Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio rappresentano due pilastri del Decadentismo italiano, ciascuno con una visione unica della poesia e della natura. Pascoli cerca di svelare la vita nascosta delle cose attraverso suoni e simboli, esplorando il mondo naturale per percepirne le verità impalpabili che sfuggono alla ragione.
D'Annunzio mentre nell'ambito lessicale assapora
il gusto del raro e del prezioso nell'ambito
metrico concentra il proprio sperimentalismo
Pascoli tenta di rivelare la vita sotterranea
delle cose grazie ai suoni e ai simboli
La diversa concezione della natura
Per Pascoli il mondo naturale va esplorato per
ricavarne un'impalpabile verità e quindi ascoltare
e percepire ciò che "sfugge alla nostra ragione"
Per d'Annunzio l'identificazione con il paesaggio
coincide con l'aspirazione a coglierne i palpiti
attraverso i sensi
Due repertori tematici antiteci
D'Annunzio parla della volontà di potenza
L'esigenza edonisrica del piacere, il culto della bellezza, la disponibilità quindi a sperimentare ogni aspetto dell'esistenza
Pascoli canta il "nido", gli affetti familiari
l'infanzia tutto ciò nel quale si trova rifugio
dal caos e dalla violenza del mondo
Il Fanciullino e il superuomo
Due modelli di poeta
apparentemente divergenti
Il superuomo è il vate che orienta i
gusti della massa
Il fanciullino è una figura veggente che
scopre la poesia nelle piccole cose viste
sempre con meraviglia
Pascoli e d'Annunzio
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I più importanti rappresentati del Decadentismo italiano
Molto diversi ma scelte ideologiche e poetiche a contatto