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by sara smith 2 years ago

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CARL ROGERS relazione d'aiuto e psicologia umanistica

La relazione materna è fondamentale per lo sviluppo del pensiero e dell'apprendimento nei bambini. Le emozioni, che hanno un'origine sensoriale e corporea, si trasformano in pensieri grazie all'

CARL ROGERS relazione d'aiuto e psicologia umanistica

SPERANZA

«INFONDERE SPERANZA»

vDiversi autori (Meltzer e Harris, 1993; Mitchell, 1993; ) indicano la speranza come funzione mentale indispensabile per quei professionisti a cui viene chiesto di offrire aiuto e sostegno ai bisogni di crescita, di salute e di autonomia.

vNella relazione di aiuto è la speranza autentica di chi offre attenzione, cura e aiuto ad essere un fattore terapeutico ed educativo.

... Incertezza, aFesa, tempi lunghi, risultaG labili, non visibili




CURA e APPRENDIMENTO

LAVORO del DOCENTE

APPRENDERE DALL'ESPERIENZA -UNA TEORIA DEL PENSIERO (Bion)

•Sviluppo del pensiero, apprendimento e conoscenza si originano e dipendono

da fa7ori emo8vi e affettivi

•Le emozioni hanno un’origine sensoriale, corporea. Esse si trasformano in

simboli, e quindi in pensieri, grazie all’azione di réverie che viene svolta dalla

mente della madre

•La costruzione della mente è un processo bi-personale. La mente della madre

funge da contenitore, le sensazioni, le emozioni confuse e frammentarie del

bambino sono il contenuto.

•I progressivi livelli che contrassegnano l'evoluzione delle capacità mentali nel

bambino si ritrovano tali e quali, ognora presen8 nel funzionamento della

mente adulta e sono quindi all’origine di ogni pensiero

“l’acquisizione che contrassegna lo sviluppo infantile ed ogni altra acquisizione

nella vita adulta è un apprendere (from) l’esperienza e non un apprendere una

esperienza”

L’esperienza è intesa come un lavoro interiore inconscio: ciò che viene

veramente appreso dipende dalla qualità di questo lavoro

Tutto il lavoro di Bion è basato sulla fondamentale distinzione tra l’imparare

“sulle” cose (inteso come accumulo di informazioni e contenuti) e l’apprendere

“sulla propria pelle” attraverso il filtro del proprio Sé nel mondo (cfr. W.B. Yeats,

1933).






DISTURBI dell'APPRENDIMENTO

ØGli elemen( che non vengono trasforma( (elemen( beta) rappresentano un

vero problema per la mente che si trova costre8a a difendersi da essi, espellendoli

con modalità primi(ve di non-pensiero, agi( (ac#ng) e iden(ficazioni proie?ve.

ØIn questo modo si vengono a creare aree cieche della mente che rendono

impossibile il pensiero e che, inibendo la stessa possibilità di apprendere, sono

all’origine dei diversi disturbi dell’apprendimento.




RESPONSABILITA' EMOTIVA

LE CAPACITA' e COMPETENZE RELAZIONALI

LA RELAZIONE MATERNA

OSSERVAZIONE

OSSERVAZIONE E CURA EDUCATIVA

Apprendimento dall’esperienza, riflessività e sviluppo delle competenze relazionali

• Una teoria (dello sviluppo) del pensiero e dell’apprendimento (Bion)

• Relazione educa8va e apprendimento

• Promuovere la capacità di cura educa8va: una metodologia forma8va

(Infant Observa,on)

• La mente dell’insegnante come strumento educa8vo


La prima facoltà che perme0e di cogliere il

mondo intorno a sé è «il sen8re» (Husserl)



• Interce'are i segnali

• Saperli leggere (decodificare)

– “Cercare il significato”

– Sen8re oltre che vedere

“Non si vede bene che con il cuore,

l’essenziale è invisibile agli occhi”

(A. De Saint Exupery)




VISIONE BINOCULARE

Osservare i bambini richiede do0 speciali

Prestare a(enzione al bambino richiede il

prestare a(enzione alla relazione con lui, per

migliorare la consapevolezza dei propri vissu8

personali mentre si è impegna8 nella relazione

con l’altro

L’Infant Observation

Sviluppare capacità

relazionali

attraverso la pratica

dell’osservazione


L’Infant Observation come «modello formativo»

per lo sviluppo della cura educativa

un percorso basato sull’apprendimento dall’esperienza



• È un’osservazione finalizzata a percepire le sfumature interne alla vita di

relazione e a sensibilizzare circa le responsabilità connesse al proprio lavoro

(Harris, 1981)

• L’osservatore si trova immerso nella situazione che osserva, il che rende

inevitabile l’instaurarsi di una relazione tra lui e i soggetti osservati, fatto,

imprescindibile nella conoscenza tra esseri umani: questo non è ritenuto un

impedimento, quanto piuttosto la chiave di accesso al mondo dell’altro, nei

suoi significati più profondi e complessi.

• A differenza di altri metodi che richiedono all'osservatore di neutralizzare la

propria soggettività, di mettere tra parentesi il proprio vissuto personale

durante l'osservazione, nell'Infant Observation i fenomeni emotivi sono invece

utilizzati in senso conoscitivo.

• Presupposto epistemologico: ritenere ogni a)o osserva,vo come il

risultato dell’incontro-connessione tra la mente dell’osservatore e il

manifestarsi dei fenomeni. Ciò che si osserva è sempre il fru)o di

questa relazione. Pertanto per giungere ad una conoscenza

auten2camente fondata e a5endibile, si rende necessario riconoscere

le ineludibili implicazioni dell’osservatore presen, in ogni a)o

conosci,vo, implicazioni che altrimen, ostacolano la possibilità di

cogliere l’altro nella sua singolarità ed essenziale alterità.







PRINCIPI METODOLOGICI
il lavoro del gruppo e analisi dei dati osservati -luogo dell'intersoggettività

PRINCIPI METODOLOGICI: IL GRUPPO

«momento verita7vo» - «custode del metodo»

3. Il lavoro del gruppo: la fase irrinunciabile del metodo

“Il gruppo ha il compito di destrutturare l’esperienza nella sua omogeneità per restituirle un senso profondo, ma nascosto. Esso avvia processi cognitivi di disintegrazione delle sequenze osservate

(...) per ricomporle entro altre congetture. È così che nasce il

costrutto ipotetico, frutto di legami tra eventi a volte inusuali e imprevisti (cfr. Eigen, 1987), la sua plausibilità dipende dalla presenza di emozioni che nel gruppo arrivano a una forma di pensiero che fa sperare di vedere il nuovo” (Vallino, 2004).



3. Analisi dei da, osserva,vi

• Dare «spessore» ai fenomeni osservati (la

complessità)

• Dare «significato»

– Fare connessioni (“riunire i segnali”)

– Fare ipotesi

– So-stare nell’incertezza


la scrittura «motore» di riflessività

2. La scri*ura

.

• Consente il passaggio dal «vissuto» all’ «esperienza»

• La condizione essenziale affinché l’esperienza possa essere

nominata: ri-pensata, ri-elaborata, comunicata con rigore

• Il momento del «tempo quieto»

“un aspetto importante dell’apprendere a osservare, una parte

integrante dello sviluppo dell’osservatore come sensibile strumento di


registrazione” Rustin, 1989



2. La scri*ura: una descrizione narra2va

• Descrivere gli even2 e i comportamen2 senza incasellarli in categorie predefinite

– No interpretazioni e valutazioni

– Limitare al massimo l’uso del “non”

• Linguaggio

– No termini generici

– No termini “astra?”

• Descrivere il contesto in cui si manifestano i fenomeni osserva2


PRINCIPI METODOLOGICI:


la scri*ura


DETTAGLIATA: Fare in modo che chi non è stato presente possa


vedere quello che l’osservatore ha visto

LA POSTURA DELL'OSSERVATORE
COMPORTAMENTI

• Non prende appun3 nel corso dell’osservazione

• Si as3ene dall’azione e dallo s3molare altri ad agire

Partecipe ma non partecipante:

«astensione dall’azione»

La cara9eris3ca dell’Infant Observa,on è quella di essere un’osservazione che

richiede un elevato livello di presenza mentale.

L’osservatore è completamente esposto alla relazione con il sogge9o osservato alla

quale non può so9rarsi.

È la mente umana, nelle sue componen3 cogni3ve ed emo3vo-affeCve, lo

strumento più sofis3cato per registrare la complessità degli even3 e l’esperienza

vissuta, anche a9raverso gli inevitabili processi di distorsione e/o occultamento.



ATTEGGIAMENTI MENTALI

• A0enzione «aperta» (disposizione rice<va, «contenitore»)

• Fare vuoto nella mente

• Non cercare a<vo

• Consapevolezza (“presenza mentale”)

• Conta0o con i propri pensieri e le proprie emozioni

• Puntare a cogliere le emozioni dell’Altro

• A0eggiamento libero da preconce<, pregiudizi (precomprensioni)

• Sostare nello spaesamento/disorientamento per esplorare il nuovo

• Capacità nega5va: so-stare nell’incertezza

• “Stupore”

• “Rispe0o” nei confron5 dell’Altro

• Gra5tudine e umiltà

• Visione “binoculare” (osservare l’Altro e Sé stessi)



«senza memoria, né desiderio»

prerequisiS per una conoscenza autenSca

l’incontro con ciò che ancora non conosciamo è fortemente condizionato e

compromesso da quello che già sappiamo. È il sapere (pratico o teorico,

esplicito o latente) che impedisce l'emergere di una conoscenza autentica

(Bion, 1967)

“scarta la tua memoria, scarta il tempo futuro del tuo desiderio; dimenticali

entrambi, sia quello che sapevi sia quello che vuoi, in modo da lasciare spazio

[al nuovo ndr]” (Oliva, 1994: 252).

Memoria e desiderio rappresentano forme di distorsione dell’attenzione che

allontanano il soggetto conoscente dall’essere presente al fenomeno nel ‘qui e


ora’ del suo originario manifestarsi.

LE TRE FASI DEL METODO

1. L’esperienza (la pratica) dell’osservazione

2. La scrittura dei dati osservati

3. L’analisi dei protocolli osservativi in piccolo

gruppo (con conduttore esperto)

OBIETTIVI FORMATIVI

Ø Sviluppare maggiore sensibilità e rice4vità nei confron6 dell’altro

Ø Ampliare la consapevolezza dei propri processi mentali implica6 nell’a;o di

osservare

Ø Sviluppare capacità di ascolto:

- a;enzione concentrata

- contenimento emo6vo

Ø Promuovere:

- a4tudine verita6va rispe;o ai fenomeni osserva6,

- senso di responsabilità nei confron6 dei sogge4 in educazione,

- capacità riflessiva nelle sue diverse dimensioni: in corso d’azione, sull’azione e

metariflessione (Schön, 1983)



• Imparare a vedere di più e meglio

– A0enzione al de0aglio

– A0enzione al contesto

Avete ascoltato e avete veduto ciò che è abituale

Ciò che succede ogni giorno

Ma noi vi preghiamo, seppur sia consueto, trovatelo strano!

Inspiegabile seppur normale

Quel che è usuale, vi possa sorprendere!

(Bertold Brecht)

POTENZIALITA', RELAZIONE, ESPERIENZA

Potenzialità

(Rogers, Heidegger)


riconoscere la persona come interlocutore attivo



Potenzialità, relazione, esperienza


CAPACITA' DI OSSERVARE



CAPACITA' DI PROGETTARE E GESTIRE LA RELAZIONE E L'INTERVENTO EDUCATIVO





CARL ROGERS relazione d'aiuto e psicologia umanistica


LA RELAZIONE D'AIUTO modificazione costruttiva

LA RELAZIONE D'AIUTO

«una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo

scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la

maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più

adeguato e integrato.

L’altro può essere un individuo o un gruppo» (Rogers, 1951).



la «relazione di aiuto» Alcune scoperte significative

(...) Le seguenti riflessioni (...) hanno ispirato e sono divenute parte delle mie azioni e delle mie convinzioni più profonde, molto prima che me ne sia reso chiaramente conto. Sono notazioni sparse e incomplete, che tuttavia apprendo e riapprendo continuamente.

(...)

Introdurrò la riflessione su ognuna di queste esperienze con una frase che esprima qualcosa di quanto significa per me. Poi la chiarirò un po'.



1. «Mi sono reso conto chiaramente che non produce alcun frutto, a lungo andare, nei rappor9 interpersonali, comportarsi come se si fosse diversi da come si è».

2. «Constato di essere più efficace quando posso ascoltarmi con acce6azione e posso essere me stesso».

3. «Ho constatato che ha un grande valore il momento in cui posso perme6ermi di capire un'altra persona».

4. «Ho scoperto che arricchisce aprire delle vie per mezzo delle quali gli altri possano comunicarmi i loro sentimenti, i loro mondi percettivi personali».

5. «Ho tratto molte soddisfazioni dal fatto di poter accettare un'altra persona».

6. «Più sono aperto alle realtà presenti in me e negli altri, meno mi trovo desideroso di adagiarmi su ‘cose stabilite’».



QUAL E' L'ASSENZA DI UNA RELAZIONE D'AIUTO?

«In un un gran numero di professioni che implicano dei rapporti interpersonali (...) anche in quella di insegnante, (...) è la qualità dell’incontro interpersonale con il cliente l'elemento più significa3vo nel determinare l'efficacia e la riuscita»:



«Una modificazione costruttiva della personalità si verifica quando sono presenti e sussistono per un certo periodo le seguenti 6 condizioni:

1. Due persone sono in contatto psicologico

2. La prima, che chiameremo il cliente, è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia

3. La seconda persona, che chiameremo il terapeuta, è in uno stato di congruenza: è cioè, nella relazione, liberamente e profondamente se stesso

4. Il terapeuta prova dei sen2men2 di considerazione posi-va incondizionata nei confron2 del cliente

5. Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di riferimento interno del cliente e si sforza di comunicare al cliente questa esperienza

6. Si verifica una comunicazione, almeno parziale, della comprensione empa2ca e della considerazione posi2va incondizionata del terapeuta per il cliente

«Non sono necessarie altre condizioni. È sufficiente che queste sei condizioni siano presen2 e sussistano per un certo periodo di tempo perché il processo di modificazione costruttiva della personalità si verifichi». (Rogers, 1957)



«INFONDERE SPERANZA»

vDiversi autori (Meltzer e Harris, 1993; Mitchell, 1993; ) indicano la speranza come funzione mentale indispensabile per quei professionisti a

cui viene chiesto di offrire aiuto e sostegno ai bisogni di crescita, di salute e di autonomia.

vNella relazione di aiuto è la speranza autentica di chi offre attenzione, cura e aiuto ad essere un fattore terapeutico ed educativo.

... Incertezza, aFesa, tempi lunghi, risultaG labili, non visibili








COMPETENZE RELAZIONALI
Accettazione incondizionata

ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA




atteggiamento. I migliori genitori lo

assumono costantemente, altri invece non ci riescono.

Considerazione positiva

CONSIDERAZIONE POSITIVA



(C. Rogers, Un modo di essere, 1983:25-26)



La considerazione posi.va si traduce in una sorta di rispe2o

profondo (respect, prizing) pervaso di calore (warmth),

disposizione necessaria per prendersi cura in modo non

possessivo (unpossessive caring) dell’altro preservando la sua alterità, senza proiezioni, senza idealizzazioni, senza

distorsioni e soprattutto senza autoritarismi.



Comprensione empatica

Comprensione empatica


*«Sentire il mondo personale dell’altro, “come se” fosse il nostro, senza mai perdere questa qualità del “come se”, questa è empatia; sentire l’ira, la paura, il turbamento del cliente, come se fossero nostri, senza però aggiungervi la nostra ira, il nostro turbamento»

* «Quando noi consideriamo una realtà animata (animale o umana) da un punto di vista o da uno schema di riferimento puramente esterno, senza sforzarci di capirla dall’interno, per via empatica, noi la riduciamo allo stato di oggetto»

* «L’empatia vera è sempre libera da ogni qualità diagnostica o giudicante»


È fondata su un preliminare atteggiamento di sospensione del giudizio, dell’interpretazione e della precomprensione (epochè)



Empatia "εμπαθεία»

en "dentro", e patheia, "sofferenza o sentimento"

“lo stato di empatia è il recepire lo schema di riferimento interiore di un altro con accuratezza e con le componenti emozionali e di significato ad esso pertinenti, come se

una sola fosse la persona, ma senza mai perdere di vista questa condizione del come se [...] quando questa qualità di come se manca, allora lo stato è quello dell’identificazione”

(Rogers, 1970)


Nella comprensione empatica “quando sono davvero ascoltato, sono anche capace di percepire il mio mondo in un modo nuovo (...). In questo modo l’individuo (ma anche il gruppo) “diventa più disponibile verso il processo di cambiamento”.




Congruenza (genuità, autenticità, trasparenza)

CONGRUENZA (genuinità, autenticità, trasparenza)

«Ho trovato che più posso essere genuino nella relazione, più posso dare aiuto.

Questo significa che devo essere cosciente dei miei propri sentimenti, per quanto è possibile, piuttosto che presentare l’apparenza esterna di un atteggiamento, mentre in realtà sento un’altra attitudine a un livello più profondo o inconscio.


Essere genuino inoltre include la volontà di essere ed esprimere, col mio comportamento e con le mie parole, i vari sentimenti e modi di essere che esistono in me. È solo in questo modo che la relazione può essere reale, e la realtà sembra essere profondamente importante come prima condizione»


Ø Primato dell’essere sul fare

Ø Corrispondenza tra parole e sentimenti



AUTENTICITA':

Il «coraggio di essere» se stessi, al di là dei ruoli e delle «facciate»

«Intendo dire che qualsiasi sentimento o atteggiamento io stia sperimentando, dovrà essere accompagnato dalla piena consapevolezza di esso. Quando ciò si verifica, (...) posso essere ciò che realmente sono nel più profondo di me stesso. È questa una realtà che viene percepita dagli altri come rassicurante».

Ø Fiducia di fondo (trust) nei sentimenti

Ø Consapevolezza di sé e delle proprie emozioni

Ø Maturità personale

Ø Stabilità emotiva (equilibrio)

Ø Accettazione di sè





CURA EDUCATIVA

“La cura non è solo riparazione di ferite, ma anche

un far fiorire le possibilità dell’essere umano” (Mortari, 2015).


Aver cura e occuparsi dell’altro, aiutarlo a

crescere e vivere, costituisce l'essenza della nostra umana condizione



«Il ruolo della cura nei processi inclusivi, nell’accompagnamento della persona disabile nel suo progetto di vita assume una rilevanza assoluta, in quanto chiama in causa la fragilità, il dolore, la vulnerabilità che sempre connotano, seppur in diversa misura, la persona con disabilità e non solo. Aver cura significa saper rispettare il confine, non invadere l’altro, accettare

suoi stili, i suoi modi, i suoi comportamenti, essere attenti al suo percorso di crescita, preoccuparsi di predisporre un accompagnamento competente. L’aver cura è, dunque, energia e libertà propositiva perché coltiva nell’altro l’apertura al suo essere e poter essere» (Salis, 2016: 50-51)



Aver cura del senso della vita dell’altro (affinché l’altro sia posto nella condizione di cogliervi un senso pur in situazioni estreme), della sua fiducia, della speranza, del suo bisogno di riconoscimento, del suo esserci.

Progettare la cura educativa significa innanzitutto istituire le condizioni di pensabilità e di fattibilità di un progetto e delle relative azioni;

significa subordinare ogni progetto, ogni azione, ogni strategia al vero oggetto della cura: occuparsi dell’esistenza, promuoverne la formatività, le

possibilità individuali, l’autonomia e la differenza nell’interdipendenza



“Chiunque si occupi a qualsiasi titolo (...) [ di educazione] dovrebbe essere capace di svolgere (...) funzioni emotive indispensabili (...): generare amore, infondere speranza, contenere la sofferenza, pensare:

non soltanto i genitori, ma gli educatori, i nonni (...) e tutti coloro che sempre, in ogni cultura hanno accudito bambini sostituendo – parzialmente o totalmente – le loro madri. (...) Contenere le emozioni del bambino e modularle in modo tale che egli possa integrarle nel processo di strutturazione della sua personalità, senza dover ricorrere

prematuramente e massicciamente a meccanismi di difesa o di fuga dalla sofferenza è (...) uno dei compiti più importanti dell’educatore, e può essere appreso” (Noziglia, 1986: 124).



la qualità della “vita della mente”

dell’insegnante è fondamentale e decisiva

per lo sviluppo della mente e della capacità di

apprendere dei soggetti dei quali si occupa







I dati della ricerca

Un’analisi fenomenologica per individuare

gli “indicatori comportamentali” della cura


Due categorie (disposizioni essenziali della coscienza)

ordinano i modi d’essere della cura

RICETTIVITA'

si esprime essenzialmente nella capacità di attenzione «sensibile» e di ascolto

RESPONSIVITA'

rispondere in modo adeguato e pronto agli appelli dell’altro

Il nocciolo etico

Il “nocciolo etico” della cura:

anni ‘80 del XX secolo

• All’interno della riflessione femminista (USA) si inizia a parlare di «etica della cura»: Carol Gilligan (1982) richiama l’a5enzione su una «voce differente» che andrebbe presa in considerazione dai modelli dello sviluppo morale: la voce della cura

• Si origina un vastissimo dibattito a livello internazionale sul rapporto tra cura ed etica e sul legame tra cura e sensibilità femminile

• Il pensiero della cura si sofferma su cara5erisDche dell’umano quali vulnerabilità, interdipendenza e relazionalità che hanno considerevole rilievo morale, cara5erisDche messe in ombra dall’individualismo moderno

• Si afferma la tesi rilevante del rapporto tra cura ed emozioni


“L’intenzione che orienta l’agire con cura è la ricerca di ciò che fa bene alla vita. Essere alla ricerca di ciò che fa bene significa dare un orientamento etico all’esistenza.”


“Si può dire che il nocciolo etico dell’agire con cura si attualizza nelle posture dell’esserci (...) sentirsi responsabile, condividere [generosamente] con l’altro l’essenziale, avere una considerazione reverenziale per l’altro, avere coraggio.” (Mortari, 2015)


“la vocazione l’abbiamo tutti eguale: fare il bene là dove siamo” (Don Milani, LeBera ad una professoressa, 1967, p.: 112)




AUTENTICITA' e INAUTENTICITA' esserci è essere con gli altri

L’uomo può comprendersi:

• a partire da se stesso

esistenza autentica (eigentlich = proprio): vivere in base alle “proprie” scelte

• a partire dal mondo (da altri)

esistenza inautentica (un-eigentlich = non-proprio): vivere in base alle scelte altrui

esistenza anonima: vivere sotto il dominio del “si”, dell’opinione



M. Heidegger:

L’ essenza dell’uomo e la primarietà ontologica della cura

L’uomo (Esser-ci) è “essere-con-gli-altri”

• Due modi di “essere-con-gli-altri”:

– La cura “inautentica”

– La cura “autentica”: aiutare gli altri ad assumersi la

propria cura (progetto esistenziale)


“L’essere l’uno per l’altro, uno contro l’altro, il trascurarsi l’un l’altro, il non importare all’uno dell’altro, sono modi possibile dell’aver cura. Sono proprio i modi citati per ultimi, cioè i modi della deficienza e dell’indifferenza, quelli

che caratterizzano l’essere insieme quotidiano medio, (...) il non importare nulla l’uno all’altro del proprio Esserci assieme”. (Heidegger 1982)

NON DIRETTIVITA'

• Il cliente ha diritto di scegliere le mete della propria vita anche se queste possono essere diverse da quelle che il terapeuta/counselor avrebbe scelto per lui


• È il cliente che deve prevalentemente agire. Le tecniche principali di cui il terapeuta/counselor si avvale sono quelle che aiutano il cliente a capire più chiaramente i suoi sentimenti, atteggiamenti e modelli di reazione e lo incoraggiano a parlarne


Ø L’atteggiamento non direttivo non corrisponde a quello permissivo (laissez-faire), ovvero ad un’assenza di direzione: occorre distinguere tra il «non dare direttive» e il «non avere direzione»

Ø «Facilitatore» maieutico

l'EDUCAZIONE CONFLUENTE

L’ Educazione confluente mira a cos)tuire contes) di

apprendimento e climi relazionali in cui l’intera persona

possa imparare e dove idee e sen)men) siano fusi tra loro, a reciproco potenziamento e vantaggio.


«L’unico uomo che possa considerarsi educato è colui che ha imparato ad imparare; che ha imparato ad ada=arsi e a mutare; che sa che nessuna conoscenza è certa, e che solo il processo di ricerca della conoscenza cos)tuisce una base di certezza. La disponibilità al mutamento, la fiducia nel processo piu=osto che nella conoscenza sta)ca, cos)tuisce

l’unica meta sensata dell’educazione nel mondo moderno. (...) Considero la facilitazione dell’apprendimento come lo scopo dell’educazione»

(Libertà nell’apprendimento: 130-131)



IL SAPERE nel SENTIRE

La competenza emozionale è la chiave di volta della personalità sana e integrata e del processo di maturazione personale.

“L’educazione centrata sullo studente mira quindi anzitu4o a riumanizzare le relazioni educa5ve e a creare nelle aule di insegnamento un clima in cui i sen5men5 possano essere espressi, in cui ciascuno possa sen5rsi dis5nto dagli altri

e dall’insegnante (...). Ma per chi, come noi, è stato educato per mol5ssimo tempo ad un sistema autoritario, questa procedura è inconcepibile. Siamo sta5 condiziona5 ad ascoltare l’insegnante, a prendere appun5 passivamente, e ad imparare a memoria quanto ci verrà chiesto all’esame. Ci vorrà molto tempo perché possiamo liberarci delle nostre abitudini, anche se vediamo bene che sono sterili, improduttive ed aride”. (La terapia centrata sul cliente: 38)



dalla TERAPIA all'EDUCAZIONE

“La scuola si trova oggi a dove fronteggiare sfide

incredibili, senza confronto con quelle da essa

sostenute nella sua lunga storia passata. Secondo me,

l’esito di questa prova avrà un peso decisivo nel far sì

che l’umanità vada avan6 oppure distrugga se stessa”


“Il mondo cambia a una velocità vertiginosa. Se vogliamo che la nostra società sia in grado di far fronte alle strabilianti trasformazioni che si stanno verificando nel campo della scienza, della tecnologia, delle comunicazioni e dei rapporti sociali, non possiamo più accontentarci delle risposte date in passato a problemi ormai superati, ma dobbiamo incoraggiare lo sviluppo di processi suscettibili di portare a nuove soluzioni di nuovi problemi. (...) Ciò implica che l’istruzione non solo adotti nuove tecniche, ma si ponga anche nuovi obiettivi. Nel mondo che si apre davanti a noi, lo scopo della scuola e di ogni processo educativo in

generale deve essere quello di creare individui aperti, alle novità e alle trasformazioni. (...) La meta dell’istruzione deve essere quella di far nascere un tipo di società nella quale la gente si senta più a proprio agio quando tutto cambia che non quando tu)o resta come prima. Nel mondo di domani la capacità di adeguarsi alle novità sarà più importante della capacità di conoscere e perpetuare l’eredità del passato”.



L'APPRENDIMENTO significativo

APPRENDERE è CAMBIARE

L’apprendimento significavo è un apprendimento dalla propria esperienza

Ø L’apprendimento significavo comporta una «crescita» evolutiva della persona

Ø L’apprendimento significavo deve fare i con2 con la «resistenza al cambiamento»


La cornice teorica di riferimento è di matrice psicoanalitica che accoglie i contributi più recenti delle neuroscienze e della psicologia cognitiva le quali confermano come la

persona costruisca costantemente il suo funzionamento mentale (cognitivo affettivo) a partire dalle esperienze relazionali (soprattutto quelle precoci) e come in massima

parte questa costruzione avvenga attraverso processi psichici inconsapevoli.


Iniziamo a conoscere il mondo e noi stessi dal momento in cui nasciamo, e con2nuiamo a farlo durante tu4a la vita.

Il nostro apprendimento, durante l’infanzia e per un periodo considerevole, ha luogo in un contesto di dipendenza da un altro essere umano, rapporto la cui qualità influenzerà profondamente la capacità di provare curiosità e l’apertura verso nuove esperienze, la

possibilità di percepire connessioni e di scoprirne il significato.

Gli aspetti affettivi e cognitivi dell’apprendimento sono quindi strettamente interconnessi ed interdipendenti.







«Mi rendo sempre più conto che mi interessa soltanto l’apprendimento che influenza in maniera significa9va il comportamento. [...]


Mi sono convinto che il solo apprendimento che influenza in maniera significa9va il comportamento è quello che il discente scopre, e di cui si appropria da sé. [...]


Mi rendo conto che mi interessa solo essere un discente, e preferibilmente imparare cose che contano, che esercitano un’influenza significa9va sul mio comportamento. [...]


Un altro modo di imparare, per me, consiste nell’enucleare le mie incertezze, nel chiarire i miei dubbi, avvicinandomi così al significato che la mia esperienza sembra effeGvamente racchiudere». (Rogers 1969, 181-186).






APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO modificazione costruttiva della personalità

«Una modificazione costruttiva della personalità si verifica quando sono presenti e sussistono per un certo periodo le seguen5 6 condizioni:

1. Due persone sono in conta2o psicologico

2. La prima, che chiameremo il cliente, è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia

3. La seconda persona, che chiameremo il terapeuta, è in uno stato di congruenza: è cioè, nella relazione, liberamente e profondamente se stesso

4. Il terapeuta prova dei sentimenti di considerazione posi-va incondizionata nei confronti del cliente

5. Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di riferimento interno del cliente e si sforza di comunicare al cliente questa esperienza

6. Si verifica una comunicazione, almeno parziale, della comprensione empa2ca e della considerazione posi2va incondizionata del terapeuta per il cliente

«Non sono necessarie altre condizioni. È sufficiente che queste sei condizioni siano presen2 e sussistano per un certo periodo di tempo perché il processo di modificazione costruttiva della personalità si verifichi». (Rogers, 1957)