia e società civile lo Stato è adesione interiore dei cittadini a un'eticità che oggettivamente esiste

Esso è sostanza etica autocosciente: i suoi principi, la costituzione, le leggi sono l'oggettivazione di una realtà consapevole di sé.

Il passaggio avviene tramite la cultura e il lavoro

Il lavoro costruisce l'uomo nella sua dimensione sociale e fa del singolo un momento del sistema sociale complessivo

Dimensione universale del singolo

Società civile

Si tratta del momento negativo: le norme della convivenza non sono interiorizzate dall'individuo, anzi egli le accetta solo per bisogno.

sistema dei bisogni: qui nasce ii lavoro e la classificazione in classi.

amministrazione della giustizia: obbligo esterno verso le leggi

polizia

Famiglia

L'uomo e la donna si spiritualizzano soltanto nell'educazione dei figli: fino a quel momento prevale l'appetito e la pulsione sessuale. Qui c'è il culto della morte, la si accoglie.

Moralità

Bene e male

Il bene come universale si attuerà solo nell'eticità.

Contrasto tra un dover essere che l'individuo sente come universale e la propria singolarità.

Intenzione e benessere

Proposito

Riconoscimento dell'azione come propria e l'assunzione della responsabilità

Diritto

Ê inteso come l'insieme di norme che regolano le relazioni fra gli individui e comprende norme esplicite cioè il diritto positivo, e implicito cioè il costume.


Esso è espressione dell'individuo il cui volere si è dato realtà oggettiva. Per Hegel il diritto precede la moralità, intesa infatti come interiorizzazione del diritto.

Il diritto contro il torto

Dinamica determinata dalla violazione del contratto: è contraddittoria perché punisce chi viola il diritto con la violazione dei suoi diritti.

Contratto

In esso convergono volontà differenti.

Proprietà

Spirito soggettivo

Fenomenologia

Comprende coscienza, autocoscienza e ragione, considerate qui come il loro determinarsi nella storia.

Psicologia

Spirito libero

Libera determinazione della volontà

Spirito pratico

Qui l'azione non dipende dalla ragione

Spirito teoretico

Esame delle facoltà umane

Antropologia

Anima reale

Anima senziente

Anima naturale

L'uomo dipende da condizioni naturali, vive di istinto e di abitudini irriflesse.

Filosofia della Natura Idea fuori di sé

Il rapporto dialettico rimane presente nella natura pensata, ma nel suo essere effettivo le forme reali che la natura assume risultano fisse e cristallizzate.


Il processo dialettico è presente nella realtà spirituale, nei concetti che sottostanno alle forme della natura, ma non nelle forme stesse che essa assume.


Nella natura l'Idea è esterna a se stessa, è soggetta a necessità quanto alle leggi che la regolano, ma accidentale relativamente ai singoli esseri. Perciò essa è divina nella sua struttura generale, in quanto oggettivazione dell'Idea, ma contraddittoria nell'esistenza concreta, poiché i singoli esistenti non corrispondono ai concetti da cui derivano.


Essa produce organismi sempre più complessi fino all'uomo: nell'uomo l'Idea torna a emergere e attraverso l'uomo può intraprendere il cammino di ritorno a se stessa come Idea autocosciente, cioè come Spirito.

L'Idea si estrania da se stessa, si fa materia
Organica
Fisica
Meccanica

Logica Idea in sé

Legge del ragionamento e della realtà: se i concetti sono legati da precise regole, anche la realtà sarà legata da quelle stesse determinazioni.


Ci sono tre interpretazioni del rapporto tra il pensiero e la realtà.


1) Quella del senso comune: esiste un mondo dato che ha in sé la propria verità, indipendentemente da chi conosce.


2) Quella dell'empirismo: il vero è nell'esperienza e dunque nelle rappresentazioni del soggetto. Ma Kant ha messo tra parentesi il lato oggettivo della realtà come noumeno.


3) Quella di Jacobi e Cartesio: c'è corrispondenza tra pensiero e realtà asserita però come fede o intuizione.


Fino ad Hegel la logica è la scienza della verità delle leggi del pensiero, ma egli sostiene che pensiero e mondo si identificano, poiché il reale è lo sviluppo dell'Idea.


La logica è anche metafisica e ontologia perché non esprime solo il nostro modo di pensare e di conoscere il mondo, ma il modo stesso di essere della realtà.


La logica è dialettica in tre momenti.


1) momento intellettivo-astratto: la cosa è considerata nelle caratteristiche particolari del suo stato presente (il fiore come diverso dal frutto).


2) momento dialettico, o negativo-razionale: la cosa viene negata nella propria staticità, per rendere possibile il superamento (il fiore sparisce per fare posto al frutto-->il frutto nega il fiore, ma il realtà lo realizza).


3) momento speculativo , o positivo-razionale: si riafferma il primo momento arricchito dal secondo (il fiore e il frutto diventano momenti dello sviluppo della pianta, che costituisce la realtà che li comprende entrambi).

Ê pura Idea
Dottrina del concetto

Il concetto di Socrate è uomo, ma egli non ne esaurisce le determinazioni. Il concetto trova la sua esistenza in quanto si sviluppa nella totalità dei singoli uomini.

Socrate è uomo. Stabilisce fra soggetto e predicato un'identità dinamica.

Ogni aspetto della realtà è un sillogismo attuato.

Ê l'unificazione compiuta di pensiero e realtà, la struttura dinamica dell'esistente. Si realizza come vita, come conoscere e come Idea assoluta.

Dottrina dell'essenza: il principio di contraddizione

Nella tradizione essenza e fenomeno sono stati considerati polarità opposte, ma per Hegel coincidono perché l'essenza è costituita dall'insieme delle sue manifestazioni.

L'essenza quindi deve essere definita in modo dialettico, poiché non è l'identità con se stessa in un determinato momento (A=A), ma nell'insieme dei suoi momenti, ognuno dei quali nega l'altro.

Per superare la contraddizione l'essenza deve per forza manifestarsi nel fenomeno.

La realtà in atto è l'unione dii forma, accidenti e fenomeni.

Dottrina dell'essere

Bisogna spogliare il reale di ogni contenuto specifico per arrivare ad analizzare l'essere in quanto tale: la coscienza deve liberarsi dei contenuti dei sistemi di pensiero incontrati.

L'essere non determinato coincide con il non essere: la sintesi tra essere e non essere è il divenire.

L'essere determinato si pone come unità e gli si contrappongono le altre determinazioni

La qualità trapassa alla quantità perché le molteplici determinazioni di una cosa sono equivalenti: pensare solo sulla base della quantità è un approccio meccanicistico al mondo.

La sintesi di qualità e quantità è la misura che il quanto qualitativo: di uno stesso corpo è possibile misurare la quantità di qualità differenti.

Per Hegel la virtù è il corso del mondo stesso nel suo completo sviluppo

Prospettiva diacronica

analisi storica del viaggio dello Spirito attraverso la coscienza umana per giungere a possedere se stesso e a concepirsi come Assoluto

La dialettica è la dinamicità del ricongiungimento dell'individuale con l'Assoluto, inteso come totalità dei suoi momenti esistenti (esempio della pianta che è bocciolo, fiore e frutto complessivamente)

Guardare dialetticamente la realtà significa conoscere non il fiore o il frutto come realtà eterogenee, ma il seme-fiore-frutto che costituisce, nell'insieme, la pianta vista come un processo.

Ne consegue che l'Assoluto non può essere intuito in modo immediato come volevano gli altri romantici.

Il reale è sviluppo dell'idea

Il vero è nella totalità perché il singolo essere esistente è insufficiente

Non si può distinguere la frutta dalle ciliegie, mele, pere etc, ma non è nemmeno possibile identificare il concetto con qualcuna delle sue specificazioni.

La sostanza è soggetto inteso come divenire, come processo

Tutto il reale è razionale e tutto il razionale è reale

Fenomenologia dello spirito

Qui vi è un duplice movimento: quello dello sviluppo dello Spirito nella storia e quello della coscienza che lo ripercorre.

Nel sapere della coscienza comune è presente in modo inconscio l'intero sviluppo della conoscenza umana e, attraverso l'analisi della propria coscienza, ognuno può diventare consapevole di questo patrimonio implicito e riconoscersi come parte del processo universale.

La coscienza singola si identifica con l'universale perché, rivivendo la storia, ritrova in sé gli stessi passaggi che hanno scandito lo sviluppo dello Spirito.

Descrive il processo attraverso il quale la coscienza singola diviene consapevole di essere parte dell'universale.

Prima parte della Fenomenologia dello spirito

Ragione (sintesi)

Dal Rinascimento fino al Romanticismo e alla filosofia kantiana.


Nel Rinascimento Dio diventa qualcosa di immanente alla natura: si inizia a superare la separazione tra Dio e l'uomo. Dio diventa qualcosa di tangibile, qualcosa di cui anche noi in qualche modo facciamo parte.


Hegel nel suo percorso vuole partire da quelle filosofie che hanno separato l'infinito e il finito e giungere alla fine a mostrarci che finito e infinito sono un tutt'uno, che uomo e Dio sono un tutt'uno.


La ragione è la tappa in cui ci rendiamo conto che la realtà è contenuta in noi, è quella facoltà che dovrebbe permetterci di parlare del tutto.

Ragione legislatrice
La ragione si fa principio di una legislazione universale, ma si cade inevitabilmente in contenuti etici particolari: è la figura corrispondente alla morale kantiana.

La legge etica non è in noi ma nella storia e nello Stato.

Nella legge positiva si incarna la ragione universale accordandosi al tempo.

Ragione che agisce
É il momento in cui ci rendiamo conto che il rapporto tra Io e Mondo va costruito, non è già dato, ma non può essere fatto dal singolo.

Faust è l'uomo che fece un patto col diavolo, abbandonandosi ai piaceri. perché la scienza non gli permetteva di dominare veramente il mondo. L'individuo in questo momento si rigetta su se stesso e rimane insoddisfatto.

L'individuo fa del proprio sentimento una legge universale e cerca di estenderlo a tutto il mondo: la singolarità della coscienza vuole essere immediatamente universale, per questo è destinata a fallire.

L'individuo è convinto che la virtù si realizzerà necessariamente nella storia, ma lotta contraddittoriamente per la sua affermazione.

Ragione osservativa
La coscienza cerca nelle cose l'universale mediante la classificazione. Questa è insufficiente e le subentra la legge mediante l'esperimento: un concetto viene imposto alla realtà.

Hegel propone un inventario dei naufragi della ragione che possono essere letti come un tentativo errato di porre in rapporto l'esterno con l'interno. L'esteriorità della coscienza non è il corpo ma l'ambito delle azioni.

Autocoscienza (antitesi)

Lo Spirito è l'idea che diventa cosciente di sé nella storia, ma tale autocoscienza si realizza attraverso l'umanità. Io che è Noi e Noi che è Io. Lo spirito è consapevolezza della presenza in ogni individuo dell'intera storia dell'umanità ed è al tempo stesso un'identità collettiva intesa come «unità di autocoscienze diverse».

La coscienza infelice
É la figura della religione concepita come alienazione, figura della separazione tra finito e infinito, avvertita come scissione dolorosa: la coscienza ha sempre avuto l'anelito verso Dio ovvero verso l'Intransmutabile, ma questo le è sempre sfuggito..

C'è stato un momento di massima separazione tra Dio e l'uomo: l'ebraismo. Dio è trascendenza assoluta, diventa il signore assoluto dell'uomo che invece è servo infelice.

Si fonda sulla vicinanza di Dio con gli uomini. Ma Dio si è incarnato solo in un certo luogo e in un certo tempo e per chi non ne ha fatto esperienza, Dio rimane lontano e trascendente. Nel Medioevo tramite le crociate i cristiani cercano di nuovo il contatto con Dio, ma il sepolcro è vuoto e la coscienza si lacera ancora di più per la sua sete di infinito.

La coscienza ringrazia la divinità perché fa derivare la sua esistenza da essa e così facendo riconosce la propria subalternità.

La nullità del proprio essere spinge la coscienza a negarsi: sceglie un rapporto mediato con la divinità dai ministri di Dio e rinuncia ad un operare e ad un volere autonomi, ovvero rinuncia al proprio essere inteso come individualità per sentirsi parte di una realtà più ampia.

Stoicismo e scetticismo
La coscienza mette tra parentesi la mancanza di libertà: è la figura dello stoicismo, ovvero indifferenza verso la realtà. Ma non comprende che tra interiorità ed esteriorità non c'è vera distinzione, infatti il saggio stoico è in continua lotta col mondo.

L'indifferenza per il mondo porta alla negazione del mondo: lo scetticismo distrugge il mondo del signore, però cade nel paradosso: da un lato dubita della realtà e dichiara che tutto è vano e incerto, mentre dall'altro vorrebbe poter sostenere qualcosa di reale e vero.

Signoria e servitù
Si tratta di un movimento di distinzione dagli altri.

Il padrone è chi nella lotta mette in gioco anche la vita, mentre il servo è chi per paura non diviene autocosciente perché rifiuta nello scontro di negare se stesso, e si sottomette.

Quindi al signore manca una coscienza in cui riconoscersi.

Il signore non lavora per procurarsi i beni, mentre il servo li produce: il servo trova nel lavoro la mediazione attraverso cui è possibile acquisire consapevolezza di sé.

Alla fine il servo diventa autocosciente mediante il lavoro e il signore che ha rinunciato ad uscire da sé, perde gradualmente la sua originaria autoscienza.

Coscienza (tesi)

Intelletto
Ha la sua figura storica nella filosofia teoretica kantiana.

La coscienza diviene consapevole di essere l'origine dell'unità delle varie qualità.

Percezione
Il soggetto si rende conto delle molteplici qualità che l'oggetto possiede, seppur costituito come realtà unitaria.
Certezza sensibile
Si tratta del rapporto diretto con l'oggetto esistente, ciò di cui sembra impossibile dubitare.

Presto ci accorge che essa ha sempre a che fare con nozioni generali che si presentano come strutture universali del soggetto.

Per questo la certezza sensibile rinvia ad un Io.