LA PIETA' DI SAN PIETRO
QUANDO - 1498-1499
DOVE - Basilica di San Pietro, Roma
COMMITTENTE - Jean Bilhères de Lagraulas (cardinale francese)
TECNICA - statua
DIMENSIONI - h174 cm l195 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Il Buonarroti ha curato ogni minimo passaggio del proprio lavoro, partendo dalla scelta dei materiali fino all’esecuzione finale. Il tema della pietà segue uno schema piramidale, e la sua opera può essere definita un vero prodigio: sin dalla prima scalpellata l'autore considera il marmo come una scultura in POTENZA, e sostiene che la scultura sia quella che si fa per "via di levare"
Il lavoro di Michelangelo Pietà si trova s un piedistallo: ciò vuol dire che possiamo vederla o dal basso o frontalmente.
La Vergine possiede una fascia con una scritta in latino, che tradotta in italiano significa “Michelangelo Buonarroti di Firenze ha fatto questo “ (forse per evitare che il lavoro fosse attribuito a Cristoforo Solari)
Divisa in 3 parti diverse, questa scultura di Michelangelo la Pietà di San Pietro è dotata di una straordinaria profondità che comincia dal lato inferiore e va aumentando man mano che si raggiunge la parte più alta.
Gesù, al contrario, essendo un prigioniero condannato a morte, viene spogliato di tutti i suoi abiti, fatta eccezione per un perizoma
Guardandolo così, Gesù non sembra morto.
È come se si fosse addormentato dolcemente tra le braccia della madre e ha un’espressione di pace sul suo volto
Maria, per quanto riguarda le dimensioni, è molto più grande del figlio Gesù. A dirla tutta, se la Vergine potesse mettersi “in piedi”, ti renderesti conto che supera tranquillamente i 2 metri d’altezza
I muscoli, i tendini, le vene e tutto il resto del corpo è scolpito alla perfezione.
Maria indossa il suo tradizionale vestito con i veli
Ha lo sguardo rivolto verso il basso e le palpebre sono quasi del tutto chiuse.
La sua espressione è strana: sembra quasi che non stia capendo che cosa sta accadendo davanti a sé
LA MANO rappresenta il dolore che sta provando per la morte di suo figlio e che l’ha lasciata senza parole.
Una “scena di pietà” nell’arte cristiana rappresenta la Vergine Maria che stringe fra le braccia il corpo senza vita di Gesù, il quale è morto a seguito della crocefissione. Questo straziante momento avviene sulla roccia, che secondo la tradizione biblica non è altro che il monte Golgota
SACRA CONVERSAZIONE o PALA MONTEFELTRO
QUANDO - 1472-1474
DOVE - Urbino, chiesa di San Bernardino
COMMITTENTE - Federico da Montefeltro
TECNICA - olio e tempera su tavola
DIMENSIONI - 248 x 170 cm
DESCRIZIONE GENERALE - la tavola nasce probabilmente a causa della celebrazione della nascita di Guidobaldo da Montefeltro, figlio di Federico. Inizialmente ad Urbino, la pala fu poi portata a Brera nel 1811 a causa del furto d'arte napoleonico. Per ragioni ignote si pensa che la pala sia stata ridotta sui quattro lati, come nell'"Annunciazione" di Perugia (ipotesi avanzata dal Ragghianti)
LA CONCHIGLIA E L'UOVO DI STRUZZO - posti esattamente sopra la testa della vergine, simboleggiano rispettivamente Venere (riferimento a Venere di Botticelli) e la perfezione divina. L'uovo è legato al mito di Leda ed il cigno
IL CAVALIERE INGINOCCHIATO - identificabile con Federico da Montefeltro
il volto di Federico è sempre raffigurato di profilo poichè durante un torneo venne colpito sul lato destro del volto e sfregiato.
Le mani del committente non sono state realizzate da Piero, bensì da Pedro Berruguete, il pittore spagnolo che si trovava nella corte del Montefeltro durante il periodo di permanenza alla corte di Piero
in segno di rispetto ha posto l'elmo per terra. L'ammaccatura dell'elmo simboleggia la natura umana caratterizzata dal dolore
tutti i personaggi sono disposti a semicerchio: questa tecnica inusuale nel rinascimento è stata voluta dal committente: i personaggi rappresenterebbero così la PIETA' FILIALE (virtù che riguarda il prendersi cura – da parte dei figli – dei genitori e degli anziani
SAN PIETRO - presenta un grande taglio come segno del martirio
San Girolamo si sta battendo il petto con l’aiuto di un sasso
SAN GIOVANNI EVANGELISTA - regge la Bibbia nelle mani
San Bernardino da Siena, un religioso e teologo. Fu amico di Federico da Montefeltro
San Francesco D'Assisi - presenta le stimmate
San Giovanni battista, presente nell'opera poiché a lui è dedicata la città di Gubbio, località in cui Battista Sforza morì nel 1472
la VERGINE potrebbe, secondo alcuni critici, rappresentare la figura di Battista Sforza, moglie di Federico, morta nel 1472
il bambino richiama alla figura del festeggiato Guidolbaldo (ipotesi non certa)
il tappeto su cui giace il trono
è un raro tappeto che proviene dall’Anatolia,
una lontana regione dell’Asia
il ciondolo del bambino rimanda alla vita, alla morte e alla futura resurrezione di Cristo.
LA TECNICA NELL'ARTE - durante il primo rinascimento nasce la corrente del Gotico Internazionale o Gotico cortese. Si tratta di un movimento privo di una radice unica ma frutto di molteplici esperienze che si irradia negli ambienti di corte. Il gotico coinvolge in particolare la pittura: ciò che caratterizza questa corrente artistica è l'uso frequente di fondi d'oro e l'utilizzo della linea di contorno e del colore a scopo puramente decorativo
CONTESTO STORICO: Tra il XIV e il XV secolo, i Comuni medievali si trasformarono in Signorie, forme di governo capaci di rispondere all’esigenza di governi più stabili e più forti. In Italia prevalsero cinque Stati
di grande importanza: Firenze, il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, lo Stato della Chiesa e il regno di Napoli a Sud.
ANDREA MANTEGNA
il disegno è caratterizzato da:
- tratto scultoreo
- segno duro, secco e spigoloso tipico degli artisti tedeschi
Andrea Mantegna, figlio di un falegname, nasce nei pressi di Padova attorno al 1431. Studia a Padova da Francesco Squarcione, centro della cultura antiquaria (classicismo) e dimorò a Mantova per buona parte della sua vita. La sua attività artistica è caratterizzata principalmente dallo studio diretto dei classici e dal collezionismo degli stessi
CHIESA DI SANT'ANDREA
La basilica concattedrale di Sant'Andrea è la più grande chiesa di Mantova. Opera di Leon Battista Alberti nello sviluppo dell'architettura rinascimentale, venne completata molti anni dopo la morte dell'architetto, con modi non sempre conformi ai progetti originali. Ha la dignità di basilica minore. E' ospitata la tomba di Mantegna
Il dipinto è composto secondo le regole della simmetria, con a sinistra san Giuseppe e Maria col Bambino tra le braccia, a cui corrispondono andando verso destra san Giovannino, sant'Elisabetta e san Zaccaria, che tiene in mano una curiosa ampolla decorata, forse un incensiere. Lo sfondo è una siepe di agrumi, come se ne vedono anche in altre opere della fase tarda dell'artista, come la Pala Trivulzio. Contiene scritte in ebraico
CRISTO IN SCURTO
QUANDO - 1475-1478
DOVE - Pinacoteca di Brera
COMMITTENTE - non noto
TECNICA - tempera su tela
DIMENSIONI - 68 x 81 cm
DESCRIZIONE GENERALE - in una scena che trasmette un senso di orrore misto a pietà, il dipinto, quasi monocromo, risulta essere un'innovazione per l'iconografia tradizionale legato al Compianto e al Christus imago pietatis
le STIMMATE DI CRISTO. I piedi escono dalla tomba invadendo lo spazio del fedele
SAN GIOVANNI, LA VERGINE E LA MADDALENA sono collocati a sinistra e piangono il corpo di Cristo
il COROPO DEL SALVATORE ricopre il centro dell'opera. Questo è già lavato e collocato su una lastra tombale
La testa è piegata verso destra ed estremamente aggressiva: la sua sproporzionalità suggerisce una levitazione del corpo
un lenzuolo funebre copre il corpo di Cristo accentuandone le forme
UNGUENTI
CAMERA DEGLI SPOSI
QUANDO - 1465-1474
DOVE - camera da letto di Ludovico II Gonzaga in castel San Giorgio
COMMITTENTE - Ludovico II Gonzaga e famiglia dei Gonzaga
TECNICA - affresco e tempera
DIMENSIONI - varie (camera di lato 8 m)
DESCRIZIONE GENERALE - La decorazione della Camera degli Sposi risulta innovativa sia dal punto di vista prospettico, sfondando le due pareti, sia architettonico: tranne le cornici del camino e delle porte tutto il resto è decorazione
LUDOVICO TREVISAN è rappresentato a tre quarti su sfondo scuro. La sua posa e la sua espressione evidenziano il suo status sociale e la sua fermezza caratteriale. E' presente, nel dipinto, un attento studio anatomico
RITRATTO DI FRANCESCO GONZAGA
il giovane indossa un abito porporato ed è raffigurato di profilo nella sua ingenuità giovanile (posa laterale = esaltazione vir illustris)
nella parete ovest L'INCONTRO raffigura appunto l'incontro tra marchese e il figlio cardinale. L'affresco risulta legato alla ritrattistica tardo-gotica e la prospettiva coinvolge l'osservatore, che guarda ed è guardato
FRANCESCO GONZAGA è raffigurato immobile e colto nell'attimo, circondato da parenti. E' raffigurato a tre quarti
alle spalle ROMA idealizzata suggerisce un rimando all'antichità, ed è intesa come meta augurata a Francesco
LA CORTE DEI GONZAGA
dipinta per celebrare l'elezione a cardinale di Francesco, figlio di Ludovico Gonzaga, raffigura, nella parete nord, la corte mantovana riunita sulla terrazza al momento della notizia dell'elezione
BARBARA DI BRANDEBURGO
CANE, simbolo di corte amante di lusso e divertimenti insoliti e stravaganti
MARCHESE LUDOVICO, regge nelle mani una lettera e confabula con Marsilio Andreaci, segretario
OCULO DELLA VOLTA
sulle paraste delle secorazioni della camera si dipartono delle costole che sfociano in un oculo che ricorda il Pantheon. Al di là di questo vi è rappresentato un cielo azzurro e nuvoloso
FANCIULLE
PAVONE
CESTO DI FRUTTA
PALA DI SAN ZENO
QUANDO - 1456-1459
DOVE - Verona, San Zeno
COMMITTENTE - Gregorio Correr, abate della basilica di San Zeno a Verona
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - 212 x 125 cm
DESCRIZIONE GENERALE - la pala di San Zeno, appena precedente al trasferimento del Mantegna a Mantova, è il risultato di un eccezionale studio prospettico dello spazio. Nonostante il suo aspetto rimani a quello di un trittico (a causa della divisione delle semi-colonne corinzie scanalate e rudentate) la scena è ambientata in uno spazio unico e chiuso da pilastri che sostengono una trabeazione. La linea di orizzonte si presenta molto bassa ed evidenzia la monumentalità dei personaggi
I SANTI (a destra)
PIETRO guarda all'esterno, quasi distogliendo l'attenzione dal dialogo con PAOLO e coinvolgendo l'osservatore
PAOLO raffigurato frontalmente
GIOVANNI EVANGELISTA
ZENO
i SANTI (a destra) sono colti in atteggiamento riflessivo e reggono un libro
BENEDETTO
LORENZO, unico senza libro in mano
GREGORIO NAZANIENO
GIOVANNI IL BATTISTA è sbilanciato sull'anca
la VERGINE ha un viso ovale ornato da un velo trasparente, e sorregge il bambino che, in piedi sulle sue ginocchia, rivolge lo sguardo al lato opposto
l'AUREOLA è dilatata dalla terminazione del trono retrostante
La predella è una copia di Paolino Caliari ed è posteriore all'opera
Le semicolonne coprono i festoni ed intensificano il realismo dell'opera. Lo sfondo di nuvole bianche sovrastanti ad un roseto ricorda l'hortus conclusus
ORAZIONE NELL'ORTO
QUANDO - 1453-54
DOVE - Londra, National Gallery
COMMITTENTE - Gregorio Correr, abate della basilica di San Zeno a Verona
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - 63 x 80 cm
DESCRIZIONE GENERALE - l'"orazione nell'Orto" è caratterizzata da tratti crudi e secchi. La natura appare artificiale e sfregiata. Sullo sfondo della città di Gerusalemme arricchita da monumenti veneziani, veronesi e romani Cristo appare solitario ed in preghiera. Quest'opera simboleggia lo sperimentalismo e l'interesse architettonico del Mantegna
le MURA RESTAURATE sono un esplicito riferimento ai passi biblici che narrano distruzioni e ricostruzioni d Gerusalemme
i discepoli dorimenti sembrano essere perfettamente incastrati fra loro, quasi come pietre, mentre Cristo, in segno di solitudine, volta le spalle all'osservatore e volge lo sguardo a cinque angeli che mostrano i simboli della Passione
l'ALBERO SECCO e L'AVVOLTOIO sono evidenti presagi di morte contrapposti ai leprotti, allegoria di vita e resurrezione
SANDRO BOTTICELLI
LE TECNICHE E LE OPERE - la produzione di Botticelli è fortemente anticonformista, in quanto:
- riprende l'uso di iconografia medioevale
- rinnega la mitologia e la prospettiva
- trascura il paesaggio
Per quanto riguarda il disegno, Botticelli è figlio del suo tempo: questo assume per l'artista dignità e autonomia, definendo e racchiudendo lo spazio. Le figure di Botticelli sono morbide e dolci, con una prevalenza di linee curve
LA NASCITA DI VEDERE
QUANDO - 1484-1485
DOVE - Villa di castello di Lorenzo di Pier Francesco de Medici
COMMITTENTE - Lorenzo di Pierfrancesco de Medici, cugino del Magnifico
TECNICA - tempera su tela
DIMENSIONI - 172 x 278 cm
DESCRIZIONE GENERALE - quest'opera si collega strettamente alla "Primavera", da cui non è mai stata separata, condividendone l'intento pedagogico. Sono presenti tuttavia anche riferimenti alle "Stanze per la giostra" di Poliziano e alla "Metamorfosi" di Ovidio
Questa donna è una delle 3 Horae. È una sacerdotessa legata alla divinità minore delle stagioni ed a Venere. Potrebbe anche trattarsi di Flora.
particolare della veste della Hora
È molto giovane, è dotata di ali ed è impegnata anche lei a soffiare verso la protagonista, anche se il suo sforzo non può assolutamente gareggiare con quello del suo compagno.
Per quanto riguarda la sua identità, dobbiamo fare riferimento ancora una volta a Giorgio Vasari, il quale nel suo libro ipotizza che dovrebbe trattarsi di Aura, la personificazione di una leggera brezza.
IL SOFFIO DI AURA E ZEFIRO SERVE AD AVVICINARE LA CONCHIGLIA ALLA COSTA
ZEFIRO sta indirizzando il suo potente soffio verso la dea, mettendo in mostra il suo bellissimo volto
Le sottili linee sono un trucco di Botticelli per rappresentare il vento che fuoriesce dalla bocca di Zeffiro
La protagonista non è altro che Venere, la dea greca (e romana) della bellezza. Il carattere profano del mito si accosta alla struttura sacra in cui è inserita, simile al battesimo di Cristo
Confronto tra la statua della Venere Pudica e la Venere di Botticelli
la Venere giace su una conchiglia, la cui storia è raccontata in un mito di Esiodo
LA PRIMAVERA
QUANDO - 1482
DOVE - Galleria degli Uffizi, Firenze
COMMITTENTE - Lorenzo di Pierfrancesco de Medici, cugino del Magnifico
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - 200 x 314 cm
DESCRIZIONE GENERALE - La "Primavera" di Botticelli sancisce la rinascita dell'argomento mitologico in età rinascimentale, caduta in disuso col tempo. L'opera, ambientata in una radura verdeggiante, affronta il tema mitologico in chiave morale come consueto per i neo-platonici. Sono presenti riferimenti a STANZE PER LA GIOSTRA di Poliziano e il tutto è letto in chiave pedagogica
In tutto ci sono 9 personaggi:
Sei personaggi femminili
Tre personaggi maschili (compreso Cupido). Il dipinto, in questo caso, va letto da destra a sinistra
Nella mitologia greca/romana MERCURIO è il messaggero degli dei ed è caratterizzato da dei particolari sandali con le ali.
Sta utilizzando il suo caratteristico bastone (il Caduceo) per scacciare delle nuvole grigie che si stanno formando
le TRE GRAZIE rappresentano:
Aglaia è la più giovane delle tre e rappresenta la bellezza, lo splendore e la gloria
Eufrosine è il simbolo della gioia e della felicità
Talia è il simbolo della prosperità ed è la portatrice di fiori (ha una funzione molto simile a quella di Flora)
Identificabile in SIMONETTA VESPUCCI
identificabile in CATERINA SFORZA
CUPIDO è rappresentato cieco e punta il suo arco dell'amore
VENERE si trova al centro dell'opera e campeggia contro una pianta di mirto avanzando e offrendosi a chi guarda. DOVREBBE RAPPRESENTARE FIORETTA GORINI, amante di Giulio De Medici
FLORA, la portatrice di vita, è situata appena accanto a Clori. Il suo vestito è carico di fiori che la dea sparge per terra
la SACERDOTESSA CLORI è colta nel momento di rapimento da parte di ZEFIRO. La leggenda narra che il dio del vento si fosse innamorato di questa donna e che in seguito l’abbia rapita.
dalla sua bocca spuntano fiori. La sacerdotessa diverrà infatti, a seguito del matrimonio, Flora, la portatrice di vita
ZEFIRO è la personificazione del vento dell'ovest, apprezzato perchè porta fertilità, dunque metafora della Primavera. Insegue la NINFA DELLA TERRA
BIOGRAFIA - Botticelli, chiamato così perchè da giovane aveva lavorato presso un orafo di nome Botticello, nacque a Firenze del 1445 e fu uno dei maggiori esponenti artistici rinascimentali. Allievo di Lippi, Ghiberti e di Andrea del Verrocchio, diventa pittore indipendente nel 1470. La sua vita fu caratterizzata da una forte motivazione religiosa (aderì al movimento di Savonarola).
RAFFAELLO SANZIO
BIOGRAFIA - Raffaello Sanzio, il dio mortale così definito da Vasari nasce a Urbino il 28 marzo 1483, da padre artista. Dopo essersi istruito adeguatamente nella bottega paterna compie una serie di viaggi attratto dalla presenza di altri esponenti artistici che lo porteranno al successo. La sua morte fu pianta da molteplici intellettuali
TECNICA E OPERE - Raffaello è un artista in continua evoluzione ma con un'eccellente tecnica alla base. Influenzato da Leonardo e Michelangelo dapprima adotta una tecnica di disegno tratteggiato. Sarà il primo a disegnare nudi per poi vestirli, comprendendo e studiando la forma, gli atteggiamenti ed il senso del movimento
STANZE VATICANE
le stanze vaticane sono state commissionate da Giulio II a Raffaello. L'artista inizia a dipingere, servendosi anche dell'aiuto di allievi, nel 1508 fino al 1520, l'ala settentrionale del palazzo apostolico a Roma
MIRACOLO DI BOLSENA
QUANDO - 1512
DOVE - Stanze Vaticane
COMMITTENTE - Giulio II
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 500 x 660 cm
DESCRIZIONE GENERALE - I soggetti rappresentati all’interno di questo lavoro sono tutti legati a dei miracoli e la volontà di rappresentare proprio queste persone è stato un atto volontario: dato che la Chiesa stava perdendo terreno contro i francesi ed addirittura aveva perso Bologna. Tutti i personaggi inclusi all’interno dell’affresco non sono legati a rigidi canoni simmetrici che renderebbero la scena troppo macchinosa, bensì Raffaello li rappresenta con estrema naturalezza (proprio come accade anche in altri suoi lavori), e organizzando bene le masse presenti ai lati
Coloro che sembrano più sorpresi in assoluto dell’evento che sta accadendo sono proprio i partecipanti alla messa che si trovano sulla sinistra della scena, dove alcuni di loro sono in piedi, sbalorditi ed altri invece sono seduti, attoniti
Proprio davanti al sacerdote si trova inginocchiato Giulio II, riconoscibile attraverso il suo sgargiante abbigliamento e differenziabile dalla massa poiché si trova con i gomiti appoggiati su un cuscino decorato con le nappe agli angoli; anche al seguito di Giulio II sono presenti dei cardinali.
Nella parte centrale è presente il sacerdote boemo che sta celebrando la messa, con al seguito alcuni chierichetti
Sullo sfondo di una basilica classicheggiante aperta sul cielo (proprio come nella Scuola di Atene), l'artista isolò l'altare attraverso la massa scura di un'esedra lignea, una specie di coro rovesciato, cinquecentesco, da cui si sporgono due curiosi
CACCIATA DI ELIODORO DAL TEMPIO
QUANDO - 1511-12
DOVE - Stanze Vaticane
COMMITTENTE - Giulio II
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 500 x 750 cm
DESCRIZIONE GENERALE - la scelta dei soggetti, legati a interventi miracolosi per la salvaguardia della Chiesa, venne suggerita dal pontefice e rifletteva il duro momento dopo le sconfitte contro i francesi, che avevano portato alla perdita di Bologna e alle minacce continue di eserciti stranieri nella penisola. La scena di Eliodoro mostra uno sviluppo stilistico nei modi di Raffaello, sempre più influenzato da Michelangelo, e verso una luce e un colore sempre più forti ed espressivi, ispirati dai coloristi veneti presenti a Roma. La scena è tratta dal Libro dei Maccabei (Libro II, 3, 21-28) e simboleggia la protezione offerta da Dio alla Chiesa rispetto ai suoi nemici. Eliodoro di Antiochia era un ministro di Seleuco IV, re di Siria, incaricato di profanare il tempio di Gerusalemme.
L'azione si svolge prevalentemente a destra, dove il cavallo travolge Eliodoro steso a terra. Il moto dei personaggi è legato da un ritmo rapido, ma perfettamente scandito, come se ciascuno si muovesse lungo un tracciato prescritto, una coreografia
La scena ha luogo in un grandioso edificio classico, con lo scorcio di una navata dai soffitti dorati, aperta sullo sfondo del cielo. Al centro, il sacerdote Ania in preghiera di fronte al candelabro acceso
PARNASO
QUANDO - 1510-11
DOVE - Stanze Vaticane
COMMITTENTE - Giulio II
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 500 x 750 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Sotto alla Poesia è rappresentato il monte Parnaso dove il dio Apollo, seduto al centro, suona la lira da braccio, circondato dalle nove Muse, protettrici delle arti, e da poeti antichi e moderni, tra cui si riconoscono facilmente Omero (cieco), Virgilio e Dante alle sue spalle nonché seduta in basso a sinistra la poetessa Saffo con il nome scritto sul foglio che tiene nella mano sinistra.
Nel Parnaso di Raffaello si nota una prevalenza di colori freddi e azzurri del paesaggio. Tra le figure invece si nota un’alternanza di toni caldi e freddi.
LIBERAZIONE DI SAN PIETRO
QUANDO - 1513-1514
DOVE - Stanze Vaticane
COMMITTENTE - Giulio II
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 500 x 750 cm
DESCRIZIONE GENERALE - La scena è stata resa da Raffaello fortemente unitaria nonostante l'articolarsi della parete in tre zone, a causa dell'apertura della finestra, che Raffaello riempì con tre momenti del racconto. L'emanazione luminosa arriva a toccare tutti gli elementi della scena, comprese le mura carcerarie, dove permangono bagliori rossicci
A destra l'angelo conduce l'apostolo fuori dal carcere, in un'atmosfera tra sogno e realtà, evocata anche dalle guardie miracolosamente cadute nel sonno; a sinistra altri soldati scoprono la fuga, mentre si agitano al chiarore della luna e dei bagliori delle fiaccole, che accendono le loro armature di riflessi
Al centro, al di là di una grata tra oscure e massicce cortine murarie, avviene l'apparizione radiosa dell'angelo nel carcere, dove Pietro giace ancora profondamente immerso nel sonno e avvinto dalle catene; l'apparizione luminosa dell'angelo e le sbarre in controluce generano un sorprendente effetto di profondità spaziale
SCUOLA DI ATENE
QUANDO - 1509-10
DOVE - Stanze Vaticane
COMMITTENTE - Giulio II
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 500 x 770 cm
DESCRIZIONE GENERALE - probabilmente era destinata a diventare una biblioteca oppure uno studio privato di Giulio II. Nel 1527, l’anno in cui ci fu il Sacco di Roma ad opera dei lanzichenecchi, questo bellissimo affresco rimase irrimediabilmente danneggiato, insieme ad altri lavori, ma ancora dopo, questi danni vennero ricoperti da successive pitture del Seicento
I PERSONAGGI sono ben cinquantotto studiosi e filosofi, i quali hanno però le fattezze di artisti ed intellettuali contemporanei di Raffaello, esaltando un legame tra la classicità e i colleghi di Raffaello (compreso egli stesso).
Ai lati del grande tempio sono presenti due grandi colonne, di cui quella a sinistra ha le fattezze di Apollo con in mano una lira, e quella a destra invece raffigura Minerva con un elmo, lancia e scudo.
Riguardo il tema rappresentato, non sappiamo se sia stato scelto volontariamente da Raffaello oppure sia stato frutto delle direttive di Giulio II, ma una cosa è certa: ci fu un intenso ed accurato studio prima della realizzazione effettiva dell’affresco, infatti sono rimasti diversi cartoni che testimoniano l’evoluzione di questo lavoro, come ad esempio quello conservato all’Ambrosiana.
RITRATTO DI LEONE X CON I CARDINALI GIULIO DE MEDICI E LUIGI DE ROSSI
QUANDO - 1518
DOVE - Galleria degli Uffizi, Firenze
COMMITTENTE - Leone X
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 154x119 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Leone X si trova davanti ad uno scrittoio accompagnato dai cardinali Giulio de Medici e Clemente VII. Il ritratto potrebbe essere letto come una risposta alle tesi di Lutero in cui il Papa viene rappresentato come interprete ufficiale delle Sacre Scritture
lo scrittoio contribuisce all'allontanamento prospettico del protagonista
La veste del pontefice è rossa, colore dominante dell'opera, in contrasto con l'oscurità retrostante
Il Papa appare intelligente e conferisce dinamismo al dipinto. E' curioso, indagatore, le sue mani sono delicate e simbolo di chi vive negli agi
RITRATTO DI GIULIO II
QUANDO - 1511
DOVE - National Gallery, Londra
COMMITTENTE - Giulio II
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 108,7 x 80 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Il Papa è molto vecchio, con una barba lunga ed uno sguardo pensieroso, quasi stanco; il ritratto, oltre a dare grande importanza al soggetto, sembra dare grande rilievo al suo profilo psicologico. Dobbiamo ricordare infatti che nel 1511, lo stesso Papa era in guerra con la Francia ed aveva perso Bologna, mentre imperversavano nel resto dell’Italia ulteriori minacce da parte di altri nemici.
Interessante anche lo sfondo in cui è ambientata la scena (nella versione londinese è più chiaro), dove sul muro si vedono delle decorazioni che richiamano alle chiavi di San Pietro, il primo Pontefice.
DAMA COL LIOCORNO
QUANDO - 1505-1506 circa
DOVE - Galleria Borghese, Roma
COMMITTENTE - non specificato
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 65x51 cm
DESCRIZIONE GENERALE - La Dama con liocorno è ritratta al centro del dipinto e assume una posizione di tre quarti. La protagonista è orientata a sinistra mentre lo sguardo è rivolto a destra. Il suo viso inoltre appare giovanile e regolare. I lunghi capelli biondi sono poi raccolti da un’acconciatura che scende dietro la schiena. L’abito presenta un ampio decolleté sul quale si nota una collana preziosa, decorata con un grande rubino quadrato e una perla bianca. Infine l’abito elegante dalla vita molto stretta è impreziosito da ampie maniche rosse. Infine un piccolo unicorno è accucciato tra le mani della dama in prossimità dell’angolo in basso di sinistra.
DEPOSIZIONE BORGHESE
QUANDO - 1507
DOVE - Galleria Borghese, Roma
COMMITTENTE - Atalanta Baglioni
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 184×176 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Il soggetto della pala centrale, la Deposizione di Cristo, piuttosto inconsueto, venne dettato dalla volontà di omaggiare il figlio della donna, Grifonetto, assassinato nel corso di alcuni fatti di sangue interni alla stessa famiglia per il dominio di Perugia nel 1500. Grifonetto aveva infatti ucciso con la spada tutti i parenti maschi rivali nel sonno, in occasione delle nozze "di sangue" di suo cugino Astorre Baglioni con Lavinia Colonna, il 15 luglio.
Maria è svenuta a causa del dolore per la morte di suo figlio Gesù; ma fortunatamente ci sono le donne che la sorreggono prontamente
La posizione della Vergine, però, è al limite del reale, troppo scomoda e contorta.
i lineamenti del volto di questa figura sono molto simili a quelli di Grifonetto; così Raffaello ha rispettato la volontà di Atlanta, la quale voleva un’opera che commemorasse la memoria di suo figlio ucciso.
Per rendere ancora più realistica tutta la scena, Raffaello fa in modo che i portatori del corpo di Cristo si servano unicamente di un pezzetto di lino, (si tratta di un particolare che simboleggia l’umiltà della figura di Cristo).
sulla destra si può vedere il monte Calvario, dove Cristo è stato crocifisso; a sinistra, invece, c’è la grotta dove verrà deposto
MADONNA DEL BELVEDERE
QUANDO - 1505-1506
DOVE - Vienna
COMMITTENTE - Taddeo Taddei
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 133 x 88 cm
DESCRIZIONE GENERALE - La scena che Raffaello ci propone vede protagonisti la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista (anch’esso bambino). Lo schema che i personaggi formano è piramidale, dove Maria è la punta di quest’ultima; l’ambiente che li circonda è un bellissimo ambiente naturale, con una breve traccia in fondo a sinistra, di qualche costruzione urbana.
Maria, tradizionalmente conscia del tragico futuro di Gesù, viene rappresentata sempre pensierosa e triste, mentre in questo caso è serena ed apprezza questo piccolo momento di divertimento di suo figlio. Le vesti di Maria sono molto interessanti: il colore rosso difatti rappresenta la Passione di Cristo, mentre il blu la Chiesa, e simbolicamente quindi indica l’unione tra questi due elementi; è da tenere in considerazione anche la posizione della Vergine, il cui busto è ruotato verso destra, mentre con la testa e lo sguardo si rivolge verso i due bambini che giocano, come se precedentemente fosse voltata altrove.
SPOSALIZIO DELLA VERGINE
QUANDO - 1504
DOVE - Pinacoteca di Brera
COMMITTENTE - non specificato
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 174 x 121 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Il dipinto, che prende spunto da "LA CONSEGNA DELLE CHIAVI" del maestro Perugino, dimostra un'autonomia artistica del giovane Raffaello. Il dipinto è sbilanciato verso destra, i soggetti sono espressivi ed affollati e vi è una contrapposizione tra i personaggi irrequieti di destra e quelli calmi e femminili di sinistra
cominciando dai piedi dei protagonisti fino allo sfondo matrimonio in secondo piano, si possono tracciare una discreto numero di semicerchi che contengono perfettamente tutta la scena realizzata da Raffaello.
prospettiva e punto di fuga
Questa imponente struttura non disturba il naturale equilibrio del paesaggio circostante, anzi, sembra sposarsi alla perfezione con lo sfondo: questo edificio, infatti è il simbolo dell’armonia tra architettura urbana e natura.
Raffaello dipinge il bastone di san Giuseppe diverso dagli altri. Si può notare che solo sulla punta del suo bastone sono sbocciati 3 piccoli fiori; gli altri pretendenti, invece, hanno tra le mani solo dei rami secchi
Con un gesto molto tenero, il sacerdote prende le mani dei novelli sposi e sta per rendere la funzione ufficiale facendo mettere l’anello nuziale al dito di Maria.
le tonalità di cui si serve Raffaello sono molti, ma saltano subito all’occhio il rosso acceso della veste della Vergine ed il giallo caramellato della veste di Giuseppe
TUTTI HANNO LA STESSA ESPRESSIONE: Raffaello non voleva dipingere una scena “triste”, ma ha scelto di richiamarsi ad un tipico aspetto della pittura classica, decidendo di lasciare un equilibrio tra le varie espressioni di tutti i personaggi, in modo tale da non permettere a nessuno dei protagonisti di prevalere sull’altro.
GIUSEPPE MOLTENI trasferì tempo dopo l'opera su tela: questa versava in condizioni pietose prima di essere ritoccata. Si possono ancora notare delle crepe
LA FORNARINA
QUANDO - 1518-1519
DOVE - Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma
COMMITTENTE - non specificato
TECNICA - olio su tavola
DIMENSIONI - 85 x 60 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Secondo gli studi effettuati, la FORNARINA era una donna romana di modeste origini, figlia di un fornaio di Trastevere (e d qui potrebbe derivare il nome “Fornarina”), e che per un lungo periodo di tempo sarebbe stata l’amante prediletta di Raffaello: IL SUO NOME ERA MARGHERITA LUTI. Un ritratto così osé non era molto comune al tempo, e basandosi su questo particolare, molti esperti hanno ritenuto che la destinazione dell’opera sarebbe potuta essere o la casa di Raffaello o quella di qualche committente che voleva ammirarla lontano da occhi indiscreti
C’è una leggenda che circola attorno alla figura di Margherita: si diceva che il rapporto tra lei e Raffaello era così intenso che dopo l’inaspettata morte di quest’ultimo, lei, non potendo amare nessun altro, abbia deciso di farsi suora.
nel paesaggio è possibile osservare un cespuglio di mirto, la pianta dedicata alla dea Venere
guardando da più vicino il turbante, si vede un piccolo gioiello che pende: era una moda del tempo e Raffaello se ne serve più di una volta nei suoi quadri, come si vede nel ritratto di Maddalena Strozzi e la già citata la Velata.
per questo ritratto Raffaello sceglie per la sua protagonista, una posizione leggermente girata di tre quarti verso sinistra, mettendo così in risalto il bracciale blu che indossa sul braccio e dove si legge scritto, a lettere cubitali “RAPHAEL URBINAS”, il nome dell’artista.
Con un po’ di imbarazzo, la protagonista sta cercando di coprirsi con un velo trasparente, reso in modo molto realistico e che lascia intravedere anche il suo ventre.
ANDREA DEL CASTAGNO
MONUMENTO EQUESTE A NICCOLO' DA TOLENTINO
QUANDO - 1456
DOVE - cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze.
COMMITTENTE - milizie fiorentine
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 833 x 512
DESCRIZIONE GENERALE - Il monumento venne dedicato al capitano delle milizie fiorentine durante la battaglia di San Romano del 1432, nell'ambito di un progetto celebrativo della funzione pubblica della cattedrale, con monumenti dedicati ad illustri uomini ed a comandanti militari di Firenze. L'opera, commissionata ad Andrea del Castagno, venne realizzato circa vent'anni dopo la morte del condottiero. Il monumento equestre è dipinto a monocromo per imitare una scultura in marmo
il CONDOTTIERO appare fisso e fiero, non spaventato dall'animale. Questo ne esalta le virtù militari
L'animale è enorme e dall'apparenza indomita, ispirata alla testa antica del Cavallo Riccardi e al monumento equestre al Gattamelata di Donatello, completato pochi anni prima a Padova.
il monumento equestre è situato su un sarcofago-piedistallo, la cui prospettiva è aggiustata per una visione dal basso
L'iscrizione in latino riporta: «HIC QUEM SUBLIMEM IN EQUO PICTUM CERNIS NICOLAUS TOLENTINAS EST INCLITUS DUX FLORENTINI EXERCITUS»
IGNUDO CON ARMI ARALDICHE
Andrea del Castagno una delle figure più originali del Quattrocento fiorentino, conosciuto anche come Andrea di Bartolo, nasce a Castagno Mugello, un piccolo paese dell'Appennino Toscano e si trasferisce a Firenze poco più che ventenne dove viene contatto con i maestri Masaccio, Donatello, Piero della Francesca e di Domenico Veneziano, del quale diventa probabilmente allievo. Il lavoro veneziano mostra la conoscenza della pittura di Masaccio, di Filippo Lippi, di Donatello e dall'arte nordica soprattutto per l'incisività del disegno.
PAOLO UCCELLO
BATTAGLIA DI SAN ROMANO
QUANDO - 1438
DOVE - Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini alla National Gallery di Londra
Disarcionamento di Bernardino della Carda agli Uffizi di Firenze
Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo al Museo del Louvre di Parigi.
COMMITTENTE - Lionardo di Bartolomeo Bartolini Salimbeni
TECNICA - affresco trasportato su tela
DIMENSIONI - varie
DESCRIZIONE GENERALE - Il dipinto raffigura un episodio storico, la battaglia tra fiorentini e senesi combattuta a San Romano il 2 giugno 1432. Con la vendita di Palazzo Medici ai Riccardi, nel 1659, il dipinto, assieme a tutti gli altri arredi, pervenne alla Guardaroba medicea. Nel 1784 le tre tavole arrivarono agli Uffizi; in seguito si decise che i tre pannelli erano troppo simili e si tenne a Firenze quello meglio conservato (Disarcionamento di Bernardino della Carda), vendendo gli altri due come inutili doppioni. La tavola della National Gallery fu acquistata nel 1857; quella del Louvre nel 1863, con la collezione Campana.
Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo
Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini
il COMANDANTE è al centro su un cavallo bianco. La scena è delimitata da araci carichi di frutti e da siepi in fiore. La scacchiera prospettica contribuisce a determinare la posizione di ogni corpo nello spazio
Disarcionamento di Bernardino della Carda
MONUMENTO A GIOVANNI ACUTO
QUANDO - 1440-1460
DOVE - Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze
COMMITTENTE - milizie fiorentine
TECNICA - affresco trasportato su tela
DIMENSIONI - 820 x 515 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Quest'opera risulta essere una sorta di antenato al monumento equestre di Niccolò da Tolentino, che verrà realizzata proprio accanto a questa. Il monumento è dedicato a John Hawkwood, fiorentino che sconfisse i pisani. L'artista, per dare l'impressione che si tratti di una scultura, rende il tutto monocromatico. L'utilizzo di diverse prospettive (una per cavallo e cavaliere e l'altra per il sarcofago) e la maestria dimostrata nei dettagli rendono questo affresco pieno di fascino
L'attenzione si sposa per la prima volta sul cavallo, dipinto con enstrema sapienza
La parte posteriore
rappresenta quasi un
cerchio perfetto
attaccatura sottile, petto arrotondato e narici dilatate aumentano la solennità della scena
il gruppo equestre è finto su un basamento sporgente sostenuto a sua volta da tre mensoloni ornati
BIOGRAFIA - Paolo Uccello nasce poverissimo: non poteva permettersi nemmeno un animale domestico, dunque provvedeva a dipingerli con una predilizione per gli uccelli (da qui il suo soprannome). Dopo aver studiato alla bottega di Ghiberti è ancora affascinato dal Gotico internazionale, incosciente della nuova corrente artistica rinascimentale. Le sue opere sono caratterizzate da un'esasperazione della prospettiva: c'è addirittura una tendenza, da parte dell'artista, a mettere alla prova le stesse leggi geometriche
LEONARDO DA VINCI
BIOGRAFIA - mirabile e celeste: così è definito uno dei maggiori esponenti artistici internazionali: Leonardo da Vinci era una personalità estremamente disordinata ed insicura, nonchè impaziente, ma nel suo disordine fu in grado di comprendere davvero l'importanza dell'empirismo e dello sperimentalismo basandosi sul concreto e non sulla dottrina dei testi classici (era homo senza lettere, dunque non conosceva latino e greco). Nasce a Vinci nel 1452 da Piero da Vinci. Studia dal Verrocchio e diviene pittore indipendente a Firenze, sperando di ricevere incarichi per la basilica di San Pietro che mai ricevette
LE TECNICHE E IL DISEGNO - Leonardo fu uno spassionato amante del disegno: non abbandonò mai i suoi schizzi che talvolta accompagnava agli scritti
QUANDO - 1472 circa
DOVE - Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, Milano
COMMITTENTE - Ludovico Sforza
TECNICA - tempera e olio su tavola
DIMENSIONI - 178 x 150 cm
DESCRIZIONE GENERALE - L’opera, dipinta per il monastero vallombrosiano di San Salvi, presenta la scena di Giovanni Battista nel momento in cui battezza Gesù nel fiume Giordano, versando l’acqua da una ciotola, mentre due angeli assistono inginocchiati a sinistra. Il dipinto si caratterizza, in generale, per il suo stile asciutto e nervoso. La precisione anatomica e il modellato dei corpi mostrano suggestioni fiamminghe.
Gesù immerge i piedi nel FIUME GIORDANO
La sintetica palma a sinistra, le rocce alle spalle del Battista, le mani di Dio Padre in alto e la colomba dello Spirito Santo sono di un terzo allievo, non particolarmente abile e quindi mai identificato.
gli ANGELI BIONDI sono dipinti da Leonardo e da Botticelli (tutto il resto dal Verrocchio). L’angelo di Leonardo, in particolare, si distingue da tutte le altre figure sia per la verosimiglianza dei panneggi, davvero straordinaria, sia per l’articolata posa del corpo, mostrato di spalle ma con il capo voltato alla propria destra, in un gesto naturalissimo
LA DAMA CON L'ERMELLINO
QUANDO - 1489-1490
DOVE - Museo Nazionale di Cracovia
COMMITTENTE - probabilmente Ludovico il Moro
TECNICA - tempera su tela
DIMENSIONI - 54 X 39 cm
DESCRIZIONE GENERALE - la dama con l'ermellino è una delle opere celebri dello scultore-pittore Leonardo. Rappresenta una dama, identificabile con Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, che regge nelle mani un ermellino, simbolo della Bretagna, terra natia di Leonardo
nell’opera c’è una composizione piramidale dove Cecilia è alla punta di tale struttura e la donna è rivolta verso sinistra ed il corpo accompagna il suo movimento. Si tratta della PRIMA DONNA RAPPRESENTATA A TRE QUARTI
La dama ha 16 anni e sin dai suoi sei era stata promessa in sposa al Visconti: tuttavia riuscì ad annullare il matrimonio e a congiungersi con Ludovico, dal quale resta incinta
La mano è realizzata con estrema precisione: ci sono i contorni di tutte le unghie, delle rughe attorno alle nocche della mano e poi sull’indice piegato si vede benissimo il tendine che si flette
Il velo che avvolge la sua testa è stretto sotto il mento ed è fatto di lana con alcuni puntini in oro ricamati
L'ABITO rispecchia perfettamente l’umiltà che caratterizza la giovane protagonista: è infatti privo di fronzoli
La COLLANA DI GRANITO è simbolo di forza e del potere di Ludovico, e allo stesso tempo rappresenta l’amore fedele della donna.
l'ERMELLINO, oltre ad essere il simbolo di Ludovico presenta un'assonanza con il nome della Gallerani: questo animale in greco è detto “galè” (assonanza con ritratto di Ginervra Benci). Può essere anche interpretato come SIMBOLO DI GRAVIDANZA
Molti studiosi prima del nome di Cecilia ritenevano che questa donna potesse essere Madame Ferron, la quale era l’amante di Francesco I di Francia. È un’ipotesi dovuta alla scritta che puoi puoi vedere in alto a sinistra del quadro. C’è scritto “LA BELE FERONIERE LEONARD D’AWINCI”.
LA BATTAGLIA D'ANGHIARI
QUANDO - 1503
DOVE - Sala del Gran Consiglio in Palazzo Vecchio, Firenze
COMMITTENTE - repubblica Fiorentina
TECNICA - pittura murale
DIMENSIONI - non precisabili
DESCRIZIONE GENERALE - A causa dell'inadeguatezza della tecnica, il dipinto subì danni e non è certo che i suoi resti fossero stati lasciati in loco, incompiuti e mutili; circa sessant'anni dopo, la decorazione del salone venne rifatta da Giorgio Vasari. Della pittura restano svariati disegni e bozze e molte copie di artisti cinquecenteschi. La caratteristica che permette anche a quest'opera di brillare è la meravigliosa inventiva Vinciana: l'artista riesce, grazie all'espressività dei volti e alla creazione di armature zoomorfe, di animare la scena rendendola dinamica ed estremamente coinvolgente
al centro la LOTTA PER LO STENDARDO vede come protagonisti GIANPAOLO ORSINI, LUDOVICO SCARAMPI, suo alleato, PICCINNINO e il figlio FRANCESCO. Orsini tenta di togliere lo stendardo al PICCINNINO che agita rabbiosamente la spada aiutato dal figlio
IL CONTESTO STORICO - l'opera fu commissionata a Leonardo da Pier Soderini, consigliato quasi sicuramente da Machiavelli. La battaglia rappresentata raffigura lo scontro tra le truppe dell'Orsini e quelle milanesi di Filippo Maria Visconti. Contemporaneamente era stata commissionata a Michelangelo anche l'opera "LA BATTAGLIA DI CASCINA"
GINEVRA DE BENCI
QUANDO - 1474 - 1478
DOVE - National Gallery of Art West Building
COMMITTENTE - sconosciuto
TECNICA - tempera ad olio su tavola
DIMENSIONI - 38,8×36,7 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Ginevra dè Benci, nasce a Firenze nel 1457 e muore in un luogo imprecisato nel 1490, a soli 33 anni. E' la figlia di Amerigo Benci, nobile e ricco banchiere e mecenate fiorentino. Molto probabilmente Leonardo da Vinci è stato presentato a Amerigo Benci proprio da Lorenzo dè Medici, in quanto il Benci, da molto tempo, si occupa in qualità di contabile di banca, degli interessi della signoria fiorentina.
L’espressione enigmatica, il volto emaciato, l’ambientazione all’aperto e la mancanza di gioielli fanno di questo quadro un ritratto femminile atipico anche per Leonardo
le foglie di GINEPRO dietro la donna rimandano all'identità della stessa, definita la donna più colta di Firenze
IL CENACOLO
QUANDO - 1495-1497
DOVE - Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, Milano
COMMITTENTE - Ludovico Sforza
TECNICA - tempera e olio su intonaco a base di gesso
DIMENSIONI - 460 x 880 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Nonostante molti artisti rinascimentali abbiano rappresentato questa scena ricorrente, solo Leonardo fu in grado di renderla originale e di modificarne la simbologia. Il suo intento di voler rappresentare l'idea dell'artista sul dipinto fu perfettamente realizzata: i personaggi cerano un movimento ondulatorio di emozioni che conducono ad un vero e proprio viaggio e che permettono all'osservatore di immedesimarsi a pieno. L'opera dovette essere restaurata numerose volte a causa della facile deperibilità del gesso
il PUNTO DI FUGA si trova sulla tempia destra di Cristo che è messo in risalto dal cielo chiaro retrostante: il momento catturato è subito successivo alla frase di Cristo "uno di voi mi tradirà".
Cristo non presenta aureola ma la sua essenza divina è deducibile dalla luce grazie alla quale la sua figura è esaltata. Gli apostoli, raggruppandosi nello stupore, lasciano il Salvatore da solo e al centro, in segno di solennità
GIOVANNI raccoglie la richiesta di Pietro
SIMONE
GIUDA TADDEO
MATTEO
FILIPPO, la raffigurazione più dolce ma pietosa del dipinto
GIACOMO MAGGIORE cerca di fermare Tommaso e Filippo
TOMMASO chiede rabbioso a Gesù se possa essere lui il traditore
GIUDA, per la prima volta rappresentato insieme agli altri, è girato verso Cristo in seguito ad uno scatto nervoso e PIETRO si protende verso Giovanni
ANDREA
GIACOMO MINORE
BARTOLOMEO è balzato in piedi e poggia le mani sul tavolo
LA VERGINE DELLE ROCCE
QUANDO - 1483/1490
DOVE - Museo del Louvre, Parigi
COMMITTENTE - confraternita dell'Immacolata Concezione
TECNICA - olio su tavola trasportato su tela
DIMENSIONI - 198 x 123 cm
DESCRIZIONE GENERALE - L'ambientazione del dipinto è piuttosto inconsueta: la scena avviene in un luogo roccioso (probabilmente perché il dipinto avrebbe dovuto essere nella chiesa di San Francesco Grande, nata su un cimitero cristiano detto "grotta"): giochi di luci esaltano i personaggi, che hanno pari dignità della natura, studiata da Leonardo nei dettagli, l'opera presta molta attenzione alla prospettiva e al rilievo, e l'esaltazione di Giovanni Battista, patrono di Firenze, suggerisce che l'opera sia stata iniziata a Firenze
l'angelo è rappresentato a tre quarti e guida lo spettatore verso Giovanni
la VERGINE è al centro dell'opera ma non i primo piano, ed abbraccia Giovannino mentre benedice suo Figlio
la VERGINE abbraccia Giovanni che è in posizione di adorazione nei confronti di Cristo
mano su Gesù
il PESAGGIO è roccioso e spigoloso e da esso fuoriescono spiragli di luce che esaltano i personaggi
il VERDE è ben distribuito ed illuminato e sembra quasi fungere da giaciglio per i piccoli nudi
L'ADORAZIONE DEI MAGI
QUANDO - 1481-1482
DOVE - San Donato a Scopeto, Galleria degli Uffizi (post-restauro)
COMMITTENTE - frati agostiniani di San Donato a Scopeto
TECNICA - tempera grassa e olio su tavola
DIMENSIONI - 243 x 246 cm
DESCRIZIONE GENERALE - L'"Adorazione dai Magi" esprime perfettamente la visione moderna e originale dell'artista. Il dipinto non è completo a causa della partenza di Leonardo per la Lombardia, e si presenta come un dipinto appena abbozzato, ancora da perfezionare. Diversamente dal consueto, la scena tipica della cristianità si svolge all'aperto e l'orizzonte è molto alto (tre quarti dell'altezza totale)
guerra fra CAVALIERI che allude alla confusione del paganesimo prima di Cristo
segni evidenti del lavoro incompiuto di Leonardo, cavallo abbozzato
gli ALBERI di alloro e palma sono ben evidenti a causa del loro colore acceso e alludono al destino del bambino: alloro-trionfo e palma-martirio
In secondo piano appare un EDIFICIO in parte distrutto ed in parte ricostruito. Questo indica la distruzione del tempio di Gerusalemme e la venuta di Cristo, che riporta la vita
dietro ai magi, una folla di CONTADINI appare stupita e meravigliata per l'avvento di Gesù: l'espressività dei caratteri è evidente e mercata
uno dei RE MAGI porge
a Cristo il suo dono
I MAGI dorano Cristo
la VERGINE ed il BAMBINO sono posti al centro, questa volta all'aperto
PIERO DELLA FRANCESCA
LA TECNICA E LE OPERE - caratteristiche tipiche del suo disegno sono riassumibili in: - tocco leggerissimo e molto sottile
- utilizzo di penne appuntite
- ricorso allo stilo di metallo - minuziosità e precisione - assenza di disegno preparatorio
RITRATTO DI FEDERICO DA MONTEFELTRO E BATTISTA SFORZA
QUANDO - 1472-1474
DOVE - Firenze, galleria degli Uffizi
COMMITTENTE - Federico da Montefeltro
TECNICA - tempera e olio su tavola
DIMENSIONI - 47 x 33 cm
DESCRIZIONE GENERALE - I ritratti di Federico da Montefeltro e la sua coniuge Battista Sforza, anche chiamati "dittico degli Uffizi", sono due tavole di piccola dimensione, un tempo chiuse a cerniera (questo suggerisce che avessero funzione intima e privata). Come da uso tardo-gotico, i due sono posti di profilo sullo sfondo di Montefeltro
BATTISTA - pallida e rivestita di un abito prezioso, possiede un'acconciatura di moda al tempo
FEDERICO - presenta il volto segnato da rughe e verruche, indossa berretto e veste rossa
POLITTICO DELLA MISERICORDIA
QUANDO - 1445-1462
DOVE - San Sepolcro, Chiesa della Misericordia
COMMITTENTE - confraternita della Misericoridia
TECNICA - tecnica mista su tavola
DIMENSIONI - 168 x 91 cm
DESCRIZIONE GENERALE - il grande polittico avrebbe dovuto ornare l’altare della chiesa adiacente all’Ospedale, specificando nel contratto che il Maestro non doveva avvalersi di collaboratori e che l’opera doveva essere consegnata entro tre anni. L’artista però non poté mantenere fede a tali clausole e solo quindici anni dopo l’opera, grazie all’ausilio di un collaboratore, identificato con il miniaturista camaldolese Giuliano Amidei, poté dirsi finalmente conclusa. Si compone di cinque grandi pannelli, una predella e undici tavolette distribuite nella cimasa e sui lati. La ricca composizione doveva poi essere racchiusa entro una fastosa cornice dorata tardo-gotica andata però dispersa quando l’opera fu smontata
La predella si suddivide in cinque scene comprendenti da sinistra: la Preghiera nell’Orto, la Flagellazione, la Deposizione, il Noli Me Tangere e le Marie al Sepolcro. Da notare poi che alla base delle lesene, con lettere in caratteri gotici, è scritta l’abbreviazione della Compagnia della Misericordia di Sansepolcro: “MIA”.
San Sebastiano e San Giovanni Battista, a destra, San Bernardino da Siena e San Giovanni Evangelista, a sinistra. I santi sono raffigurati in ordine di età e tutti sono rigidi ed immobili
Il CROCIFISSO, opera dalla qualità e dalla spiritualità altissima, riprende molto l'opera di Masaccio. Ai lati la Vergine e San Giovanni Evangelista piangono la morte di Cristo
LA MADONNA apre senza fatica il suo mantello entro il quale accoglie la popolazione elitaria del priore, dei consiglieri della fraternita e delle loro donne, quasi a indicare un mondo astratto e isolato
si pensa che i ritratti dei FEDELI di sinistra possano rappresentare i familiari di Piero della Francesca. E' presente anche un suo presunto autoritratto
il viso della madonna è perfettamente ovale e congiunge mondo umano con mondo divino
FLAGELLAZIONE DI CRISTO
QUANDO - 1452, 1458-60
DOVE - Urbino, Galleria delle Marche
COMMITTENTE - sconosciuto (forse in dono a Federico Da Montefeltro)
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - 58.4 x 81.5 cm
DESCRIZIONE GENERALE - nel dipinto si svolgono due scene distinte ma connesse: a destra, all'aperto, tre uomini colloquiano, mentre a sinistra, in uno spazio misurato, Cristo è legato alla colonna e flagellato (riferimento al Sant'Agostino di Lisbona). Il dipinto appare come l'esaltazione della conquista quattrocentesca della prospettiva: ogni singolo elemento esalta il punto di fuga. La differenza di luce, inoltre, suggerisce la presenza di una separazione fisica e temporale fra le due scene. I personaggi sono immobili e colti in un attimo di verità sospesa
I FUSTIGATORI appaiono rigidi, contrapposti alla fermezza incorrotta di CRISTO.
particolare: il fustigatore appare rigido e statico
PILATO, identificato con l'imperatore d'Oriente (promotore dello Scisma d'Oriente e noto torturatore) guarda fisso davanti a sé come una divinità arcaica
ESTERNI - pavimentati da mattoni color rosso caldo inquadrati da fasce di marmo
IL COLLOQUIO è fermo e congelato e i personaggi sono evidenziati dal meraviglioso gioco di luci. La posizione enfatica dei tre personaggi suggerisce che siano loro i veri personaggi del dipinto
Giovanni Bacci,
podestà di Cesena
e Gubbio
Buonconte da
Montefeltro,
figlio di Federico,
signore di Urbino
cardinale Bessarione,
letterato e arcivescovo
bizantino
L'EDIFICIO - portico di marmo bianco accecante, non presenta colonne all'interno (ciò esalta lo spazio). Sulla parete di fondo, che presenta ampie specchiature di marmo, si aprono due porte, una delle quali lascia intravedere delle scale
la posa di CRISTO è simile a quella di Buonconte: ciò implica un paragone fra sofferenza di Gesù e sofferenza della chiesa Orientale al tempo di Piero della Francesca (potrebbe essere un invito a partecipare alla crociata per Federico da Montefeltro)
BATTESIMO DI CRISTO
QUANDO - 1443-1445
DOVE - San Sepolcro, Chiesa di San Giovanni Val D'Afra
COMMITTENTE - frati dell’abbazia camaldolese di Sansepolcro
TECNICA - tempera e su tavola
DIMENSIONI - 167 x 116cm
DESCRIZIONE GENERALE - Il "Battesimo di Cristo" costituisce la porzione centrare di un polittico disegnato da Antonio d'Anghiari nel 1433. Il dipinto raffigura la scena del battesimo di Cristo: si pensa che la tavola possa alludere agli argomenti dibattuti nel concilio di Ferrara riguardo la dottrina della Trinità, e che sia promotore della riappacificazione fra la chiesa Ortodossa e Cattolica. La scena si svolge in Palestina ma nel paesaggio si intravede la valle del Tevere e il colle di S. Sepolcro
DIO NON E' PRESENTE NELL'OPERA POICHE' INTESO COME PURA ESSENZA DIVINA, TUTTAVIA LA SUA PRESENZA E' IDENTIFICABILE CON LA PIOGGIA DORATA CHE COPRE IL CAPO DI CRISTO E LA COLOMBA
GLI ANGELI alludono alla trinità. Il colore delle loro vesti è quello degli abiti dell'ordine dei Trinitari: partendo da destra, i primi due angeli simboleggiano la pace fra le due Chiese, tenendosi la mano ed abbracciandosi
l'azione del GIOVANE è dubbia. Questo potrebbe starsi:
- vestendo di bianco, alludendo ad una nuova vita
- spogliando dei peccati
LA COLOMBA rappresenta lo spirito Santo
L'albero è un noce (riferimento all'antico nome di San Sepolcro). Questo forma una sorta di cupola entro il quale è presente Cristo e lo Spirito Santo e allude al legno della croce
Cristo è immobile ed è al centro dell'opera, essendone il protagonista. I suoi colori rimandano a quelli dell'albero accanto
LA BIOGRAFIA - definito da Vasari "maestro raro nelle difficultà dei corpi regolari, nell'aritmetica e nella geometria", Piero Della Francesca venne celebrato in primis come trattatista e matematico (fu il primo a disegnare poliedri irregolari e regolari e a studiarne le relazioni).
Data e luogo di nascita: 1412, Borgo San Sepolcro (Arezzo)
FILIPPO LIPPI
Fra Filippo di Tommaso Lippi è stato un pittore italiano. Fu, con Beato Angelico e Domenico Veneziano, il principale pittore attivo a Firenze facente parte della generazione successiva a quella del Masaccio. La sua tecnica pittorica, caratterizzata dalla raffinata e incisiva linea del disegno, influenzerà profondamente lo stile di Sandro Botticelli. L’eredità artistica di Lippi verrà raccolta anche da Filippino, suo figlio, anche lui noto pittore rinascimentale. Filippo Lippi nasce a Firenze nel 1406; all’età di due anni rimane orfano e viene cresciuto nel convento dei frati carmelitani, dove all’età di quattordici anni prenderà i voti. Intorno ai vent’anni, osserva il pittore Masaccio impegnato negli affreschi della Cappella Brancacci nella Chiesa del Carmine, dove Lippi adempie ai suoi obblighi di frate.
MADONNA COL BAMBINO O LIPPINA
QUANDO - 1457-1469
DOVE - Galleria degli Uffizi, Firenze
COMMITTENTE - sconosciuto
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - 92 x 64 cm
DESCRIZIONE GENERALE - si tratta del più celebre dipinto di Filippo Lippi, molto ammirato e considerato come esempio di base per le esecuzioni coeve e successive delle Madonne col Bambino, anche quelle realizzate da Botticelli. La tavola riveste una fondamentale importanza anche perché viene considerata priva di interventi della bottega. Sul verso dell’opera appare uno schizzo di un busto femminile ma è presente anche una scritta settecentesca che testimonia la presenza della tavola, presso la famiglia de’ Medici
La scena ambientata davanti ad un paesaggio con ampia dilatazione spaziale è tipica della cultura fiamminga
La VERGINE è identificabile con Lucrezia Buti, compagna del Lippi
Il volto e l’articolata acconciatura con veli sottilissimi e perle, che evidenzino l’estremo virtuosismo dell’artista, verranno spesso presi come modello per tutta la seconda metà del Quattrocento fiorentino.
Il volto della Madonna, in atteggiamento di adorazione del suo Bambino, si presenta carico di malinconia, come voler allontanare, con la preghiera, il tremendo destino della Passione
BEATO ANGELICO
L'ANNUNCIAZIONE
QUANDO - 1425-1426
DOVE - Convento fiesolano di San Domenico/museo del Prado di Madrid
COMMITTENTE - frati fiesolani del convento di San Domenico
TECNICA - tempera e oro su tavola
DIMENSIONI - 154 x 194 cm
DESCRIZIONE GENERALE - il tema dell'Annunciazione è molto apprezzato dal Beato Angelico, e questo dipinto ne rappresenta il prototipo. La pittura risente ancora dei legami con la cultura gotica: la prospettiva è rigorosa e precisa mentre i colori accesi e i volti poco realistici rimandano ad una visione allegorica dell'arte, nella quale fede e ragione riescono a coesistere
a sinistra è rappresentato il PARADISO TERRESTRE, simbolo di peccato ma anche riferimento all'hortus conclusus, simbolo di verginità e purezza
ADAMO ED EVA
l'ANGELO DALLE ALI DORATE si inchina con le mani giunte verso Maria, in segno di rispetto
la VERGINE si protende verso l'arcangelo irradiata da un raggio di luce emanato da DIO
L'edificio che occupa una grande porzione dell'opera è in prospettiva centrale e presenta una camera (della VERGINE) disadorna, arredata con una semplice panca ed un cassone
La volta a crociera è azzurra e costernata di stelle, a imitazione della VOLTA CELESTE
sulla colonna è presente una RONDINE che accentua il realismo dell'opera
decorazioni nella stanza della VERGINE
Guido di Piero nasce a Vicchio di Mugello, vicino Firenze, nel 1400. Entra giovane in convento col nome di Fra Giovanni, e viene definito, nel corso della sua vita e carriera artistica, ANGELICUS PICTOR (a causa della sua condotta irreprensibile e della sua innata abilità artistica) e, dopo la morte, BEATO. La sua pittura risulta originale e personalissima, capace di conciliare òla cultura gotica con quella medioevale e rinascimentale con straordinaria tecnica.
DOMENICO VENEZIANO
BIOGRAFIA - Domenico di Bartolomeo di Venezia, conosciuto come Domenico Veneziano, nacque nella città lagunare intorno al 1410. Nulla si conosce riguardo la sua formazione artistica, ma si pensa, a ragione, che iniziò nella città natale ove imperavano le novità dei pittori nordici, soprattutto di quelli fiamminghi, per essere conclusa prima a Firenze e poi a Roma. L’artista morì nel 1461. A tal proposito, il Vasari riporta che fu ucciso da Andrea del Castagno e che questi lo riferì soltanto in punto di morte.
PALA DI SANTA LUCIA DEI MAGNOLI
QUANDO - 1445-1447
DOVE - Galleria degli Uffizi, Firenze
COMMITTENTE - non specificato
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - 209 x 216 cm
DESCRIZIONE GENERALE - L' opera fu cruciale per sancire un'unione intorno alla metà del 400 tra eleganza tardogotica e rigore spaziale rinascimentale, concezione lineare e uso della luce che impregna i colori e accentua la naturalezza delle figure. Il dipinto, che si caratterizza proprio per una luminosità mattutina e diffusa, per la delicatezza della scelta cromatica, per la resa quasi fiamminga dei dettagli e insieme per la solida volumetria delle figure inserite in una prospettiva a tre punti di fuga, rappresenta una innovativa Sacra Conversazione. L'edificio in cui è composta la scena è trattato secondo le più avanzate conoscenze della prospettiva geometrica, con tre punti di fuga dove convergono tutte le linee orizzontali, comprese quelle del complesso pavimento intarsiato di marmi. Il dipinto si configura così come un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione, suggerito anche dall'uso di arcate diverse
LA VERGINE ed IL BAMBINO si trovano in una posizione enfatica e centrale
SAN ZANOBI è vestito di una preziosa mitria in stoffa vellutata sulla quale sono incastonate perle, pietre preziose, placchette d'oro e smalti
SANTA LUCIA
SAN FRANCESCO
SAN GIOVANNI BATTISTA
la scena è ambientata di fronte a un loggiato rinascimentale aperto su un giardino del quale sono visibili alcuni alberi di arancio
LE OPERE E LO STILE - Nelle composizioni di Domenico si evidenzia l’amore per i motivi tardogotici. L'uso di colori chiarissimi, impregnati di luce, sarà punto di partenza per Piero della Francesca, inoltre da lui partirà la tendenza lineare, di Andrea del Castagno e di Antonio e Piero del Pollaiolo
MICHELANGELO BUONARROTI
Michelangelo Buonarroti nasce il 6 marzo 1475 a Caprese (suo padre era il podestà della sua città natale). Compì i primi studi a Firenze ma imparò molto come autodidatta dagli illustri Giotto, Masaccio e Donatello, divertendosi a ricopiare diverse delle loro opere. L'arte e la filosofia si basano, secondo Michelangelo, sull'esperienza concreta reinterpretata dalla fantasia: l'artista sembra dunque essere un pio empirista (Michelangelo era un attento religioso) padrone del suo mestiere. Non mancano però le insicurezze: Michelangelo è convinto che la bellezza corporea distolga l'uomo dalla versa essenza della vita e danna se stesso e la sua carriera subito prima di morire, poichè avnti la funzione, secondo lui, di distrattori
LE ULTIME PIETA'
PIETA' RONDANINI
QUANDO - 1552-1564
DOVE - Castello Sforzesco, Milano
COMMITTENTE - marchesi Rondanini
TECNICA - statua
DIMENSIONI - 195 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Dallo stesso blocco su cui aveva lavorato tempo addietro realizzò delle figure completamente differenti: dal corpo della Vergine ottenne una nuova figura di Gesù, e allo stesso modo, dalla vecchia figura di Gesù, ottenne una nuova struttura per il corpo di Maria. Tra le opere di Michelangelo questa fu in assoluto una delle ultime su cui lavorò il celebre artista prima di morire e prima di arrivare a Milano. Questa pietà di Michelangelo è un ottimo esempio della straordinaria abilità dell’artista in età avanzata (il Buonarroti doveva avere ottanta anni mentre realizzava questa scultura); nel gruppo si mescolano parti non finite ad altre già elaborate e che testimoniano la presenza di una “prima versione” di questo lavoro: tra le parti completate, possiamo notare il braccio destro di Gesù, le sue gambe e l’orientamento del volto di Cristo.
PIETA' BANDINI
QUANDO - 1547-1555
DOVE - Museo dell’Opera del Duomo, Firenze
COMMITTENTE - Francesco Bandini
TECNICA - statua
DIMENSIONI - 226 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Questa Pietà di Michelangelo è senza dubbio uno dei lavori più importanti dell’ultima fase di produzione artistica del Buonarroti. Nella lunga lavorazione della Pieta Bandini, Michelangelo cambiò idea rispetto al progetto originale, e voleva cambiare la posizione delle gambe di Gesù, ma la situazione degenerò e si ruppe una parte del marmo, portando Michelangelo a colpire il gruppo marmoreo con grande rabbia, lasciando segni rovinosi, visibili tutt’ora.
BASILICA DI SAN PIETRO
MICHELANGELO si occupa di alcune modifiche della Basilica di San Pietro: abbatte le aggiunte di Antonio da Sangallo e propone una pianta centrale. Interviene con una struttura muraria utilizzando le paraste di ordine gigante e sovrappone a queste un'altra cornice. Suggerisce la costruzione di una cupola a pianta circolare e la progetta.
SAGRESTIA NUOVA
La Sagrestia nuova, così chiamata per distnguerla da quella precdente costruita e progettata da Brunelleschi, fu realizzata da Michelangelo tra il 1519 ed il 1534. Si trova nella chiesa si San Lorenzo a Firenze e sarebbe stata dedicata alla sepoltura dei maggiori esponenti medicei. Le proporzioni sono alterate verso l'alto e sono presenti diverse vetrate
LE TOMBE sono costruite in marmo bianco e poste volutamente in uno spazio poso ampio.
particolare è la figura del GIORNO, un nudo virile volutamente incompiuto, tecnica usata di sovente da Michelangelo che ne accresce il fascino
i MATERIALI sono quelli della tradizone fiorentina quattrocentesca ma il loro uso è differente (intonaco bianco e pietra serena grigia)
LA STRUTTURA presenta una pianta composta da due quadrati adiacenti di cui uno maggiore e l'altro più piccolo. Gli spazi sono chiusi da due cupole emisferiche
GIUDIZIO UNIVERSALE
QUANDO - 1536-1541
DOVE - Cappella sistina
COMMITTENTE - Papa Clemente VII
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 13.7 x 12.2 m
DESCRIZIONE GENERALE - il giudizio si presenta come una monumentale visione: tutti gli eventi ultimi della storia dell'umanità si mostrano all'osservatore su sfondo di un cielo azzurro oltremarino. Ritenuto sconveniente e scandaloso per i troppi nudi, l'affresco corse il rischio di essere distrutto. Successivamente Daniele da Volterra si ocupò di aggiungere le braghe ad alcuni personaggi
DISCESA DEI DANNATI
ASCESA DEI BEATI
fascia inferiore - Spostando lo sguardo più in basso, si notano i cadaveri dei morti che stanno risorgendo, come se stessero riprendendo i sensi dopo un lungo sonno: alcuni stanno letteralmente sgusciando fuori dai propri sepolcri, mentre altri stanno riacquistando pian piano tutte le proprie facoltà fisiche
secondo anello figure - Nel gruppo di destra ci sono degli uomini, e nel vasto gruppo, salta all’occhio il vigoroso uomo appoggiato sulla croce: secondo alcuni si tratta dell’uomo che aiutò Cristo sulla via Crucis, mentre per altri sembrerebbe Disma, uno dei ladroni crocifissi con Gesù.
primo anello figure - La scena del Giudizio Universale con Cristo al centro, invece, rappresenta il cristianesimo dopo la nascita di Gesù. Differentemente dalla tradizione, Michelangelo sceglie di non rappresentare Gesù su un trono, ma decide di affrescarlo mentre sta avanzando, coperto unicamente da un velo; questa scelta rende Cristo molto somigliante a delle rappresentazioni pittoriche di Giove.
LE LUNETTE - Nelle due lunette superiori del Giudizio Universale, sono presenti due gruppi di angeli: questi stanno trasportando la Croce ed altri simboli della Passione di Cristo; tali elementi alludono al sacrificio di quest’ultimo per garantire la salvezza degli uomini.
SINISTRA - Sono presenti degli angeli senza ali, chiamati angeli apteri, esteticamente perfetti, e ritratti in un momento di grande azione e movimento, che ricorda da vicino l’impeto presente nella battaglia di Cascina, sempre di Michelangelo
DESTRA - è presente un altro gruppo di angeli che sta trasportando, con molta difficoltà, la colonna dove Gesù venne legato e frustato.
Il movimento di questo gruppo di angeli è simmetrico a quello della lunetta di sinistra
VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA
QUANDO - 1508-1512
DOVE - Cappella sistina
COMMITTENTE - Papa Giulio II
TECNICA - affresco
DIMENSIONI - 13 x 36 m
DESCRIZIONE GENERALE - Dopo il fallimento del monumento funebre Papa Giulio II sceglie di commissionare a Michelangelo la decorazione della Cappella Sistina, dapprima decorata con un semplice cielo azzurro da Piermatteo D'Amelia. Inizialmente contrario, Michelangelo ritiene che egli possa definirsi e lavorare solo in quanto scultore. Si pentirà ben presto e dedicherà ben 4 anni alla decorazione della Cappella. La volta è organizzata fingendo membrature architettoniche che ne ingigantiscono lo spazio. Ecco l'analisi di alcuni dei dettagli della decorazione.
I PROFETI sono figure tipicamente religiose, più o meno istituzionalizzate in diverse fedi, ispirate dalla divinità e che parlano in suo nome, annunciandone la volontà e talvolta predicendo il futuro. Il riferimento più comune è ai profeti ebraici e cristiani dell'Antico Testamento, proprio come farà Michelangelo
GIONA
GIOELE
ISAIA
GEREMIA
EZECHIELE
DANIELE
ZACCARIA
CREAZIONE DI ADAMO
Dio Padre sorretto da Angeli avvicina ila sua mano ad Adamo, la cui posa sembra quella di chi ha appena cominciato ad apprendere e che esalta la bellezza e la perfezione del corpo
LE SIBILLE sono sia dei personaggi storicamente esistiti, che figure mitologiche greche e romane. Erano vergini ispirate da un dio (solitamente Apollo) dotate di virtù profetiche ed in grado di fare predizioni e fornire responsi, ma in forma oscura o ambivalente. Michelangelo le rappresenta con un'imponente muscolatura segna del suo ideale estetico di corpo atletico
DELFICA
PERSICA
CUMANA
LIBICA
LA BATTAGLIA DI CASCINA
QUANDO - 1504
DOVE - Londra, British Museum
COMMITTENTE - repubblica Fiorentina
TECNICA - penna e inhiostro bruno, acquerello, rilievi a biacca, punta di metallo e stilo
DIMENSIONI - 41.9 x 28.6 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Con quest'opera Michelangelo si mette in competizione con Leonardo, al quale era stato commissionato il quadro della "Battaglia di Anghiari". Tuttavia entrambi lasciarono incompiuto il lavoro (Michelangelo non iniziò nemmeno a dipingere). Il cartone della battaglia di Cascina è ritenuto, nonostante incompleto, uno dei disegni esemplari per gli artisti futuri
il cartone ricerca i valori plastici e il rilievo attraverso l'uso del chiaroscuro
Attraverso espressioni e movimenti l'artista vuole rappresentare ogni tipo di attitudine dei soldati
L'artista. interessato a dipingere il nudo maschile, sveglie di ritrarre la scena in cui i Pisani colgono alla sprovvista i soldati fiorentini intenti a rinfrescarsi nell'Arno, a luglio
TONDO DONI
QUANDO - 1504
DOVE - Galleria degli Uffizi, Firenze
COMMITTENTE - Agnolo Doni e Maddalena Strozzi
TECNICA - tempera su tavola
DIMENSIONI - diametro 120 cm
DESCRIZIONE GENERALE - Questa è l'unica tavola finita di Michelangelo. SI tratta di una rappresentazione dei componenti della Sacra Famiglia in occasione dei committenti. Da questa tavola emerge la volontà di Michelangelo di rendere l'arte il più vicino possibile alla scultura. L'uomo è inoltre al centro della sua attenzione e al centro delle sue riflessioni, e tende a trascurare il paesaggio
i GIOVANI NUDI si muovono orizzontalmente ed alludono al mondo pagano
SAN GIOVANNINO costituisce l'elemento di mediazione fra paganesimo e Chiesa
MARIA, GIUSEPPE E GESU' seguono un andamento elicoidale verso l'alto
IL DAVID
QUANDO - 1501-1504
DOVE - Galleria dell’Accademia, Firenze
COMMITTENTE - i consoli dell’Arte della Lana (si tratta di un’importante corporazione di lavoratori) e gli Operai del Duomo di Firenze (è un’istituzione creata nel 1296 che ha lo scopo di occuparsi della costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore)
TECNICA - statua
DIMENSIONI - 517×199 cm
DESCRIZIONE GENERALE - il blocco di marmo che ora rappresenta una delle sculture più rinomate ed apprezzate a livello internazionale era già stato inizialmente scolpito da Agostino da Duccio: nonostante lo svantaggio Michelangelo riesce a creare un capolavoro: il futuro re di Israele, David, è colto subito prima di agire. L'opera nel complesso è indice e specchio della libertà di principi fiorentina.
Questi particolari sono stati “ingranditi” di proposito da Michelangelo: in questo modo tutti avrebbero potuto ammirare questi dettagli anatomici, che tra l’altro, hanno anche un’importanza simbolica.
La mente è ciò che contraddistingue l’uomo dagli animali, mentre le mani sono gli strumenti che la testa utilizza per dare forma alle idee.
Le pupille perforate sono un “trucchetto” di cui si è servito Michelangelo per dare vita ad un gioco di luci ed ombre.
In questo modo il suo sguardo è ancora più penetrante e l’espressione dell’eroe è ancora più minacciosa.
David regge una frombola: si tratta di un’antica fionda che Michelangelo pone sulla spalla vicino al volto del protagonista.
tutti i suoi muscoli sono definiti ed ogni fibra del suo corpo è pronta per dare il massimo e lanciarsi nel combattimento ed avere la meglio. Ogni dettaglio ha una funzione ben precisa: il corpo muscoloso allude alla forza fisica, mentre la sua espressione concentrata simboleggia la forza dell’intelletto.
IL RINASCIMENTO NELL'ARTE
IL RINASCIMENTO MATURO - IL CINQUECENTO
IL CONTESTO STORICO - Nei primi decenni del 1500, in tutta l’Europa, si determina una svolta radicale nella cultura e nella produzione artistica. Il secolo è segnato dal conflitto tra Francia e Sna per il controllo della penisola. Solo la politica papale cerca di contrastare l’affermazione delle potenze europee in Italia attuando un sottile gioco di alleanze. Nei campi della cultura e dell’arte trovano piena maturazione i principi dell’Umanesimo, attraverso l’opera di veri e propri maestri del pensiero, operanti nei primi decenni del secolo, e in modo particolare nel mondo artistico come: Raffaello, Michelangelo, Tiziano e lo stesso Leonardo
IL RINASCIMENTO MATURO NELL'ARTE - Questo periodo è caratterizzato da una grande libertà interpretativa: per l’artista l’opera da eseguire è un’occasione per sperimentare nuove possibilità espressive, compositive o cromatiche. Si sviluppano, già iniziate nel secolo precedente, la ricerca di armonia (vedi le pitture serene di Raffaello, le architetture del Bramante), l’osservazione della natura (vedi le pitture con spazi profondi e volumi delicati realizzate da Leonardo con la prospettiva aerea e lo sfumato; dai veneti Giorgione e Tiziano con il colore tonale); la rappresentazione dell’uomo.
IL PRIMO RINASCIMENTO - IL QUATTROCENTO
IL MANIERISMO
IL CONTESTO STORICO - L'età della maniera inizia fra il 1520, anno della morte di Raffaello Sanzio, e il 1527, anno del Sacco di Roma che causa la fuga da Roma dei discepoli di Raffaello diffondendo il nuovo stile in tutta la penisola. Nel Seicento la parola Manierismo indica semplicemente la "vuota imitazione dell'ultimo cinquantennio del secolo precedente" erano Pittori di Maniera o Manieristi chi non realizzava uno stile proprio e si rifaceva allo stile del Cinquecento.
IL MANIERISMO NELL'ARTE - L'arte di questo periodo si distacca dai canoni classici della simmetria, dell'equilibrio e della proporzione, in favore dell'inusuale e dell'eccentrico, portando all'esasperazione alcuni elementi presenti nell'opera dei grandi maestri come Raffaello e Michelangelo.
Nelle opere di questo periodo le figure si fanno allungate tendenti ad una marcata stilizzazione, le pose si fanno contorte, i colori sono accostati in maniera inusuale, le composizioni si fanno complicate e affollate di figure