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av Sarah Iacobucci 4 år siden

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LA CRTICA DELLA RAGION PRATICA (1788)

Kant, nel suo lavoro del 1788, esplora la presenza di una legge morale intrinseca in ogni individuo, espressa attraverso l'imperativo categorico che impone di agire secondo il dovere morale.

LA CRTICA DELLA RAGION PRATICA (1788)

che è un fatto della ragione ed è a priori

ha carattere universale e incondizionato

e scaturisce dalla razionalità e autonomia dell'uomo.

LA CRTICA DELLA RAGION PRATICA (1788)

che presenta la forma del dovere

che attraverso l'imperativo categorico impone di agire secondo la legge del "tu devi"
ovvero di agire non per fini estranei rispetto alla legge morale.

parte dalla costatazione che in ogni uomo esiste una legge morale

Kant si pone due domande:

sostiene che il senso ultimo della ragion pratica è il sommo bene
ossia l'insieme delle virtù e della felicità

che sono dimensioni divergenti nel corso della vita

la felicità dell'uomo morale non è proporzionata alle sue virtù

e quindi Kant arriva ad affermare che:

POATULARE LA LIBERTà DELL'ANIMA. l'obbedienza alla legge morale si basa sulla libertà umana di potere autodeterminarsi (devi quindi puoi).

POSTULARE L'IMMORTALITà DELL'ANIMA. prolungare il proprio perfezionamento morale alla fine di raggiungere il Sommo Bene.

POSTULARE L'ESISTENZA DI DIO. Dio in quanto essere onnisciente, buono e onnipotente potrà garantire ai buoni una felicità proporzianata alle virtù.

i virtuosi non sono anche felici e i felici non sono anche virtuosi

afferma che un'azione è moralmente valida
quando è compiuta nella interiore adesione alla legge morale

che è basata sulla piena responsabilità dell'uomo che agisce nella pura ottemperanza in modo indipendente

dalle conseguenze dell'azione e dalla ricerca della felicità.

quando soddisfa il criterio dell'universalizzazione

ossia che ogni uomo come essere razionale ipotizza il proprio comportamento adottato da chiunque.

le massime sono la prescrizione di carattere soggettivo.

invece gli imperativi sono prescrizioni di carattere oggettivo.

imperativi ipotetici

imperativi categorici

Che cosa mi è lecito sperare?
Che cosa devo fare?